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Giustizia: è emergenza democratica

Giustizia, tra un blitz e un autogol

La maggioranza si impantana in commissione alla Camera sul ddl intercettazioni: una spaccatura interna costringe la presidente Bongiorno a rinviare la discussione a martedì prossimo. Il Pd: “Non si mettono d’accordo”, Di Pietro gioisce e indica, criticato, altre tre emergenze democratiche a Napolitano: “Intervenga, Il governo ricalca il partito nazista”. Il caso della riforma della Corte dei conti è sollevato anche dalla Funzione pubblica Cgil

Il disegno di legge sulle intercettazioni, che tanto preme al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sta diventando una sorta di maledizione per il governo. Sembrava si fosse trovato un compromesso all’interno della maggioranza, il ddl depositato alla Camera pareva pronto a essere discusso dalla Commissione giustizia e, da lì, arrivare in Aula entro la fine del mese. I fatti di oggi (giovedì) dicono invece che non sono bastate le decine di riunioni tecniche e politiche tra An, Forza Italia, Lega nord, tra il premier, il Guardasigilli Angelino Alfano e i vari santoni giuridici dei diversi partiti.

In Commissione è saltato tutto. La presidente Giulia Bongiorno è stata costretta, di fronte alla perplessità di due esponenti della maggioranza (Luigi Vitali di Forza Italia e Manlio Contento di An) a sospendere la seduta e aggiornare la discussione a martedì prossimo. Vitali ha espresso perplessità sulla formula, introdotta con il pacchetto di otto emendamenti del governo, dei “gravi indizi di colpevolezza” necessari perché possa essere concessa l’autorizzazione all’ascolto. Una formula più restrittiva di quella dei “gravi indizi di reato” prevista dal testo in vigore e molto contestata anche dal Pd, anche se con argomentazioni diverse.

“Sono preoccupato – ha spiegato Vitali – per le conseguenze che la nuova formulazione può portare. Rischiamo di favorire il formarsi di una giurisprudenza da parte dei magistrati fatta per aggirare questo ostacolo con la conseguenza che la colpevolezza viene poi data per acquisita una volta autorizzata l’intercettazione. E poi si creano dei precedenti per quello che riguarda le autorizzazione per la custodia cautelare: ‘Gravi indizi di colpevolezza’ servono per richiedere le misure cautelari e se il Tribunale concederà l’autorizzazione alle intercettazioni sulla stessa base, a quel punto il Pm potrà chiedere anche l’arresto”. Anche Contento e la presidente Bongiorno hanno espresso delle perplessità.

Ci sono stati dei momenti di tensione quando l’opposizione ha chiesto, di fronte, al caos determinato dalla convivenza schizofrenica della posizione governativa ufficiale e dalle critiche di esponenti della stessa maggioranza, la presenza chiarificatrice di un esponente dell’esecutivo. La Bongiorno ha tirato dritto, Udc, Pd e Idv hanno abbandonato l’Aula. Alla fine la seduta è stata comunque rinviata. Le spaccature derubricate a fisiologici approfondimenti.

Ma per il ministro ombra della giustizia del Pd, Lanfranco Tenaglia, le divisioni su punti qualificanti del provvedimento dimostrano che “sulle intercettazioni la maggioranza non esiste” e che “l’accordo sbandierato sui giornali si sta sciogliendo come neve al sole”. Soddisfatta Donatella Ferranti, capogruppo democratica in commissione: “Le obiezioni sollevate da Vitali, Contento e Bongiorno sono anche le nostre, si sapeva che c’erano voci di dissenso in maggioranza, ma siamo rimasti sorpresi che siano emerse in modo così evidente”. Gioisce il leader dell’Italia dei valori Antonio Di Pietro: “Il governo si è smentito sulle intercettazioni, è stato preso con le mani nella marmellata perché si è reso conto che il testo non combatte ma aiuta la criminalità. Avevamo ragione noi a dire che era una porcata”.

In effetti Di Pietro l’ha detto e ripetuto, da ultimo in una lettera aperta inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, criticata sia dal Pd che dalla maggioranza. La missiva dell’ex pm – pubblicata sul suo blog – individua quattro provvedimenti in procinto di essere approvati dal Parlamento, che Di Pietro considera altrettante emergenze democratiche, un “poker di porcherie”: oltre al ddl sulle intercettazioni, ci sono la nomina dei componenti del Consiglio di amministrazione della Rai, la modifica dell’organo di autogoverno della Corte dei conti e la modifica dei regolamenti parlamentari. Prove che, secondo Di Pietro, dimostrano (qui il passaggio che destato le polemiche) che “quello che sta avvenendo nel nostro Paese, ad opera dell’attuale governo, sembra ricalcare più le orme del partito nazionalsocialista tedesco degli anni Trenta che quelle di una democrazia fondata sul diritto”. Sulla base di queste emergenze, l’ex pm chiede a Napolitano “di non rimanere in silenzio e di intervenire per evitare questo scempio della democrazia. Prima che sia troppo tardi”.

Uno dei quattro provvedimenti indicati da Di Pietro è la riforma della Corte dei conti, contenuta nel disegno di legge che porta il nome del ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta: l’organismo contabile ha già chiesto, in un’inusuale missiva indirizzata alla Camera, che le norme vengano bloccate o almeno rinviate. Sul punto c’è il sostegno di Carlo Podda, il segretario generale della Funzione pubblica della Cgil. “La riforma – ha scritto Podda in una nota – prevede una sostanziale mutazione delle competenze e delle prerogative della Corte, ne limita l’autonomia, modificandone composizione e modalità di nomina dei membri, e attribuendo maggiori poteri al presidente. La norma assoggetta di fatto l’organo al potere politico”.

“L’attacco all’indipendenza della magistratura contabile – conclude il sindacalista – è il primo passo compiuto in vista di un più generale attacco alla magistratura italiana nel suo complesso. La nostra categoria ha spesso avuto divergenze nei confronti della Corte, ma ne ha sempre è comunque rispettato il ruolo, sostenuto l’autonomia. L’autonomia della corte rappresenta la maggiore garanzia sul corretto funzionamento della macchina statale per cittadini, operatori sociali ed istituzioni”.
Andrea Scarchilli

(tratto da www.aprileonline.info)