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Giorni contati per Iovine, ecco i volti della latitanza

E Iovine è preoccupato. Nella stessa notte avrebbe lasciato il suo labirinto di rifugi tra San Cipriano e Villa di Briano. Fu già sfiorato dagli stessi carabinieri di Caserta quando tentò di aiutare Giuseppe Setola, il killer delle stragi, soccorso dal cugino, l´analista Riccardo Iovine e da una infermiera, sua compagna, a Mignano Montelungo. Le ultime ricerche scoprono scenari inediti. La mappa delle alleanze va riscritta. Zagaria e Iovine si rispettano, ma battono strade diverse, non sono più insieme come due anni fa, quando parlarono trafelati uno dopo l´altro per minacciare il giornalista Carlo Pascarella, telefonata ripresa da “Annozero”.

Forte accelerazione nelle ricerche. Il nucleo operativo del capitano Costantino Airoldi con capo della catturandi Giuseppe Iatomasi non si erano mai fermati. Sessanta latitanti scovati nel 2009. Né aveva mollato la Mobile di Rodolfo Ruperti. Ma c´è qualcosa di nuovo. Un rinnovato impegno dei Servizi, tale da smentire le voci di ottobre su uno stop alla missione casertana. L´aiuto degli 007 è palpabile: fondi per sostenere la rete informativa. È forse un caso, ma spiegano così la cattura di Corrado De Luca: una soffiata. L´ex macellaio di “Carni Doc” a Villa di Briano era in via Modigliani dai genitori, una casalinga sempre in chiesa e un onesto manovale. È chiaro, Roma ha fretta. Può vantarsi il ministero del “modello Caserta” se sono latitanti da 15 anni due padrini? Non aspetta niente di meglio che la loro cattura, per dimostrare quanto sia ostile questo governo alle mafie. Proprio in Campania per un viceministro, Nicola Cosentino, è stato chiesto dai pm e negato dal Parlamento l´arresto. Presunti rapporti con i casalesi.

Corrado De Luca era ricercato dal 2005. Deve scontare otto anni. Revocata una condanna a 30 per l´omicidio De Falco, è imputato per il delitto Mandesi. Altre indagini si incrociano sulle sue attività. È sospettato di gestire un fiume di soldi: gli affari nel Lazio e le estorsioni del clan Iovine. Era suo “Il destriero”, ristorante frequentato anche da Iovine che nessun detective riconobbe. Non c´è una sola foto attendibile di “O´ Ninno”, allora 18 anni, oggi 42. De Luca nascondeva invece sette foto, in altrettanti look per falsificare suoi documenti.

Single, giubbone griffato, occhiali da sole, nelle intercettazioni appare molto abile con le belle donne, Miriam è la sua compagna peruviana, per lei ha speso una fortuna. Ma non ha mai troncato con “Paola M.” splendida signora di San Cipriano. «Sono una persona perbene e vedrete che presto chiarirò tutto», poche parole, molto garbo con i carabinieri, è il suo stile. Nega di possedere Ferrari, «ho solo una Panda». Dice di aver chiuso “Il “Destriero” perché fallito, mica perché fosse stato ormai scoperto. Il fratello è imprenditore edile, ripara strade, appalti pubblici quindi, strano. Ma questo sarà accertato presto. La Procura antimafia, guidata da Federico Cafiero de Raho e con i pm Antonello Ardituro e Alessandro Milita, studia ora le nuove alleanze. E Corrado De Luca, questa la novità, è non solo un camorrista di rango, presente fino al 1996 nel processo Spartacus, ma lega due clan. Socio di Iovine, ha la fiducia di “Sandokan” all´ergastolo nel carcere milanese di Opera.

Francesco Bidognetti, demolito da tradimenti e pentiti, fallita la missione stragista di Giuseppe Setola, è esautorato. Michele Zagaria, con una potenza economica superiore a quella militare, con il fratello Pasquale mente finanziaria della holding, tende a defilarsi. Non vuole grane. Più investimenti, meno racket. Braccato, Antonio Iovine con la moglie Enrichetta in cella a Latina e 67 affiliati già arrestati dai carabinieri un anno fa, guida a fatica il clan. Splende ancora il palazzetto pastello in vago liberty a via Torino, sotto corso Umberto, arredato da Enrichetta con gusto raro per la donna di un boss. Vi abitano i tre figli. Solitudine e disagio. Iovine si avvicina quindi agli Schiavone, con un rispetto che rende fiero Nicola, primo figlio di Sandokan, 30 anni, incensurato. Ma si è eclissato, senza mai uscire dalle terre dei casalesi. Militarizzate da Stato e camorra. Ma dove chi può, si sente al sicuro.

(Tratta Da Repubblica – Napoli -13 febbraio 2010)