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Gianni Tonelli segretario generale del Sap scrive ad Angelino Alfano: “Vogliamo aspettare qualche morto per stanziare risorse per la sicurezza dei cittadini?”

Gianni Tonelli segretario generale del Sap scrive ad Angelino Alfano: “Vogliamo aspettare qualche morto per stanziare risorse per la sicurezza dei cittadini?”

Alfano , perennemente assente!!!!
Prevenire sarebbe un atto dovuto! !!

Gianni Tonelli segretario generale del Sap scrive ad Angelino Alfano: “Vogliamo aspettare qualche morto per stanziare risorse per la sicurezza dei cittadini?”

L’Huffington Post
Pubblicato: 29/01/2015 10:47 CET Aggiornato: 29/01/2015 10:47 CET
ANGELINO ALFANO

LAPRESSE

Di seguito pubblichiamo una lettera al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, firmata dal segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia, Gianni Tonelli.

Signor Ministro dell’Interno,
il nostro Paese vive da tempo una gravissima emergenza sicurezza che si è aggravata nelle ultime settimane dopo gli attentati e gli attacchi in Francia e in Belgio. Dal 7 gennaio ad oggi, purtroppo, debbo registrare una inaccettabile inerzia del Ministero dell’Interno e del Dipartimento della pubblica sicurezza che si sono limitati ad inviare circolari di prassi a prefetture e questure per rafforzare – sulla carta – controlli e servizi di vigilanza. Peccato però che la sola Polizia di Stato abbia 18.000 operatori in meno come organico: come facciamo a proteggere redazioni di giornali, sinagoghe e altri obiettivi sensibili?

Peccato che molti presidi di Polizia delle frontiere siano destinati alla chiusura per via della spending review, così da rendere quasi impossibili i controlli all’immigrazione clandestina, fenomeno attraverso il quale – sono parole del Ministro Gentiloni – potrebbero arrivare in Italia soggetti non ben intenzionati.

Peccato che oltre 70 uffici della Polizia postale e delle comunicazioni, fondamentali per il controllo della rete internet dove i terroristi si scambiano informazioni e soprattutto trovano proseliti, siano in via di soppressione sempre per via della spending review.
In Francia assumono agenti e stanziano risorse importanti per la sicurezza, da noi si taglia ancora grazie alla legge di stabilità e si tengono al palo 1.000 / 1.500 ragazze e ragazze che hanno vinto un concorso per entrare in Polizia, ma che non sono ancora stati chiamati. Senza contare che ci mancano 23.000 quadri intermedi tra Ispettori e Sovrintendenti, fondamentali per le attività di polizia giudiziaria e di intelligence.

Il decreto anti – terrorismo che il Governo ha annunciato di voler emanare slitta ormai da giorni, un pessimo segnale per i cittadini e anche per i poliziotti che sono chiamati a garantire, malpagati e maltrattati, la sicurezza di questo Paese.

Nei giorni scorsi un gruppo di esperti istruttori, formatori e addestratori della Polizia di Stato mi ha inviato una proposta che ho trasmesso al premier Renzi. Quella cioè di istituire un corso di formazione anti – terrorismo, ribattezzato C.A.T., per i circa 12.000 operatori di Polizia che svolgono servizi di controllo del territorio, dalle Volanti ai Reparti Prevenzione Crimine. I nostri agenti sono tra i migliori al mondo, ma non abbiamo purtroppo la formazione adeguata per affrontare le nuove sfide del terrorismo internazionale.

Da qui nasce la proposta di questo corso intensivo della durata di 6 settimane con moduli operativi teorici e soprattutto pratici di altissimo livello dedicati alle armi e alle tecniche di tiro, agli esplosivi, alle tecniche operative, alla difesa personale, alla guida operativa e alla difesa nucleare, biologica, chimica e radiologica, unitamente a conferenze specialistiche antiterrorismo. Tutti i poliziotti potrebbero agevolmente farlo, ovviamente con un’apposita calendarizzazione che non sguarnisca il territorio. Le spese sarebbero davvero minime, pochi milioni di euro, perché abbiamo le eccellenze interne e le Scuole di Polizia disponibili per poter far tutto.

In Italia – è bene saperlo – abbiamo soltanto 120 NOCS, le cosiddette “teste di cuoio” della Polizia di Stato. Sono operatori altamente preparati e straordinariamente formati per le emergenze terroristiche, ma agiscono in contesti ben specifici e non svolgono azioni di prevenzione e di controllo del territorio.

Caro Alfano,
io e lei non siamo mai andati troppo d’accordo perché da quando sono alla guida del Sap ho sempre detto e denunciato le cose come stanno, non piegandomi ad accordi di comodo e a favori di sorta. Voglio però farle alcune domande. Gli uffici del Dipartimento della pubblica sicurezza l’hanno mai informata, ad esempio, che nei nostri corsi di formazione e aggiornamento non v’è traccia di lezioni relative ai sistemi di prevenzione e difesa da attacchi nucleari, biologici, chimici e radiologici?

Lo sa che la maggior parte dei poliziotti, ma anche dei carabinieri, non ha mai svolto lezioni di guida operativa – al di là della personale bravura, spesso acquisita con l’esperienza, nel condurre volanti e gazzelle – e che non esiste una generale, adeguata, specifica preparazione nelle tecniche di tiro con la pistola?

Lo sa, signor Ministro, che nei nostri poligoni non si spara con bersaglio in movimento e che la maggior parte dell’addestramento è relativo a lezioni di tiro lento mirato e tiro rapido mirato su bersaglio immobile?

Lo sa che siamo anche carenti nella formazione relativa alla difesa personale, ma anche nelle tecniche di movimento, di tiro sotto stress, di tiro notturno con uso di torce etc?

Queste informazioni le ho apprese direttamente dai nostri migliori istruttori. Si faccia un giro nelle Scuole di Polizia per avere un punto esatto della situazione, caso mai non si fidasse delle mie parole. Qui però bisogna agire presto. Non c’è altro tempo da perdere. Oppure vogliamo aspettare di nuovo qualche morto, come spesso avvenuto nella storia italica, per stanziare risorse e adottare provvedimenti seri per la sicurezza dei cittadini?

A lei, che è titolare di uno dei più importanti Ministeri di questo Governo, lascio la risposta. E anche la responsabilità di quello che potrebbe accadere se nulla dovesse essere fatto per contrastare questa pericolosa inerzia. Con la vita dei poliziotti e dei cittadini non si scherza.

Gianni Tonelli
Segretario Generale Sap
Sindacato Autonomo di Polizia