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Gestione illecita delle spiagge di Sabaudia, altri 26 avvisi di garanzia: l’onda travolge politici, dirigenti e imprenditori

Secondo gli inquirenti il Comune non si preoccupava neppure di riscuotere i canoni pur di garantirsi consensi elettorali. Nel mirino pure le gare d’appalto per la coppa del mondo di canottaggio, gli appalti dell’Ente Parco e una serie di illeciti che sarebbero stati commessi dai carabinieri forestalispiagge

16 NOVEMBRE 2022 ALLE 12:44

Clemente Pistilli
Spediti altri 26 avvisi di garanzia. La Procura di Latina ha concluso le indagini su un secondo troncone d’inchiesta relativo a quello che gli inquirenti hanno ritenuto essere un sistema criminale creato a Sabaudia, ai tempi della giunta civica di Giada Gervasi, e che ruotava attorno alla gestione delle spiagge, agli appalti comunali e a quelli dell’Ente Parco Nazionale del Circeo.

Gli indagati, a carico dei quali sono stati formulati 20 capi d’accusa, rischiano ora la richiesta di rinvio a giudizio con accuse che vanno dalla turbativa d’asta all’abuso d’ufficio, dall’induzione indebita a dare o promettere utilità al peculato, dal falso alla corruzione. Sotto accusa politici, imprenditori, funzionari e dirigenti comunali, tecnici e pure carabinieri forestali.

Le indagini, portate avanti dal Nucleo investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Latina, sono partite da un attentato compiuto il 24 giugno 2019 ai danni della sede del Parco Nazionale del Circeo da parte di Giovanni Scavazza, il padre del titolare del “Bounty Beach”, un affitta-sdraio oggetto di controlli e sequestri. I carabinieri hanno scoperto che non c’erano stati accertamenti sugli abusi in altri lidi segnalati dallo stesso Scavazza. E secondo gli inquirenti irregolarità e abusi sarebbero stati ignorati in cambio di consensi elettorali.

Non sarebbero state così tolte le concessioni neppure a stabilimenti che non pagavano i canoni demaniali e che risultavano morosi per oltre 150mila euro. I balneari di Sabaudia, sempre secondo gli investigatori, sarebbero stati talmente potenti da scriversi le regole da soli. Un’assessora è stata intercettata mentre diceva al funzionario comunale che non aveva bloccato la revoca di una delle concessioni: “A questo punto io devo capire da che parte stai tu, se stai con o contro l’amministrazione”. E allo stesso la sindaca avrebbe detto: “Io comunque la sto controllando, uomo avvisato mezzo salvato”.

Il 21 febbraio scorso sedici arresti, a cui è seguita la caduta anticipata della giunta Gervasi. Il gip Giorgia Castriota ha parlato di “un’alleanza” tra i balneari e l’amministrazione comunale, “in virtù della quale i primi garantiscono il proprio sostegno alla giunta Gervasi e questa, in cambio, si fa carico di tutelare le attività balneari anche se irregolari”. Ipotizzati poi appalti pilotati, per un milione di euro, in occasione della tappa del Mondiale di Canottaggio, illeciti nelle gare dell’Ente Parco e pure reati commessi dai carabinieri forestali.

Il gip Castriota ha disposto il giudizio immediato per l’ormai ex sindaca civica e per altri cinque amministratori, manager, funzionari e tecnici. In attesa dell’udienza in cui verranno ascoltati i primi testimoni, sono ora partiti gli ulteriori 26 avvisi di garanzia firmati dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dai sostituti Antonio Sgarrella e Valentina Giammaria. Tra gli indagati, accusata di ulteriori reati, la stessa Gervasi, Mario Ganci, presidente del Sib, e Paolo Cassola, ex direttore dell’Ente Parco.

Fonte:https://roma.repubblica.it/cronaca/2022/11/16/news/sabaudia_avvisi_di_garanzia_corruzione_gestione_spiagge-374702174/