Cerca

Gela: Avrebbero controllato il mercato dell’ortofrutta anche con Fondi con l’aiuto della mafia. A giudizio quattro imprenditori

La confisca da un milione e mezzo di euro ai danni del patrimonio dell’imprenditore gelese Nicolò Bartolotta costituisce l’ultima tappa di un percorso investigativo e giudiziario assai lungo capace di allungarsi su due inchieste, “Bilico” e “Sud Pontino”.
Bartolotta, infatti, insieme ad altri importanti protagonisti del mercato dell’autotrasporto, locale e regionale, Giuseppe Valenti, Gaetano Morteo e Orazio Cosenza, è attualmente imputato di fronte ai giudici della Corte d’Appello di Caltanissetta.

I quattro sono chiamati a rispondere dei fatti contestatigli all’indomani della maxi inchiesta “Bilico”, imperniata sulla presunta costruzione di un meccanismo monopolistico destinato ad escludere possibili concorrenti nel settore del trasporto ortofrutticolo.
Stando all’accusa, gli imprenditori gelesi attualmente sotto processo avrebbero sfruttato la loro vicinanza ai locali gruppi mafiosi, senza particolari distinzioni tra stidda e Cosa nostra, per impedire intrusioni esterne in un business milionario.
Il Tribunale di Gela, alcuni mesi fa, ha dichiarato la responsabilità dei quattro, condannandoli alla pena di sei anni e due mesi di reclusione ciascuno.
Decisione che, però, è stata impugnata in secondo grado.
Anche Gaetano Morteo e Giuseppe Valenti, seguendo la sorte toccata a Nicolò Bartolotta, hanno ricevuto provvedimenti di sequestro per un totale superiore a tre milioni di euro, risalenti, nel primo caso, all’aprile del 2009 e, nel secondo, al giugno del 2008.
Proprio in contemporanea, una vasta inchiesta, denominata dagli investigatori “Sud Pontino”, aggiungeva ulteriori particolari rispetto ad un presunto meccanismo di controllo del settore dell’autotrasporto, in grado di estendersi dal Lazio alla Sicilia.
Costantino Pagano, responsabile della società “La Paganese Trasporti”, intercettato dagli inquirenti nel corso di alcuni colloqui telefonici, non mancava di citare la situazione di Gela ed il potere esercitato dall’agenzia di Giuseppe Valenti, strettamente legata alla società “Ni.Ga.Transport” di Bartolotta e Morteo.
Carmelo Barbieri e Crocifisso Smorta, collaboratori di giustizia ed ex vertici dei clan gelesi Madonia ed Emmanuello, hanno descritto, nel corso del processo d’appello “Bilico”, le società controllate dai quattro imprenditori gelesi alla stregua di entità economiche volute dai locali clan: facendo riferimento allo stiddaro Gaetano Iannì e agli affiliati a cosa nostra Emanuele Argenti e Rosario Trubia.
Insomma, stando alle ammissioni dell’imprenditore campano Costantino Pagano, chi voleva garantire i servizi di trasporto dei prodotti ortofrutticoli a Gela doveva ottenere il benestare dei clan della città.
La decisione dei giudici d’appello che si occupano del processo “Bilico”, comunque, servirà a meglio chiarire le responsabilità dei protagonisti del settore dell’autotrasporto.

(Tratto da Sicilia Informazioni)