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Gaeta, si accapigliano su un aspetto, quello urbanistico, importante sì, ma secondario rispetto a tutto il resto

Si accapigliano sugli aspetti secondari per noi rappresentati dalle considerazioni di natura urbanistica ed ambientalista della vicenda materia che riguarda il sequestro di un ex sito industriale nel centro storico di Gaeta.

Un’ennesima prova, questa, del modo disinvolto come viene interpretato il governo del territorio rispetto al problema, più importante, della possibile sua occupazione da parte di soggetti provenienti dal casertano e dal napoletano.

Noi riteniamo che questo sia, invece, l’elemento sul quale bisognerebbe incentrare le maggiori attenzioni stanti le tante voci che in passato sono corse al riguardo.

Non intendiamo assolutamente insinuare alcunché, né assumere ruoli che non ci competono in ordine al lavoro che debbono svolgere gli inquirenti istituzionali, ma quello che ci inquieta è l’assoluta indifferenza degli ambienti politici – e, diciamolo, anche giornalistici – rispetto ad un tema, quello della penetrazione dei gruppi in questione, che viene di tanto in tanto appena lambito da qualcuno in dichiarazioni pubbliche, ma mai affrontato in maniera esaustiva.

Noi più volte abbiamo chiesto al Sindaco di Gaeta l’elenco degli attuali proprietari dell’area, dopo i vari passaggi di proprietà, ma non abbiamo mai ricevuto riscontro.

Questo comportamento francamente ci sconcerta e ci impone molte domande.

E’ una vicenda lunga, quella di cui stiamo parlando, che ha origini lontane.

Non sarebbe male ricostruirne tutti i passaggi, ammesso che gli inquirenti non l’abbiano già fatto, a cominciare da quelli che riguardano le lunghe trattative con alcuni imprenditori veneti che avevamo mostrato interesse all’acquisto dell’area, trattative che fallirono.

Ecco, ”capire” le cause di quel fallimento ed individuarne i responsabili, per, poi, arrivare, grado grado, alla ricostruzione e l’esame completi di tutti gli atti successivi, già rappresenterebbe un contributo notevole alla verità dei fatti.

Ci fermiamo, ovviamente, qui, per il momento.