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Fuoco all’ufficio protocollo del Comune di Ladispoli. Fatto gravissimo,questo,sul significato del quale non intendiamo pronunciarci fino a quando non ne saranno individuate le finalità che ci auguriamo non siano collegabili con le inchieste in corso nell’ambito di “Mafia Capitale”. A presto.

Fuoco all’ufficio protocollo del Comune di Ladispoli: è caccia all’uomo

COMUNE DI LADISPOLI (FOTO TINO ROMANO)

di DANILA TOZZI

LADISPOLI –

di DANILA TOZZI

LADISPOLI – Si cerca l’autore (o gli autori) dell’incendio doloso che, lunedì sera verso le 21,40, è stato  appiccato all’interno del palazzetto comunale di Ladispoli, davanti all’ufficio protocollo. Un caso che il fuoco sia divampato proprio lì? Grazie al tempestivo intervento delle guardie giurate che vigilano sull’edificio è stato evitato il peggio e dopo aver spento le fiamme con gli estintori, scongiurando il pericolo che si estendessero a tutto lo stabile, hanno chiesto l’intervento dei pompieri. Si sono bruciate una scrivania e una sedia, più altro materiale depositato nell’ufficio, ma limitati i danni perché ormai quasi tutto il cartaceo è stato sostituito da informazioni digitali. Ieri mattina però, come confermato dal sindaco Crescenzo Paliotta, l’attività ha ripreso a pieno regime anche se per il momento è stato sospeso il servizio del  protocollo dove i carabinieri della caserma di via Livorno e la polizia locale, prontamente allertati, hanno ritrovato la tanica di benzina che forse nelle intenzioni del piromane avrebbe dovuto creare molti più problemi. Sul gesto ora si interrogano tutti: amministrazione, investigatori, semplici cittadini. Perchè appiccare il fuoco proprio davanti a quello sportello e in un orario in cui ancora circola gente? Forse perché situato in un luogo più buio e meno visibile all’esterno? Perché lasciare il recipiente di plastica in bella vista? Un atto intimidatorio? Il gesto di uno squilibrato? Tanti gli interrogativi a cui stanno cercando di dare risposte, in queste ore, i militari che stanno visionando le registrazioni delle telecamere, sparse su tutto il perimetro da cui potrebbero ricavarsi immagini utili per la ricostruzione dell’atto e magari riconoscere e riuscire ad identificare chi quell’atto ha compiuto.
Nel fermo immagine si vede una sagoma ma in lontananza e deve comunque essere ben studiata per giungere a una verità accertata. Accanto al luogo dove è stato appiccato l’incendio, c’è anche l’ufficio dei servizi sociali e non sarebbe neppure da escludere che qualcuno, in preda alla disperazione, abbia commesso il gesto dimostrativo a causa di un malessere profondo e una situazione economica difficile.
«Siamo, ovviamente,  nel campo delle ipotesi a tutto tondo- afferma il sindaco Paliotta- ma non abbiamo ricevuto minacce, intimidazioni; c’è stato un consiglio comunale l’altro giorno e ne faremo uno anche stasera. Nessuno ci impedirà di lavorare e andare avanti».
E’ quello che confermano anche gli inquirenti che stanno approfondendo fermo immagini, lavorano alacremente e torneranno sul luogo dell’incidente per acquisire altre prove. Sul posto ieri mattina anche i Ris che hanno lavorato alla ricerca di tracce da analizzare.La caccia è aperta.