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Frosinone: mafie ed illegalità, il prefetto rassicura, ma non è così.

FROSINONE: IMPORTANTE CONVEGNO DELLA CAPONNETTO, DELLO SNARP, DEL WWF E DI ALTRE ASSOCIAZIONI IN UNA PROVINCIA ASSEDIATA DALLE MAFIE, MALGRADO LE “RASSICURAZIONI” DEL PREFETTO

 

 

Il Prefetto “rassicura”, stando ai giornali. Ma la realtà è diversa, molto diversa. Oltre a noi, lo affermano i magistrati della DNA e delle DDA di Napoli e di Roma. Il s. Procuratore distrettuale di Napoli Dr. Antonello Ardituro lo ha detto a chiare note proprio qualche mese fa nei locali della Questura di Frosinone durante una conferenza stampa: ” La camorra ritiene il Basso Lazio parte integrante della provincia di Caserta. Lo dicono le indagini da noi fatte “. 

 

Eppure c´è ancora chi, come il Prefetto di Frosinone, “rassicura”!

 

Si nega l´evidenza dei fatti che vedono i tentacoli delle mafie avviluppare parti importanti dell´impianto economico dell´intera provincia. Non si capisce che, negando l´evidenza e contraddicendo -quel che è più grave! -quanto sostengono i Magistrati antimafia, che sono gli unici ad essere informati perché sono quelli che svolgono le indagini, si abbassa il livello di attenzione sulla presenza mafiosa sul territorio da parte dei cittadini e degli organismi investigativi locali, si disorienta l´opinione pubblica, si alza il livello di sfiducia nelle istituzioni, si favoriscono oggettivamente le mafie. Che brindano!

 

Questi Prefetti vanno rimossi perché non tutelano gli interessi dei cittadini di un territorio!

 

Il Convegno promosso da noi, dallo SNARP, da altre associazioni di consumatori, convegno al quale ha dato una preziosa collaborazione il WWF Lazio con la presenza del suo Presidente Regionale e dell´avv. Vanessa Ranieri, è stato un atto importantissimo per varie ragioni. 

 

Primo, perché ha messo “in rete” vari soggetti che si battono concretamente per la legalità. 

 

Si tratta di una collaborazione effettiva e sistematica fra tutti coloro che sul territorio lottano per assicurane la vivibilità civile e democratica. 

 

Secondo, perché è servito a stimolare le istituzioni sonnolente e disattente a… “darsi una mossa” nel guardare il fenomeno della presenza mafiosa con uno sguardo diverso da quello che finora le ha contraddistinte. 

 

Terzo, perché ha dato un segnale forte ai mafiosi ed ai loro sodali presenti eventualmente nelle istituzioni e nel mondo della politica locali. 

 

Quarto, perché ha contribuito a fornire ai cittadini ed agli organi di stampa un´informazione sulla situazione reale. 

 

Questo è un “cammino” che intendiamo continuare a fare, “in rete” con altri nostri confratelli che si battono, come noi, per la legalità e contro le mafie invisibili ed invisibili, dei colletti bianchi annidati nelle istituzioni, nella politica, nelle banche, negli enti, , bianche, rosse, nere, gialle e di altre razze e specie. 

 

Chi non capisce queste cose, non serve. 

 

Noi siamo soddisfatti per l´esito del convegno per queste ragioni e non solo. 

 

Malgrado le assenze, giustificate alcune, ingiustificate altre. 

 

Gli interventi “forti” (secondo alcuni detrattori) sono serviti a convincere le persone autorevoli presenti che anche in provincia di Frosinone non si può più far finta che… “tutto è a posto”!

 

Da oggi in poi, si cambia registro, come suol dirsi