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Frosinone: ACEA ATO5. Bollette gonfiate illegalmente

GUARDIA DI FINANZA – BOLLETTE GONFIATE ILLEGALMENTE: AL TERMINE DELLA PRIMA FASE INVESTIGATIVA SULLA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO DELLA PROVINCIA DI FROSINONE SEGNALATI AMMINISTRATORI PUBBLICI E VERTITI DI ACEA ATO 5 PER ABUSO D’UFFICIO E TRUFFA AGGRAVATA.

Agli utenti della provincia di Frosinone sono state fatte pagare delle bollette ritenute illegittime per milioni di euro. E’ quanto emerso al termine della prima fase delle indagini disposte dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone e coordinate dalla locale Procura della Repubblica , nel corso della quale sono stati analizzati aspetti della gestione del servizio idrico integrato della provincia di Frosinone e le tariffe applicate da ACEA ATO 5 .

I professionisti, i pensionati, gli operai ed anche gli amministratori pubblici locali e nazionali che si sono rivolti agli investigatori delle fiamme gialle lamentando ciò che stava accadendo nella provincia di Frosinone, sono stati ascoltati e tutte le segnalazioni pervenute sono confluite in una complessa ed articolata indagine sulla anomala gestione del servizio idrico integrato della provincia di Frosinone.

Il Comando Provinciale per lo sviluppo della complessa attività di indagine, ha incaricato gli investigatori del Nucleo di Polizia Tributaria di Frosinone che hanno raccolto le denunce di alcuni sindaci della provincia, sentito amministratori pubblici ed il garante regionale del servizio idrico ed i finanzieri della Tenenza di Sora (FR) che hanno raccolto le denunce dai cittadini, che lamentavano aumenti tariffari spropositati.

Tutti gli accertamenti, condotti nell’assoluto riservo, sono confluiti in un fascicolo processuale della Procura della Repubblica di Frosinone istituito dal Dott. Tonino DI BONA che ha coordinato le indagini condotte dagli investigatori del Nucleo PT di Frosinone, che già nell’ottobre del 2008 avevano visitato gli uffici della Provincia di Frosinone acquisendo gli atti attinenti la “Conferenza dei sindaci” tenutasi il 27 febbraio 2007 ed il flussi informativi relativi al triennio 2003/2005 da parte del gestore ACEA ATO 5 S.p.A.

Al termine di questa prima fase di indagini che ha, tra l’altro, riguardato il riconoscimento ad ACEA ATO 5 dei maggiori costi operativi per il triennio 2003/2005 e la illegittima retroapplicazione della nuova tariffa idrica integrata per i consumi dell’anno 2006, è stato scoperto l’ingente danno finanziario procurato a tutti gli abitanti della provincia di Frosinone con le bollette gonfiate con tariffe illegali.

In sintesi è stato accertato che il gestore del servizio idrico bacino ATO 5 aveva illegittimamente applicato retroattivamente la nuova tariffa pubblicata nel maggio 2008 su consumi relativi agli anni pregressi nonché aumentato la stessa tariffa media di più del 20%, disattendendo il limite legge (coefficiente kappa ) che fissa in tutta Italia gli aumenti tariffari al massimo del 5% annuo, più il tasso di inflazione programmato.

Gli illegittimi aumenti a carico dei cittadini e la retroattività degli stessi sono stati approvati e deliberati, con parere favorevole espresso dalla segreteria tecnica operativa ATO 5, dalla Conferenza dei sindaci del 27/02/2007, presieduta dal presidente della Provincia (anche Presidente dell’autorità d’ambito ATO 5) che anche firmato la delibera presidenziale n. 1 del 5/03/2008 che ha reso applicativi sia gli aumenti che la retroattività degli stessi a carico della collettività.

L’illegittimità di tale procedura è stata:

– oggetto, in data 1 dicembre 2008, di contestazione da parte del Co.Vi.Ri.[1] che in una propria delibera ha esplicitamente ritenuto illegittima la retroattività della delibera 1/2008 che ha investito le tariffe nonché la deroga all’incremento tariffario massimo del 5%; è stato chiaramente intimato all’.A.T.O. n. 5 del Lazio di prendere i necessari immediati provvedimenti amministrativi, onde evitare un intervento diretto (ai sensi dell’Art. 161, comma 7 D.Lgs. n. 152/2006) da parte dello stesso Comitato;

– espressamente già ritenuta illegittima per esplicite violazioni di legge dal Consiglio di Stato[2] (supremo organo giurisdizionale amministrativo).

Infatti, la normativa vigente fissa chiaramente le modalità, i tempi per l’applicazione delle tariffe, nonché l’irretroattività degli aumenti tariffari al fine di non consentire agli amministratori pubblici ed ai gestori dei servizi idrici aumenti tariffari sproporzionati in danno dei cittadini.

Al termine di questa prima fase sono stati ipotizzati i reati di truffa aggravata nell’ambito dell’erogazione di un servizio pubblico (ingenerando nei cittadini l’erroneo convincimento di dovere pagare tali tariffe in base ad un ordine legittimo dell’autorità) ed abuso d’ufficio.

Le posizioni segnalate sono al vaglio dei magistrati della Procura della Repubblica.

Sono in corso ulteriori indagini volte a meglio delineare le ipotesi investigative ed individuare eventuali ulteriori responsabilità.


[1] Comitato per la Vigilanza sull’uso delle Risorse Idriche.

[2] Sentenza nr. 4301 del 9 settembre 2008 emessa dal Consiglio di Stato – Sezione VI, relativa ad analoghi contenziosi e ribadisce i principi generali della legge sulla irretroattività degli atti amministrativi.(Sentenze del Consiglio di Stato: Sezione IV n. 1317 del 07/03/2001; Sezione VI n. 2045 del 01/12/1999; Sezione IV n. 502 del 30/03/1998)