24/10/2023, 13:55
Si sono avvalsi anche della “partnership” di un funzionario all’epoca al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per conseguire in modo illecito i finanziamenti previsti dalle norme in tema di ecobonus, il gruppo guidato dal medico Giovanni Morabito, figlio dello storico esponente della ‘ndrangheta, Giuseppe Morabito detto U’ Tiradrittu, al centro di una indagine della Dda di Milano che oggi ha portato a eseguire 18 misure cautelati di cui 7 in carcere. Come si legge nell’ordinanza, il sodalizio, vicino alla cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti, per ottenere in modo illegale i benefici previsti dalle agevolazioni fiscali si sarebbe servito delle “competenze professionali” e della loro “rete di contatti” .
Avrebbero sfruttato le conoscenze in materia di imprenditori e pubblici funzionari come l’allora funzionario amministrativo contabile in servizio presso la Divisione Bilancio e Contabilità Generale della Direzione Generale del Personale e degli Affari Generali del Mit, il quale al momento non risulta essere indagato.
“E’ un portento, conosce tutti”. A definire il funzionario del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che, con una ‘lezione’ aveva dato una serie di diritte su come fare affari con l’Ecobonus, è il medico Giovanni Morabito, ritenuto a capo del sodalizio. Lo stesso, il 15 marzo 2021, parlando con il suo ‘braccio destro’, Massimiliano D’Antuono, dopo aver ricevuto, nell’ufficio di via Vittor Pisani a Milano, spiegazioni sul meccanismo del bonus e su come organizzarsi per prendere il lavoro assieme ai costruttori ‘amici’, ha espresso il suo apprezzamento. “Le sue affermazioni – si legge nell’ordinanza del gip Domenico Santoro – sebbene stringate, erano comunque significative perché finalizzate a dare la sua approvazione al progetto che, su sua esplicita direttiva, D’Antuono avrebbe dovuto seguire con assoluta priorità”. Il professionista, in grado di dare un contributo chiave, è la sintesi di un passaggio dell’ordinanza, alle iniziative illecite “presenti e future” rappresenta una sorta di “capitale sociale” di cui dispone il gruppo criminale.