Latina, 2-12-2003
Ai Sindaci della Provincia di Latina
Al Prefetto di Latina
Al Ministro degli Interni – Roma
La nostra Associazione lo sta denunciando da tempo: è in atto una forte offensiva delle mafie per accaparrarsi ampi segmenti dell’economia del Lazio e, in particolare, della provincia di Latina.
Partiti politici, fatta qualche eccezione, organizzazioni sociali ed economiche, sindaci ed altre istituzioni, parte della stampa, ecc. stentano a prendere coscienza di un fenomeno che è in continua crescita ed è diventato da molto tempo allarmante.
I continui segnali di allarme lanciati dalla DIA sembrano non fare breccia in un muro di indifferenza, la cui causa non riusciamo a capire se sia conseguenza solamente della non conoscenza dei fatti o di altro.
Certo è che le mafie, se non avessero sponda nelle istituzioni e nella politica, non riuscirebbero comunque, anche mimetizzandosi come sono solite fare, ad aggiudicarsi appalti pubblici ed anche privati.
C’è, quindi, il versante delle contiguità politiche che non si vuole scandagliare a fondo, anche dopo le rivelazione dell’Espresso che alcuni mesi fa ha reso noti alcuni nomi che sarebbero venuti fuori da intercettazioni telefoniche disposte dall’A. G. di Palermo relativamente ai lavori che hanno interessato i porti di Gaeta, Civitavecchia, e che potrebbero interessare quelli di Terracina, San Felice, Anzio…
Abbiamo da tempo indicato le aree che più delle altre sono nel mirino dei clan, da Gaeta, Formia, Minturno, Fondi e tutto il sud pontino, a Terracina, San Felice Circeo, Sabaudia, Latina, Cisterna, Aprilia, Pomezia, il litorale romano e così via.
Il nostro sito internet è pieno di documenti con notizie, valutazioni, ecc Non compete a noi indagare e raccogliere elementi che provano quanto sia grave non “il rischio di infiltrazioni mafiose”, come qualcuno stupidamente o colpevolmente continua a sostenere, ma l’avvenuta e crescente infiltrazione nel nostro tessuto economico, sociale e (speriamo non sia vero) politico ed istituzionale.
Non ci è dato da sapere, al momento, cosa stiano facendo, dopo le nostre segnalazioni, Procura della Repubblica, Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia di Stato di Latina.
Ci riferiamo, in particolare, alle indagini patrimoniali, a quelle relative alla “provenienza” dei flussi finanziari, al comportamento dei sindaci, dei direttori di banche, dei notai e quant’altri.
A proposito dei sindaci, inoltre, ci domandiamo cosa stiano aspettando per istituire in ogni comune un “assessorato alla sicurezza” che si dedichi esclusivamente, e non solo formalmente, a monitorare la situazione sul territorio ed a segnalare all’A. G. ogni caso sospetto.
Asgli stessi sindaci chiediamo, oltre all’istituzione di tale Assessorato, la redazione di un Regolamento che fissi le regole per la destinazione dei beni confiscati alle mafie e l’intitolazione in ogni comune di una piazza o una strada a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino o Antonino Caponnetto.
Ciò rappresenterebbe un segnale importante della volontà delle istituzioni di contrastare la criminalità organizzata.
Per IL CONSIGLIO DIRETTIVO
il segretario dr. Elvio Di Cesare