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“Formia, Gaeta e Fondi, roccaforti di camorra”, abbiamo scritto qualche tempo fa. Le conferme arrivano, puntuali, una dopo l’altra. Ma siamo solo all’inizio e c’è dell’altro

“FORMIA, GAETA E FONDI: LE ROCCAFORTI”, TITOLA “CRONACHE DI NAPOLI” A PAGINA 16 DELL’EDIZIONE DI OGGI 20 LUGLIO 2010

Roccaforti di camorra, ovviamente.

Enzo Carraturo ci dedica un quarto di pagina.

Con riferimento a tutti i clan che ormai sono diventati di casa nel sud pontino, estendendo la loro influenza fino a Cisterna-Aprilia, tanto per limitarci alla provincia di Latina.

“Locali notturni, stabilimenti balneari e villette trasformate in covi per latitanti: così la malavita ha messo le mani sul sud pontino”, nel sopratitolo.

E, poi, si parla di alberghi, bar, pub, ristoranti, supermercati, esercizi commerciali e quant’altro. Dovunque si fa business troviamo camorra, costa nostra, ndrangheta e mafie straniere, dai cinesi ai rumeni, russi ecc.

Per noi tutte cose note e stranote, purtroppo

A parte riportiamo i servizi del giornale napoletano che trattano dell’ultima operazione di polizia che ha portato all’arresto dei 23 individui del clan Longobardi-Beneduce e della ndrina calabrese dei Gallace tutti operanti anche sul litorale laziale, fra Pozzuoli ed almeno Anzio-Nettuno.

Un’operazione di polizia che ha avuto origine da alcune indagini del personale del Commissariato di Formia, al quale giungano le espressioni della nostra gratitudine e i nostri rallegramenti.

Ma ci sia consentita una considerazione, come al solito amara.

I più fanno finta di rallegrarsi e si sbracciano nel complimentarsi con forze dell’ordine e magistratura.

Ma non fanno altro! Come anche notiamo che la stampa, la maggior parte di questa, quasi mai spende qualche rigo per stimolare la gente a collaborare, ad essere cittadinanza attiva nella lotta alle mafie.

Ci si sofferma sempre sull’aspetto narrativo di questi fatti e basta.

Mai ci si domanda su quante responsabilità di questa invasione di “persone perbene”-si fa per dire –ha ognuno di noi.

Mai ci si domanda se per caso qualcuno di noi abbia venduto a quei signori un villa, un appartamento, un negozio, un terreno o se si sia fatta costruire casa da una ditta riconducibile ad essi o anche se abbia affittato, senza peraltro dichiararlo al fisco ed al Commissariato di zona, qualche abitazione nel periodo estivo senza, peraltro, dichiararlo al fisco ed al Commissariato di zona.

Pecunia non olet!…

Mai ci si domanda quale contributo ognuno di noi abbia dato nel combattere questi delinquenti e le tante persone cosiddette perbene che stanno sicuramente dietro di essi.

Conniventi, soci in affari, quanti hanno visto ed hanno taciuto, quanti anche nelle amministrazioni pubbliche li hanno favoriti, nel silenzio generale di tutti.

Il delinquente fa il delinquente e a noi, oltre che detestarlo, non resta che prenderne atto e farlo possibilmente arrestare.

Quello che ci fa arrabbiare sono l’omertà, le complicità soggettive od oggettive, i silenzi di tutte quelle persone che appaiono perbene ma che in effetti sono più delinquenti dei delinquenti acclarati.

Un esercito di zompi, di pusillanimi, di collusi, di corrotti e di veri mafiosi.

L’”area grigia”, connivente con le mafie, di cui parliamo sempre e che in effetti è la vera mafia, quella più pericolosa perché non appare.