Cerca

Formia Connection, estorsioni alla coop: a Palazzo sapevano

Formia Connection, estorsioni alla coop: a Palazzo sapevano

Di clemente pistilli

03/10/2019

Sedici anni fa, quando chi parlava di mafie in provincia di Latina veniva solitamente accusato di fare solo allarmismo e quando gli unici crimini di cui veniva considerata responsabile la malavita erano quelli di strada, lontani dai Palazzi, a Formia era in piena attività un “gruppo criminale” messo su da Angelo Bardellino, nipote del fondatore del clan dei Casalesi. E il rampollo della nota famiglia originaria di San Cipriano d’Aversa, trasferitasi a Formia nel corso della guerra esplosa all’interno della stessa organizzazione criminale di Casal di Principe, aveva già fiutato che attorno ai Palazzi si potevano fare affari, estorcendo per un anno intero alla coop Solidarietà sociale il denaro ottenuto dal Comune per occuparsi dei lavori di manutenzione.

Un clima pesante e una catena di estorsioni noti agli stessi pubblici amministratori, all’allora sindaco Sandro Bartolomeo e ad altri, che con le loro testimonianze, anche quando hanno parlato soltanto di aver sentito delle voci, hanno contribuito a blindare le accuse nei confronti di Angelo Bardellino e dei suoi “soldati”, Tommaso Desiato, Franco D’Onorio De Meo e Giovanni Luglio, arrestati a giugno dopo che la Cassazione ha reso definitive le loro condanne nel processo relativo proprio a quelle estorsioni, denominato “Formia Connection”.

Particolari che ora emergono dalle motivazioni della sentenza emessa dalla Suprema Corte, appena depositate, e che scrivono un capitolo della storia criminale del sud pontino che non può più essere messo in discussione: una verità giudiziaria.

Per le estorsioni a Giovanni Cianciaruso, presidente della coop che lavorava per il Comune, Angelo Bardellino è stato condannato in via definitiva a sette anni e cinque mesi di reclusione, Luglio a sette anni, e Desiato e De Meo a sei anni e undici mesi.

Una sentenza arrivata a distanza di sedici anni dai fatti e dalle indagini svolte dal commissariato di Formia, che ha blindato quella emessa nel 2017 dalla Corte d’Appello di Roma.

Le difese degli imputati avevano avanzato dubbi sull’attendibilità delle dichiarazioni della vittima e sostenuto che non vi erano riscontri a quelle accuse.

Dalle motivazioni ora depositate dalla Cassazione emergono le ragioni per cui i giudici hanno ritenuto infondati i motivi alla base dei ricorsi e tracciato un quadro pesante su quello che Formia era già sedici anni fa, un territorio in cui pochi mesi prima di finire in carcere Bardellino è diventato imprenditore cinematografico e vi sono state anche proteste per l’intervento con cui la prefettura ha stoppato la presentazione pubblica del libro sugli stessi Casalesi scritto da Antonella D’Agostino, ex moglie di Renato Vallanzasca, su cui si è basato il film prodotto proprio dal nipote del fondatore del clan.

Gli ermellini hanno precisato che l’attendibilità delle dichiarazioni di Cianciaruso è provata da quanto dichiarato da altri testimoni, dalla consulenza contabile disposta dalla Procura e dai servizi di pedinamento e da quelli di osservazione svolti dal commissariato, con cui sono stati monitorati gli incontri tra il presidente della coop e i condannati.

Ma a pesare sono state anche le informazioni acquisite dal sindaco e dagli altri componenti dell’amministrazione comunale”, che escussi quali testimoni confermavano lo stato di intimidazione della predetta persona offesa”. Anche a Palazzo insomma sapevano.

I giudici hanno poi sottolineato che “le richieste formulate all’indirizzo della vittima erano proprio dirette ad ottenere i pagamenti delle somme non dovute al gruppo criminale e mai a recuperare crediti insoluti”.

Una sentenza infine che scolpisce anche la figura di Angelo Bardellino, definendolo un uomo che dava “mandato ad altri soggetti di svolgere attività intimidatorie nei confronti della vittima” e che era solito appoggiarsi a diversi soggetti per l’esecuzione delle attività intimidatorie”.

Verità giudiziarie che fanno crescere il tomo sulla criminalità nel sud della provincia di Latina e sulla sua evoluzione.

 

Fonte:https://www.h24notizie.com