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Fondi: sequestro di beni intestati ad uno degli arrestati nell’ambito dell’operazione “Damasco” della DDA di Roma

“CASO FONDI”: ALLA RICERCA DI UN “ESCAMOTAGE” CHE EVITI LO SCIOGLIMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE? FONDI COME ARDEA?

Pressioni sul Ministro Maroni perché non firmi la richiesta di scioglimento dell’Amministrazione di Fondi?

La voce corre, sussurrata a mezza bocca, in ambienti solitamente ben informati.

La sensazione che noi abbiamo avuto il giorno del nostro incontro al Ministero dell’Interno, però, ci porterebbe ad escludere una soluzione del genere.

Ma, siamo in Italia e… tutto è possibile. Certo è che i tempi si stanno allungando in maniera davvero inspiegabile!

Il “caso Ardea” docet. Malgrado i dossier, i libri bianchi o neri, le nostre denunce e quant’altro,

il Prefetto di Roma – all’epoca Achille Serra, ora parlamentare del PD – non ravvisò, a suo dire, dalla lettura degli atti redatti dalla Commissione di accesso, elementi per sciogliere l’Amministrazione di Ardea e chiuse la vicenda con una serie di… prescrizioni che, poi, nessuno più ha controllato se siano state rispettate o meno. Qualcuno ci ha detto di no.

Ma sul “caso Ardea” chiederemo una verifica al nuovo Prefetto di Roma, appena questo si sarà insediato.

Il “ caso Fondi” è diverso, in gran parte, da quello di Ardea, perché nel centro pontino c’è stata – e sembra che sia ancora in corso- una seria inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che ha portato già all’emissione di alcuni ordini di custodia cautelare e, fra l’altro, al sequestro, oggi 13 novembre 2008 – questa volta da parte della Questura di Latina – di beni, per un valore di 8 milioni di euro, intestati ad uno degli arrestati. Un “caso”, quindi, molto, molto più serio di quello di Ardea.

La cittadina pontina, inoltre, viene indicata da tempo, insieme a Terracina, Gaeta e Formia, dalla Direzione Nazionale Antimafia come una delle più infiltrate dalla criminalità organizzata.

Il far finta di niente, il continuare a prendere tempo ignorando quanto avrebbero accertato, secondo le notizie riportate da alcuni organi di stampa, non solo la Commissione di accesso nominata dal Prefetto di Latina, ma, soprattutto, la Direzione Distrettuale Antimafia, porterebbe ad un ulteriore, gravissimo, irreversibile scadimento di immagine delle Istituzioni.

Dicevamo del sequestro odierno da parte della Questura di Latina di beni per un valore di 8 milioni di euro intestati ad uno degli arrestati fondani.

Raramente in provincia di Latina si è arrivati ad applicare nei tempi andati la legge concepita e fortemente voluta, prima del suo assassinio, da Pio La Torre

L’operazione condotta oggi dalla Questura di Latina ci lascia ben sperare che, finalmente, si voglia imboccare la strada giusta. Speriamo che si continui a percorrerla.

Lo stiamo gridando da anni, finora inascoltati da tutti, istituzioni, partiti, sindacati, associazioni e così via: indagini patrimoniali, indagini patrimoniali, indagini patrimoniali.

“Provenienza “ dei patrimoni e collusioni fra mafie e politica.

Questi sono i due versanti sui quali forze dell’ordine e magistratura debbono incentrare la loro attenzione ed i loro sforzi. Tutto il resto è marginale e non risolutivo.

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