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Fondi: l’attentato al coordinatore del Comitato contro le mafie Bruno Fiore

«Poteva avere conseguenze drammatiche». Sono queste le prime parole degli uomini della polizia scientifica, che nella nottata di ieri sono accorsi alla chiamata di un attentato alle auto di Bruno Fiore, portavoce del coordinamento antimafia ed esponente del Pd, e della moglie Rita Capasso, parcheggiate sotto la propria abitazione in via Udine. Ignoti delinquenti, verso le 23.30 di lunedì, hanno imbevuto le gomme e cosparso di benzina la Renault Scenic e la Daewoo Leganza con una latta di venti litri, alla quale è stata innescata una cordicella di circa un metro. Una provvidenziale casualità ha scongiurato un’altra notte di fuoco e di terrore in una città in cui si sono succeduti dall’inizio dell’anno 19 atti criminosi contro auto di commercianti e negozi. Infatti, pochi attimi dopo la preparazione dell’attentato che avrebbe scatenato l’inferno, una vicina di casa dei coniugi Fiore era scesa in cortile dov’è stata insospettita da un forte odore di benzina. Ha deciso così di avvisare i vicini. Bruno Fiore, si è precipitato in strada con la consorte. Hanno fatto in tempo a liberare il tetto delle auto dagli stracci imbevuti di benzina, evitando così una deflagrazione che poteva provocare seri danni non solo alle persone ma anche alle case di via Udine. La donna non ha fatto in tempo avedere gli attentatori, favoriti dal buio della zona. Poco dopo sono arrivati gli agenti del commissariato di polizia – che indagano sulla vicenda insieme ai colleghi della Digos di Latina – i carabinieri e i “Falchi” della protezione civile. Sul dolo non ci sono dubbi. Dalle prime ipotesi sembra che Bruno Fiore sia stato seguito da tre-quattro persone fino a casa subito dopo essere uscito dalla riunione del “Comitato di lotta permanente alle mafie”, intorno alle 22,30. Era appena rincasato quando è arrivato l’allarme della vicina. «Un clima di intimidazione creato ad arte – dice Fiore – che non mi fermerà certo». Numerosi gli attestati di solidarietà arrivati all’ex consigliere, tra i quali, quelli del segretario nazionale del Pd Dario Franceschini, che condannando «il clima di intimidazione che la criminalità cerca di imporre a Fondi». Sulla stessa lunghezza d’onda , fra gli altri, il presidente della Regione Piero Marrazzo, l’Italia dei Valori, Vannino Chiti, Luisa Laurelli e il Pdl di Fondi, i cui rappresentanti l’ex sindaco Luigi Parisella e Salvatore De Meo «condannano e stigmatizzano apertamente tale episodio» e si augurano che «le forze dell’ordine riescano ad individuare i responsabili di un gesto folle, insensato e ignobile». Forze dell’ordine che ieri pomeriggio hanno affrontato l’argomento nel corso della riunione tecnica di coordinamento in Prefettura.
Gaetano Carnevale

(Tratto da Il Messaggero)