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Fondi, Castellammare, Giugliano: la criminale trasversalità. di Francesco de Notaris.

C’è poco da raccontare. Tutti
ne sono a conoscenza.

A Castellammare di Stabia vengono offerte
tessere di Partito ad autentici delinquenti e tra costoro all’assassino
di un consigliere comunale.

A Fondi l’intero consiglio comunale si
dimette un momento prima del provvedimento di scioglimento decretato
con estremo ritardo dal Consiglio dei Ministri.

A Giugliano la
Guardia di Finanza del generale Giovanni Mainolfi spalanca porte e
finestre su una delle più grandi speculazioni edilizie avvenute in
Campania.

Un albergo, 98 villette, insomma un pezzo di città abusiva
edificata in regime di collusione che rende evidente la natura della
camorra.

Tre ex sindaci, due direttori didattici ed ex
amministratori, numerosi ingegneri, architetti, geometri, imprenditori
e proprietari di terreni, componenti della commissione edilizia,
ingegnere capo e architetto e funzionario comunale e qualche medico, un
docente universitario, un magistrato, l’attuale manager del Cardarelli,
il più grande complesso ospedaliero del Mezzogiorno, componenti della
commissione edilizia: 38 persone, un’allegra brigata coinvolta in ogni
tipo di falsificazione.

Per alcuni di questi soggetti è stato
contestato l’at.7 della legge 203/91 per aver agito per rafforzare
l’azione dei clan e con azioni di tipo mafioso.

Tutti insieme con
esponenti di clan camorristici con i quali i più “autorevoli” si
sarebbero  incontrati, come emerso dalle indagini, per meglio
organizzare la speculazione, la truffa aggravata intorno alle
concessioni impossibili.

Stella polare dell’impresa era il “condono”
atteso e invocato per il quale danzavano come tribù primitive in attesa
della pioggia.

Invece di pregare , questi signori, ognuno dei quali
ha fatto carriera in questi anni, facevano domanda di sanatoria per
terreni sui quali cresceva l’erba, e poi si esercitavano nel
fotomontaggio, usavano timbri postali al laser…con date antecedenti
all’introduzione del laser da parte delle Poste, si servivano di un
protocollo artefatto, favoriti anche da provvidenziali furti di
pratiche di condono.

La corruzione è ormai estremamente diffusa; è di
tipo trasversale e interessa imprenditori, faccendieri, liberi
professionisti, pezzi importanti della P.A., politici, amministratori,
soggetti di ogni provenienza sociale.

Nei piccoli centri chiunque si
dichiara appartenente a partiti, costituisce liste, fonda movimenti
civici e si candida fuori da ogni autentico progetto politico. Non di
rado si realizzano convergenze con parlamentari o consiglieri regionali
che sono espressione o vicini a clan criminali.

La camorra è “un
insieme” di delinquenti che agiscono come se fossero cooperative …a
fini di lucro.

Le cupole non di rado sono proprio in organismi che
tradiscono il ruolo che dovrebbero svolgere a servizio della comunità.

Ed è surreale assistere a dibattiti pubblici nei quali esponenti anche
autorevoli di partiti di maggioranza e opposizione ai vari livelli
rinfacciano l’un l’altro responsabilità che emergono dalle inchieste
degli Organi preposti e competenti.

Il denaro pubblico illecitamente
erogato crea generazioni di nuovi ricchi, ingrassa burocrati voraci che
si nascondono dietro la maschera del moralismo e dell’efficienza,
tentando di apparire intransigenti con i deboli, alimenta ricatti e
carriere conseguenti.

Se non verranno uomini nuovi e determinati nel
porre fine in maniera democratica e con autorevolezza al degrado, alla
criminalità mafiosa questo Paese non si salverà come personalità del
calibro di Pertini, Moro, Berlinguer affermarono in tempi relativamente
recenti, per non richiamare i de Gasperi, de Nicola, e Ciampi e
Scalfaro e Tina Anselmi e  le donne e gli uomini migliori di questa
Italia tra i quali molti dettero la vita e ricordo Bachelet, Falcone,
Ruffilli, Mattarella, Borsellino,Chinnici, B.Giuliano, Livatino e
Impastato, La Torre, Del Prete, Dalla Chiesa, Fava, Siani, Rizzotto.
don Diana, don Puglisi e molti, molti che forse non abbiamo meritato.

Francesco De Notaris