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Fondi: anche l’attacco alla libertà di informazione

QUANDO LE PAROLE DIVENTANO MACIGNI

Quando un rappresentante di un’importante istituzione quale dovrebbe essere Armando Cusani, Presidente della Provincia di Latina, usa un linguaggio violento ed aggressivo per attaccare dei giornalisti che non stanno facendo altro che il proprio dovere di inviati di due importanti programmi della televisione pubblica, dimostra, ancora una volta, la poca dimestichezza che ha con concetti quale quello di libertà di espressione delle opinioni. Vengono, allora, in mente le parole del giornalista e scrittore Roberto Saviano che, nella sua “Lettera all’Italia infelice”, pubblicata dal settimanale l’Espresso in edicola questa settimana, afferma “Se la libertà è divenuto tema di dibattito continuo, quasi ossessivo in Italia vuole dire che qualcosa non funziona. Verità e potere non coincidono mai e quello che sta accadendo in questi giorni lo dimostra.”

Definire dei giornalisti “bestie feroci”, “truppe cammellate”, che hanno quale fine quello “dello sputtanamento del Popolo delle Libertà in ambito nazionale”, significa che il linguaggio berlusconiano, diventa attacco sostanziale alla libertà di stampa.

Armando Cusani si scopre, ogni giorno di più, il più spregiudicato difensore dei suoi amici di partito. Non uomo delle istituzioni, ma colonnello in servizio permanente ed in guerra aperta contro il nemico.

L’ex Sindaco Luigi Parisella e il Senatore Claudio Fazzone, hanno sempre dichiarato la loro disponibilità al confronto diretto con chiunque per poter esprimere le loro posizioni riguardo alle vicende del “caso Fondi”. Ma quando si tratta di essere intervistati dai giornalisti e poter dichiarare le “loro verità”, reagiscono con gli schiaffi e i pugni.

Evidentemente essi desiderano parlare solo con giornalisti con l’elmetto in testa o, meglio ancora, con giornalisti con l’elmetto davanti agli occhi.

Armando Cusani, il gentleman della politica nostrana, parla di agguati tesi alle due “vittime”. E afferma che questi giornalisti “per la loro invadente insistenza hanno rischiato fisicamente”, quasi un avvertimento di quello che potrebbe succedere a chi si provasse a documentare la gravità delle cose accadute a Fondi e del vergognoso tentativo di insabbiamento della richiesta di scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.

Vogliono essere invitati in trasmissione Cusani, Parisella e Fazzone, perché così ritengono di potersi meglio difendere. E’ questa, chiaramente, l’ennesima contraddizione perché da una parte si considerano Annozero e Ballarò, programmi politicamente pilotati e dall’altra si pensa di avere la possibilità di esprimere liberamente le proprie opinioni solo in diretta. Saranno le redazioni delle due testate giornalistiche a valutare l’opportunità di tale partecipazione.

A tanto squallore di incultura politica ed istituzionale, si può rispondere solo citando  l’ultima parte della Lettera citata di Roberto Saviano  dove si afferma “Raccontare la realtà non significa infangare il proprio Paese: significa amarlo, significa credere nella libertà. Raccontare è l’unico dannato modo per iniziare a cambiare le cose.”

Fondi, lì  19 Ottobre 2009

Bruno Fiore, Coordinatore Partito Democratico di Fondi