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Foggia e provincia, lo Stato non ha i numeri per combattere la criminalità. Attivisti: “La situazione è esplosiva”

Il Fatto Quotidiano, Domenica 5 marzo 2017

Foggia e provincia, lo Stato non ha i numeri per combattere la criminalità. Attivisti: “La situazione è esplosiva”

Procura della Repubblica sotto organico, sede della Direzione distrettuale antimafia troppo lontana e reparti investigativi in sofferenza: questa la risposta ai 28 clan (con 900 affiliati) che tengono sotto scacco una delle province con il più alto tasso di reati in proporzione alla popolazione residente

di Andrea Tundo

Procura e forze dell’ordine sotto organico rispetto ad altre realtà, costrette agli straordinari per contrastare l’escalation di omicidi, attentanti e rapine in provincia di Foggia. Una situazione da molti definita “critica”, come dimostrano i tre morti ammazzati a Vieste e San Severo, più un probabile caso di lupara bianca a Torremaggiore. Tutto nell’ultimo mese. Le mafie foggiane hanno creato una “situazione esplosiva” e oltre ai centri più caldi, l’attenzione è alta anche attorno a quanto avviene a Cerignola e al comune capoluogo, al centro di una guerra tra clan fino allo scorso settembre e ora all’apparenza dormiente. A combattere in una delle province con il più alto tasso di reati in proporzione alla popolazione residente, ci sono in prima linea una Procura – che deve tenere sott’occhio un territorio molto esteso – e le forze dell’ordine, da tempo in attesa di rinforzi e di un ricambio generazionale.

In procura 4 sostituti in meno – A Foggia ci sono 18 sostituti procuratori e due aggiunti, coordinati da Leonardo Leone De Castris, magistrato di lungo corso e tra i papabili per la direzione della DDA di Lecce, rimasta sguarnita dopo il pensionamento di Cataldo Motta. Diciotto sostituti contro 28 clan criminali e oltre 900 affiliati, secondo le stime del ministero dell’Interno risalenti alla primavera 2015. Hanno anche rischiato di rimanere in 17, nonostante dovrebbero essere in 22 a sorvegliare sulla Società foggiana e sulla mafia del Gargano. Quattro in meno, dunque, per controllare tutta la provincia più Margherita di Savoia, Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia, comuni che appartengono alla provincia BAT ma ricadono sotto la giurisdizione della procura foggiana. A conti fatti vuol dire circa 700mila persone, oltre a circa 30mila irregolari.

L’Antimafia? È a Bari – Di fronte a questi problemi, negli scorsi anni, era stata vagliata l’ipotesi di istituire una Direzione distrettuale antimafia. Una richiesta spinta anche dal basso, grazie ai movimenti Populus e a DauniAttiva.it, che hanno proposto l’istituzione di una sede operativa dell’Antimafia barese ovvero una sorta di sezione distaccata, come ne esistono già 9 in Italia. Ma almeno l’ipotesi di una Dda autonoma sembra essere già tramontata perché rimodellare la geografia giudiziaria ed elevare Foggia a capoluogo di distretto avrebbe comportato effetti a catena sulle sedi vicine. Per comporre un distretto servono infatti tre tribunali: se Foggia fosse diventata autonoma, Bari sarebbe scesa a due tribunali sotto la sua competenza e questo avrebbe avuto effetti anche sullaDDA leccese. Così la provincia dauna è rimasta sotto l’ala di Bari, dove due sostituti procuratori si occupano esclusivamente di quanto avviene tra Foggia-Basso Tavoliere e Gargano-Alto Tavoliere.

Arriva il Ros, ma restano i problemi – Ai numeri striminziti della procura – che grazie al lavoro di De Castris ha comunque ricevuto risorse dal Csm negli scorsi anni – si unisce un problema legato ai reparti investigativi, costretti a operare in un contesto difficile sia a livello territoriale che di numeri. Basti pensare al reparto operativo dei carabinieri, impegnato in questo momento nelle indagini su tre omicidi (due di competenza dell’Antimafia barese) e un caso di lupara bianca facendo gli straordinari per chiudere il cerchio attorno all’escalation di violenza dei clan, soprattutto a San Severo e Vieste. L’Arma ha recentemente istituito un nucleo del Ros – sarà operativo a breve – che dipenderà dalla sezione anticrimine di Bari. Difficoltà si registrano anche nella Polizia che può contare su quattro commissariati (Manfredonia, San Severo, Lucera e Cerignola) e attende un ricambio generazionale, definito da più parti “urgente”.

Libera Foggia: “Territorio difficile, servono più risorse” – “È ormai da tempo che le istituzioni locali e le forze dell’ordine raccontano delle difficoltà nel controllo del territorio anche a causa dell’organico. Il lavoro di procura, polizia e carabinieri è straordinario ma hanno bisogno di una mano. Sulla provincia di Foggia bisogna accendere le luci, la situazione è esplosiva”, spiega a ilfattoquotidiano.it Salvatore Spinelli, coordinatore provinciale di Libera. “Un tempo sembrava che le mafie foggiane non esistessero, si è sottovalutato il problema fino a renderle molto forti sul territorio. Ora più che mai è il momento di stare accanto agli inquirenti, che necessitano di strumenti e risorse per controllare uno dei territori più problematici, come raccontano le relazioni della Dia – continua – Dopo la presa di coscienza e le dichiarazioni d’intenti, ci vogliono gli investimenti”.