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Fermate L’espresso

Dalle intercettazioni degli inquirenti emerge quanto il comitato di affari che sfruttava gli appalti  della Protezione Civile temesse le inchieste di Fabrizio Gatti sul G8 alla Maddalena e le sue partecipazioni ad Anno Zero. Al punto da sorvegliare il lavoro dell’inviato de L’espresso

LEGGI: IL TESTO DELLE INTERCETTAZIONI

«Emblematica è la vicenda relativa alla trasmissione Anno Zero in cui il giornalista Gatti autore dell’articolo de L’espresso che tanto ha preoccupato gli indagati, avrebbe dovuto partecipare parlando dei lavori alla Maddalena per il G8; gli indagati si danno da fare perché ciò non avvenga e comunque si dimostrano interessati». Dall’atto di accusa dei magistrati fiorentini emerge come fosse in allarme il comitato di affari che sfruttava gli appalti della Protezione civile per gli articoli de L’espresso e di Fabrizio Gatti, che per primo nel dicembre 2008 ha denunciato l’intreccio tra le opere del G8 alla Maddalena, Angelo Balducci e gli interessi del costruttore Anemone.

Gli inquirenti intercettano le discussioni tra gli indagati, che si mettono in allarme non appena leggono le anticipazioni dell’inchiesta giornalistica. E – scrivono i magistrati – dopo un vertice tra Guido Bertolaso e Balducci decidono di compilare un documento falso proprio per rispondere all’articolo in questione. «Inoltre Bertolaso viene coinvolto anche a seguito della pubblicazione, sul settimanale L’espresso di un articolo intitolato “Scandalo Formato G8” nel quale vengono fatti riferimenti a presunte collusioni tra Balducci Angelo e alcune imprese riconducibili alla famiglia Anemone. Nell’occasione viene coinvolto il Bertolaso, in contatto sia con il Balducci che con l’Anemone». «Dalle successive conversazioni intercettate si comprende che nel corso dell’incontro tra il Balducci e il Bertolaso è stato concordato di fare predisporre al commercialista Gazzani una nota di chiarimento sul fatto che la società Erretifilm – menzionata nell’articolo in questione come riconducibile alla cointeressenze della famiglia Balducci e della famiglia Anemone – non ha mai operato (circostanza questa smentita dalle indagini di p.g.) – ; il contenuto di questo elaborato viene utilizzato dal Balducci nella predisposizione della nota ufficiale di chiarimenti inviata al Bertolaso».

Anche la nota ufficiale – trasmessa all’epoca a L’espresso nel tentativo di smentire l’inchiesta di Gatti – è stata quindi realizzata falsificando la realtà. Gli indagati infatti si rendono conto che il giornalista ha individuato il punto debole del loro patto: le società hanno la stessa sede in una villa di Grottaferrata ai Castelli Romani. Lo sottolinea subito Roberto Di Mario quando il 23 dicembre 2008 chiama immediatamente Balducci: «Sul prossimo numero de L’espresso – c’è già l’anticipazione sul sito – c’è un articolo di Fabrizio Gatti che è piùttosto brutto. Nel senso che parla di appalti G8, fa il nome di Bertolaso, il tuo e poi anche di Anemone… sostanzialmente hanno fatto questa verifica a Grottaferrata per cui hanno trovato che all’indirizzo dell’amministratore dell’Anemone c’è anche la casa di produzione cinematografica… c’è anche il nome di Rosanna (moglie di Balducci)».

Da quel momento sorvegliare le dichiarazioni e gli articoli di Gatti diventa prioritario per il comitato di affari. Che – scrivono i magistrati – cerca di impedire che sulle reti Rai vengano rilanciati i risultati dell’inchiesta de L’espresso. Il capitolo “Pressioni sui mass media” evidenzia la capacità di «fare pressioni sui mass media (e del resto Balducci risulta avere profondi rapporti con il direttore generale della Rai Mauro Masi alle cui richieste non si sottrae)». Cercano di impedire che Report di Milena Gabanelli dedichi una puntata alla vicenda della Maddalena. La loro preoccupazione diventa massima quando scoprono che Fabrizio Gatti sarebbe stato ospite di Michele Santoro ad Anno Zero, in un numero dedicato al lavoro nero. Un attore Patrizio La Bella – che si era presentato a Gatti come portavoce degli Anemone – li informa: «Mi ha detto che parlerà esclusivamente della sua esperienza a Lampedusa». Ma nella trasmissione – seguita in diretta dai personaggi intercettati – Gatti denuncia lo stesso lo scandalo delle opere del G8: «Ha detto “Io ho fatto un servizio sui lavori dell’isola della Maddalena e anche lì in cantiere sono guidati dai caporali praticamente i caporali pagano gli stipendi agli operai”. Mo’ sta parlando di un’altra cosa». Nelle loro «attività di intelligence» – come le definiscono i magistrati – continuano per mesi a sorvegliare il lavoro di Gatti e de L’espresso. A fine giugno 2009 pensano di essere ormai al sicuro: «Diciamo che comunque il problema è concettualmente risolto… L’espresso mi pare pure molto tranquillo…».

Dopo quella data L’espresso ha invece pubblicato altre tre inchieste – firmate da Gatti e da Marco Lillo – dedicate alla malagestione delle opere affidate alla Protezione civile, continuando ad approfondire l’intreccio tra la struttura di Bertolaso, Balducci e gli Anemone.

(Tratto da L’Espresso)