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FdI cancella il danno erariale: bavaglio alla Corte dei Conti

RIFORMA – Il governo prepara una norma per evitare il controllo successivo sugli atti

DI GIACOMO SALVINI – Il Fatto Quotidiano

9 DICEMBRE 2023

Il governo Meloni sta preparando una riforma della Corte dei Conti che limiterebbe fortemente i poteri dei giudici contabili. L’obiettivo è quello di ridurre il più possibile le funzioni di controllo successive, cioè quelle che seguono l’approvazione di un atto amministrativo che comporta spese o di un’opera pubblica. L’idea, allo studio ai vertici di Fratelli d’Italia e condivisa tra ministero della Giustizia e Palazzo Chigi, è quella di eliminare la cosiddetta “paura della firma”, il timore di amministratori e dirigenti pubblici di autorizzare progetti od opere pubbliche col rischio di essere poi perseguiti dalla Corte dei Conti per danno erariale.

Una riforma che servirà soprattutto per limitare i poteri dei giudici contabili dopo il primo provvedimento legato alle opere del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Già a maggio il governo aveva eliminato il cosiddetto “controllo concomitante” della Corte dei Conti sul Pnrr e anche la possibilità di contestare lo scudo erariale fino al 2026. Per evitare la cosiddetta “paura della firma”, quindi, il governo si è mosso in due direzioni: dal punto di vista penale con l’abolizione dell’abuso d’ufficio inserita nel disegno di legge Nordio in discussione al Senato e ora si prepara a una norma di sistema per limitare i poteri dei giudici contabili.

Il provvedimento, che potrebbe essere approvato in uno dei Consigli dei ministri di fine anno o al massimo a inizio 2024, prevederebbe la quasi eliminazione del controllo “successivo” sugli atti firmati da dirigenti pubblici e amministratori locali. In sostanza, i giudici contabili manterrebbero un potere consultivo e preventivo: i sindaci avrebbero la possibilità di inviare alla Corte dei Conti i progetti prima di firmarli e, in caso di assenso o di non risposta entro un certo periodo di tempo, a quel punto i giudici non avrebbero più la possibilità di contestare successivamente il danno erariale se non per i casi di “dolo”. Insomma, gli amministratori non sarebbero più puniti nei casi di colpa o colpa grave.

La richiesta arriverebbe proprio da sindaci e dirigenti dei comuni che nei prossimi mesi dovranno gestire molti soldi e “mettere a terra” le opere pubbliche. Tra questi ci sono anche diversi di partiti di centrosinistra. La premier Meloni a fine ottobre, all’assemblea Anci di Genova, aveva confermato la sua attenzione sulla “paura della firma” dei sindaci a partire dall’abolizione dell’abuso d’ufficio: “Promessa mantenuta”, aveva spiegato la presidente del Consiglio.

Il provvedimento che il governo aveva approvato a maggio per volontà del ministro agli Affari Europei con delega al Pnrr Raffaele Fitto aveva provocato uno scontro con i giudici contabili. La norma eliminava il controllo concomitante e lo scudo erariale sulle opere del Pnrr e l’Associazione Magistrati della Corte dei Conti aveva parlato di “sconcerto e stupore”. Dopo l’approvazione dell’emendamento al decreto Pubblica Amministrazione, il presidente della Corte dei Conti Guido Carlino aveva detto che i controlli sarebbero stati ancora esercitati “come prevede l’articolo 100 della Costituzione”.

La riforma con la limitazione dei poteri della Corte dei Conti è un vecchio pallino della politica ed è stata accelerata con le decine di progetti del Pnrr. Ma in realtà lo stesso progetto era stato presentato nella scorsa legislatura sotto il governo Draghi e lo aveva portato avanti il senatore dem Giancarlo Bressa. Ora Fratelli d’Italia vuole riprovarci: il rischio è di riaprire lo scontro con la magistratura alla vigilia delle Europee.

Fonte:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/12/09/fdi-cancella-il-danno-erariale-bavaglio-alla-corte-dei-conti/7378019/