Il Coordinamento provinciale di Libera ha provato imbarazzo, per
utilizzare un eufemismo, nell’apprendere della richiesta formulata dal
senatore Claudio Fazzone di istruire una commissione parlamentare
d’inchiesta sull’operato della Prefettura di Latina durante il periodo
d’insediamento presso il Comune di Fondi della Commissione di accesso
agli atti. Imbarazzo è stato provato pensando al Ministro
dell’Interno, Roberto Maroni, il quale, solo pochi giorni fa, ha
dichiarato che la commissione istruita dal proprio ministero ha invece
concordato con l’esito della commissione prefettizia: imbarazzo che,
quindi, ci induce a chiedere: “Il Ministro Maroni considera il gesto
del Sen. Fazzone di scredito verso le proprie decisioni e verso il
proprio lavoro?”.
L’imbarazzo descritto è seguito alla sorpresa che il Coordinamento
stesso ha manifestato dopo aver individuato una possibile, e forse
banale, risposta alla domanda “Perché il Sen. Fazzone si oppone
all’eventualità dello scioglimento del Comune di Fondi per
infiltrazioni mafiose?”.
Presso il Palazzo Comunale il Senatore non ricopre incarichi
amministrativi, né incarichi politici; Fazzone non ha alcun legame di
lavoro col Comune della cittadina però Fondi costituisce il proprio
bacino elettorale: dato l’elevato consenso riscosso in città, grazie
al quale Fazzone è stato eletto alla carica di Senatore della
Repubblica italiana, alcuni identificano la gran parte dei cittadini e
l’Amministrazione comunale, con il Senatore. Per alcune persone “Fondi
è Fazzone”; per alcuni, anche all’interno del proprio partito, lo
scioglimento di Fondi implicherebbe, quindi, la perdita di credibilità
politica di Fazzone.
E questi giudizi politici sulla persona acquistano tanto più rilevanza
quanto più si avvicinano le date di eventi politicamente cruciali
quali, ad esempio, le elezioni regionali 2010; o nel caso in cui la
persona in questione ricopre incarichi di potere, ogni giorno
comprensibilmente appetibili.
Eppure, date le proroghe sulla decisione di scioglimento manifestate
addirittura dal Consiglio Dei Ministri, probabilmente qualcun altro,
oltre eventualmente al senatore, può star avendo un peso decisionale
in questa vicenda; qualcuno capace di estendere fino alla sfera
nazionale il peso politico che il Sen. Fazzone ricopre in ambito
locale e sulla poltrona su cui siede nell’aula di Palazzo Madama.
Se tutto ciò fosse verosimile allora il Coordinamento provinciale di
Libera si chiede: “Chi, a livello nazionale, nega l’esito comune della
commissione prefettizia e di quella ministeriale? Chi, a livello
nazionale, nega la decisione con cui il Tribunale Del Riesame di Roma
ha disposto la permanenza in carcere di alcuni dei personaggi di
spicco nell’inchiesta Damasco? Chi, a livello nazionale, nega le
decisioni con cui il Tribunale di Latina ha disposto il sequestro dei
beni per un valore complessivo di più di venti milioni di euro a
persone coinvolte nella stessa indagine proposto dalla Questura di
Latina? Chi, a livello nazionale, nega il ruolo di così tante
istituzioni, con un agire ai limiti della compostezza?”
Nonostante la momentanea assenza di risposte chiare, il Coordinamento
provinciale di Libera esprime ferma solidarietà a tutte le istituzioni
appena citate.
Per il Coordinamento provinciale, Paolo Vescovo