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Expo, allarme dei giudici «Non ha funzionato il sistema dei controlli»

Il Messaggero, Sabato 9 Settembre 2016

Expo, allarme dei giudici «Non ha funzionato il sistema dei controlli»

di Claudia Guasco

MILANO Un sistema di controllo che non ha funzionato e la fretta che ha fatto il resto, allentando i criteri di selezione delle ditte che hanno lavorato all’Expo. Così, secondo i giudici che hanno disposto l’amministrazione giudiziaria per la Nolostand, società detenuta dall’ente Fiera Milano, il Consorzio Dominus in odor di mafia che spediva fiumi di denaro in Sicilia è riuscito ad aggiudicarsi la realizzazione di ben quattro padiglioni, di due stand, del Palazzo dei congressi e dell’Auditorium dell’Esposizione universale.

VERIFICHE AGGIRATE
Giuseppe Nastasi, il proprietario occulto della Dominus finito in manette con altri dieci indagati per riciclaggio e false fatturazioni, è ritenuto vicino al clan degli Accardo di Partanna, il suo braccio destro Liborio Pace è considerato l’elemento di collegamento con la famiglia mafiosa di Pietraperzia. Eppure un mese fa i loro uomini lavoravano ancora nell’area Expo. L’8 giugno il pm Paolo Storari ha lanciato l’allarme, segnalando «la perdurante presenza di personale del consorzio Dominus intento a lavorare all’interno degli allestimenti presso il polo di Rho-Fiera Milano». Il pool del procuratore aggiunto Ilda Boccassini rileva «l’inspiegabile sottovalutazione» che ha «facilitato l’inserimento di soggetti indagati per gravi reati in una società a partecipazione pubblica», cioè Nolostand. Ma il presidente della Regione Roberto Maroni difende i manager dell’Ente: «Non c’è alcuna contestazione che si possa muovere ai vertici di Fiera. Ha controllato la Dia, un’istituzione esperta in materia, la Prefettura e anche Anac. Di più francamente non vedo cosa avrebbe potuto fare».

Il problema però c’è e viene messo in evidenza dai giudici della sezione misure di prevenzione. «L’utilizzo di prestanome a capo di Dominus ha consentito agli indagati di aggirare sia i controlli istituzionali svolti dalla Dia e dalla Prefettura, che le procedure di internal audit», scrivono i magistrati. Ben «mimetizzati» nel consorzio, Nastasi e Pace sono sfuggiti alle verifiche. Non solo: intestando le società ad amministratori fittizi, Job Service e Map spa – le due imprese che per conto di Dominus hanno lavorato all’Expo – hanno ottenuto il certificato antimafia dalla Prefettura. E a nulla è servita, rilevano i giudici, la comunicazione inviata il 17 maggio 2014 al Prefetto di Milano e al Dirigente della Dia, con cui l’ente Fiera comunicava ufficialmente l’elenco dei propri fornitori. Tra questi c’era Dominus. «Fiera Milano – si legge – sta dotandosi di un proprio albo fornitori, operativo dalla prossima settimana. Riteniamo opportuno trasmetterle l’elenco dei fornitori che potranno essere chiamati a collaborare da Expo spa».

PS.NOTA DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO :
A commento di tali considerazioni circa  il ……………non funzionamento del sistema dei controlli  c’é da rilevare  che  la prevenzione  antimafia é affidata per legge  ai Prefetti.L’informazione ovattata  e la  pigrizia  mentale della maggioranza della gente tendono sempre ad ignorare questo dato importantissimo.Quando in una provincia  si verificano infiltrazioni della mafia  negli appalti o in una qualsiasi altra attività di ogni natura la responsabilità principale,se non esclusiva,é sempre del Prefetto,il quale,però – non va mai dimenticato – é l’espressione diretta  del Governo sul territorio.Per quanto riguarda il caso specifico  dell’EXPO la prima domanda da farsi é: se negli appalti é entrata la mafia  perché nessuno accusa il Prefetto  il quale evidentemente  non ha fatto  quello che la legge  gli imponeva di fare ? E perché il Governo,se veramente  é intenzionato a combattere le mafie,non ha adottato  nei suoi confronti un provvedimento di rimozione ????????      Associazione Caponnetto