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ESCLUSIVA S.MARIA C.V. La Dda manda di nuovo i Carabinieri nell’Ufficio Tecnico del Comune. Acquisiti atti degli affidamenti diretti targati Di Muro e Di Tommaso. Indagine lascito dell’ordinanza sulla tangentopoli

ESCLUSIVA S.MARIA C.V. La Dda manda di nuovo i Carabinieri nell’Ufficio Tecnico del Comune. Acquisiti atti degli affidamenti diretti targati Di Muro e Di Tommaso. Indagine lascito dell’ordinanza sulla tangentopoli
Diversi gli spunti offerti all’autorità inquirente dalla ordinanza dell’aprile scorso

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Era prevedibile che la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli muovesse altre indagini di Polizia Giudiziaria, partendo da alcuni contenuti significativi dell’ordinanza relativa alla vicenda di Palazzo Teti-Maffuccini.

Questi contenuti, pur non riguardando direttamente le contestazioni contenute in quella ordinanza, facevano balenare o, addirittura, materializzavano delle vere e proprie notizia di reato.

Soprattutto nelle conversazioni intercettate tra Biagio Di Muro e Alessandro Zagaria, i due discutono di affidamenti, assegnati dal Comune di Santa Maria Capua Vetere ad imprese che erano nelle simpatie di Zagaria.

Oltre a ciò, ci sono le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Attilio Pellegrino e Massimiliano Caterino che affermano, senza mezzi termini, che l’amministrazione Di Muro era, per il clan dei Casalesi, un’amministrazione amica, che riannodava il filo con la storia di un rapporto antico e solido: quello con Nicola Di Muro, padre di Biagio.

Il dato specifico dell’indicazione di alcune imprese, beneficiarie di affidamenti diretti, combinato al quadro generale di scenario riguardante non solo la percezione, ma anche la concreta considerazione che il clan esprimeva rispetto a Di Muro, crea due conseguenze che inducono la Dda a continuare il lavoro di indagine.

La prima è prodromica della seconda:Biagio Di Muro e Alessandro Zagaria, oggi addirittura recluso a Nuoro al 41 bis, diventano amici per la pelle. Il che rafforza il connotato logico del ragionamento dei pm, che parte dalla valutazione delle parole dei pentiti.

Il secondo, effetto del primo, sono gli affidamenti diretti che l’ufficio tecnico del Comune, nel quale Roberto Di Tommaso collezionava una proroga di contratto dietro l’altra, affidava ad imprese note alla conoscenza, alla cognizione di Alessandro Zagaria e, dunque, collegabili alla filiera del clan.

Ergo, ieri mattina, i Carabinieri, su mandato dei magistrati della Dda, si sono presentati nell’ufficio tecnico del Comune e hanno acquisito diversi documenti, proprio relativi agli affidamenti diretti degli anni 2013 e 2014.

 

G.G.

 

 

PUBBLICATO IL: 21 settembre 2016 ALLE ORE 16:15 fonte:www.casertace.net