Da “LA REPUBBLICA” di sabato 2 ottobre 2010
quindi c`è un accordo tra i giudici di sinistra che vuole sovvertire il risultato elettorale e, attraverso questo accordo, questa interpretazione assurda della giustizia, vogliono eliminare colui che è stato eletto». Ovvero, il premier.
Lui per rimuovere questo «macigno sul nostro sistema democratico», pensa si dovrebbe chiedere «una commissione parlamentare che faccia nomi e cognomi e dicase, come credo io, c`è un`associazione a delinquere nella magistratura».
E da poco passata la mezzanotte del 29 settembre, giorno del suo compleanno e del discorso sulla fiducia alla Camera, e il Cavaliere cambia registro.
In Parlamento aveva invocato la fine dei «residui della guerra fredda», il bipolarismo maturo, la coesione nazionale. In privato con un gruppetto di simpatizzanti con cui si intrattiene sotto palazzo Grazioli, riapre lo scontro con i giudici. Tutto lo sfogo, condito da una barzelletta sugli ebrei, viene registrato e sípuò vedere nel video su Repubblica.it.
Reagisce l`Anm. Il sindacato dei giudici ritiene che la prudenza vada messa da parte («Avevamo scelto di non rispondere alle quotidiane invettive») ma «l`assurdità delle ultime esternazioni del presidente del Consiglio non può restare senzarispostaancheperil rispetto dovuto ai tanti magistrati che hanno sacrificato lavitaper il nostro paese. Così alimenta la tensione. Paradossale la delegittimazione e un discredito di tale portata da parte di una carica dello Stato». Significa indebolire «un`istituzione che dovrebbe essere supportata nel contrasto alla criminalità».
E Berlusconi ne ha ancora per tutti: per i magistrati («La sovranità del p aes e è nelle mani dei pm di sinistra»); per la tv («Devastante…
ed è ricominciato Annozero»);
peri «sagrestani della politica» che hanno bisogno «dei partiti come imprese proprie». Non chiede scusa il Cavaliere. Anzi, sulla barzelletta contrattacca.
L`opposizione insorge.
Un premier che «usa il Parlamento per fermare i giudici» (Di Pietro), che «ancora una volta adopera atti e parole inaccettabili» (Bersani), che «non ha il senso delle istituzioni e il Guardasigilli Alfano dovrebbe battere un colpo», deve andare acasa. Massimo D`Alema parla di un «governo alla fine, che sopravvive a una crisi politica che non è stata risolta. E Berlusconi è incommentabile».
Gli stessi finiani prendono le distanze.
«Noi stiamo dalla parte della magistratura ritenendola baluardo dì legalità», dichiara Italo Bocchinio, ricordando i giudici che ogni giorno rischiano la vita. Il sottosegretario Bonaiuti prova a correggere il tiro: «Per la giustizia il governo sta facendo cose utili». Però il ministro Bondi alzalavoce contro il sindacato dei giudici: «Berlusconi parla contro l`ipocrisia e le trame. L`intromissione dell`Anm è irrispettosa e anomala. Non hanno capito che chi hà ricevuto da libere elezioni il mandato di governare ha non solo il diritto ma il dovere di esprimere la sua opinione in materia di giustizia e di denunciare lo stravolgimento». Tenta il presidente del Senato, Renato Schifani dì abbassare i tonì: «La riforma della giustizia è una priorità. No a contrapposizioni». C`è in Parlamento una proposta di legge per la commissione d`inchiesta sullo scontro trale procure di Catanzaro e di Salerno. Bindi sulla commissione:
«Ne faremo una, ma su Berlusconi e la P3».