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Ennesima brillante operazione della Guardia di Finanza di Frosinone comandata dal Col. Salato

ANCORA UNA IMPORTANTE E BRILLANTE OPERAZIONE DELLA GDF DI FROSINONE SOTTO IL COMANDO DEL COL. SALATO. QUANTE IMPRESE NEL SETTORE CIOCIARO DEL COMMERCIO DI AUTOVEICOLI SONO STATE COINVOLTE IN INDAGINI NEGLI ULTIMI ANNI? QUANTE DI ESSE PAGAVANO LE TASSE E COME ERANO LE LORO CARTELLE ESATTORIALI?

FONTE:  REPUBBLICA ONLINE 8 APRILE 2010

FROSINONE, GDF SCOPRE ‘FRODE CAROSELLO’: EVASO FISCO PER 16 MLN

Sedici milioni di euro da recuperare a tassazione di cui tre milioni solamente di Iva. E’ l’esito delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Frosinone, nucleo di polizia tributaria, nel settore delle autorivendite. I finanzieri, coordinati dal comando, sono riusciti a recuperare a tassazione materia imponibile per un valore di circa 16 milioni di euro e a constatare violazioni all’Iva per circa 3 milioni di euro e all’Irap per circa 600 mila euro accertando, inoltre, responsabilità penali per M.G. di anni 36 di Frosinone, legale rappresentante di una società ciociara. I reati commessi dall’imprenditore spazierebbero dall’evasione fiscale, all’utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti e omessa presentazione della dichiarazione annuale dei redditi. Tutto ha preso il via quando le Fiamme Gialle di Frosinone, coordinate dal colonnello Giancostabile Salato, hanno individuato un’impresa operante nel settore del commercio di autoveicoli, risultata aver intrattenuto rapporti commerciali di un certo spessore, esclusivamente con alcuni ‘selezionati’ soggetti ‘fornitori’, già conosciuti per condotte commerciali non propriamente ‘pulite’ , venendosi così a configurare pienamente il classico schema di ‘società cartiere’, dedite esclusivamente alle ‘frodi carosello’. La frode, secondo gli investigatori, si articolava in questa maniera: il cedente estero fatturava le cessioni di autovetture alla prima o unica impresa filtro sita in territorio nazionale, qualificando l’operazione come non imponibile, quale cessione intracomunitaria; l’impresa filtro, invece di rivendere l’autovettura applicando al valore di acquisto un ricarico e, successivamente l’Iva, scorporava l’imposta dallo stesso valore di acquisto, determinando un abbassamento del prezzo, con contestuale trasformazione di una parte dell’imponibile in Iva; quest’ultima impresa filtro, infine, emetteva la fattura alla società finale. Il beneficiario delle operazioni poste in essere in frode alla legge era l’impresa oggetto di indagine che, nell’anno 2006 e 2007, ha utilizzato fatture soggettivamente inesistenti perché provenienti da soggetti diversi dai reali cedenti, e che, tra l’altro, in barba alle leggi fiscali vigenti, non ha presentato le prescritte dichiarazioni dei redditi per l’anno d’imposta 2008, con conseguente notevole danno per l’Erario.