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Ed ora, dopo i recenti arresti di casalesi abitanti a Borgo Montello a Latina, qualcuno ci spieghi i motivi per cui fu ucciso Don Cesare Boschin

LO DOBBIAMO ALLA MEMORIA DI UN POVERO PRETE DI CAMPAGNA ASSASSINATO, SECONDO NOI, PER AVER SVELATO I MISTERI DEI TRAFFICI ILLECITI DI RIFIUTI TOSSICI FRA LIVORNO E BORGO MONTELLO A LATINA

La mafia prima uccide e poi denigra. Lo ha fatto con Don Peppino Diana, con Fava, con Falcone ed altri ancora e lo ha fatto anche con Don Cesare Boschin, l’unico prete in provincia di Latina, insieme a Don Simone Di Vito e Don Mario Sbarigia, ad avere avuto il coraggio di parlare della presenza mafiosa.

Nel silenzio generale delle gerarchie dell’epoca ed attuali.

Chi scrive prestava in quegli anni la sua collaborazione nella redazione pontina dell’”Avvenire” e raccolse da quell’osservatorio privilegiato alcune voci relative all’assassinio di Don Boschin.

Voci non corroborate da prove, semplici voci, ma che avrebbero dovuto portare ad indagini accurate, anche perché si parlava di un fascicolo esistente negli uffici della DIGOS di Latina sui traffici di rifiuti fra Livorno e Borgo Montello.

Traffici che avvenivano di notte con l’utilizzazione di autisti del posto, lautamente pagati. Qualcuno di quegli autisti –si diceva- finì nella morsa delle sostanze stupefacenti, forse per non farlo ritenere, nel caso di sue eventuali confessioni, credibile.

Era il periodo in cui le famigerate navi cariche di sostanze nucleari non riuscivano a trovare un approdo perché rifiutate da tutto il mondo. Lo trovarono, infine, a Livorno.

E da Livorno venivano i camion diretti alla discarica di Borgo Montello.

Don Cesare Boschin sapeva perché raccoglieva le lamentele degli abitanti del Borgo e si disse che ne parlò con qualcuno a Latina.

Qualche giorno dopo fu ammazzato.

Noi facemmo dei servizi sull’Avvenire ma nessuno evidentemente si curò di fare indagini accurate.

Fino ad oggi, fino a quando Fabrizio Cirilli, Don Ciotti e gli amici di Libera hanno ripreso l’argomento.

Ora qualcuno ci spieghi il “perché” non furono prese in considerazione le indiscrezioni di allora e permise che di Don Cesare, un prete quasi novantenne, si dicessero le cose più immonde…