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Ed eccoci al rush finale della Commissione Antimafia.La relazione della Bindi sugli impresentabili votata all’unanimità: “La mafia usa le liste civiche”.Le liste civiche usate dalle mafie per entrare nelle amministrazioni.

31 Maggio 2016

La notizia è che non c’è un caso, eclatante, di “impresentabile”, come ai tempi di Vincenzo De Luca. Ma – e la cosa è assai grave – una profonda crisi della politica e dei partiti, di fronte a una capillare pervasività del fenomeno mafioso. Fenomeno che si “traveste” in liste civiche. Relazione dell’Antimafia sui candidati alle amministrative, voto unanime. Rosi Bindi, la presenta andando dritta al punto: “Le liste civiche sono un varco per le mafie”.

Ricapitolando. L’Antimafia vaglia i curricula di oltre 3200 candidati, che – ovviamente – non sono i candidati di tutti i comuni al voto, ma di quelli per cui le commissioni di accesso hanno chiesto lo scioglimento. 2200 i candidati solo a Roma. Gli “impresentabili”, incrociando la Severino e il codice di auto-regolamentazione, sono 14, nei comuni di Battipaglia, Scalea, San Sostene, sesto municipio di Roma.

Detta così, sembrerebbe che i partiti hanno imparato la lezione, dopo Mafia Capitale. Il problema è che la Severino e il codice di auto-regolamentazione scremano, diciamo così, i capi più eclatanti, non la grande gelatina delle infiltrazioni. Spiega Claudio Fava: “La fedina penale pulita è solo una precondizione, non una patente di onestà morale. La confermano i rapporti di polizia e delle prefetture su alcuni dei Comuni sciolti per mafia che tornano al voto: il rischio che in alcuni di quei Comuni continuino a governare le cosche mafiose, attraverso un reticolo di parentele e affinità”. Ecco il punto. Lo strumento attraverso cui questo reticolo si traveste, dandosi una sembianza politica, sono le liste civiche: “Conosciamo – dice Rosi Bindi – anche liste civiche con capacità di riscatto. Ma il 100 per cento delle liste civiche in quasi tutti i comuni sciolti per mafia, 100 per cento a Morlupo, 100 a Sant’Oreste. Qualcosa vuol dire…”.

Vuol dire che, nei comuni sciolti, i partiti non ci mettono la faccia e le liste si presentano come una gelatina in cui c’è tutto e tutto si confonde, anche l’opacità: “I partiti politici nazionali – prosegue la Bindi – si sono nascosti nelle liste civiche ed è una situazione in realtà condizionata da poteri mafiosi che cementano l’infiltrazione delle mafie attraverso il trasformismo politico”. Accade, appunto, a Morlupo (Rm), a Sant’Oreste (Rm), a Badolato (Cz), a Joppolo (Vibo Valenzia), a Ricardi (Vibo Valenzia), San Luca (Rc), San Sostene (Cz), Platì (Rc), Trentola Ducenta (Ce), Villa di Briano (Ce). Giova ricordare che la commissione Antimafia si può occupare, nel caso specifico, solo dei comuni per cui è stato chiesto lo scioglimento. E dunque, non si possono comprendere nell’elenco, i numerosi comuni del Sud, infiltrati, dove lo schema delle civiche è lo stesso.

Questa questione, di portata generale, non riguarda il casellario giudiziario – che consente di indentificare i casi macroscopici di condizionamento – ma la politica e la sua capacità di selezione. Si legge nella relazione dell’Antimafia:

“L’inchiesta svolta consente un richiamo delle forze politiche alle proprie autonome responsabilità di selezione preventiva non solo del proprio personale ma anche, più in generale, delle platee delle classi dirigenti a tutti i livelli. […] Del resto, l’esigenza sostanziale di poter conoscere meglio i propri candidati e le loro situazioni, anche prescindendo dalla formalità e dal rigore giuridico dell’applicazione della legge penale, è stata più volte richiamata dagli stessi dirigenti delle diverse forze politiche ascoltati nel corso del tempo in commissione”.

Relazione approvata all’uninanimità.

fonte:http://www.huffingtonpost.it/