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Economia italiana, sempre peggio. Altra manovra prevista per luglio con ulteriori sacrifici

«Avvertimento serio, ora spingere il Pil»

Innanzitutto una precisazione: «Non è un declassamento, dal punto di vista tecnico». Ma ammette che «è un preciso avvertimento sullo stato di salute dell’economia italiana. Che va assolutamente colto». Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria, ha letto il report di Standard & Poor’s e le motivazioni per cui l’outlook è stato rivisto al ribasso, da stabile a negativo: le prospettive di crescita sono deboli e l’impegno per le riforme che aumentino la produttività sembra incerto.
Il giudizio di Standard & Poor’s arriva in piena campagna elettorale: peserà?
C’è il rischio di avere reazioni negative d’ufficio da una parte, il centrodestra, e strumentalizzazioni dal centrosinistra. In realtà è un avvertimento che dovrebbe essere colto in modo bipartisan, da tutta la classe dirigente del paese.
Outlook da stabile a negativo: qual è il messaggio?
Ci stanno dicendo: attenzione, l’Italia perde competitività, non cresce come dovrebbe, bisogna mettere in ordine i conti pubblici. Ma ci danno anche un po’ di tempo per rimediare: c’è la probabilità di un terzo che l’Italia venga declassata nei prossimi 24 mesi se la situazione non cambierà. Una sfida per il paese.
Ci saranno conseguenze sui mercati?
Non me le aspetto. I mercati sanno che l’Italia ha un problema di conti pubblici, di bassa crescita e di scarsa competitività. E già scontano una situazione di questo genere.
Il ministro dell’Economia ha detto che il governo manterrà gli impegni: segnale incoraggiante?
Ha fatto bene Tremonti a reagire con concretezza e non lasciarsi andare magari ad attacchi a Standard & Poor’s. Ed è ancora più importante che il ministro abbia annunciato per il mese di luglio tutte le misure necessarie per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014. È una novità di grandissima importanza, che modifica in modo forte le prospettive della politica economica in Italia.
Le aveva già scritte nel Documento di economia e finanza e nel Piano nazionale di riforme: cosa cambia?
Nei documenti del governo c’era scritto che ci sarebbe stata una manovra aggiuntiva per il 2013 e il 2014, ma non erano indicati i tempi. Ora Tremonti dice di aver già studiato i provvedimenti necessari e che arriveranno a luglio di quest’anno. Si tratta di misure ambiziose: ridurre la spesa pubblica al netto degli interessi del 7% in termini reali, un impegno formidabile, che non ha precedenti in Italia. Considerando i tagli in rapporto al Pil, sarebbero oltre 5 punti, una riduzione maggiore di quella che aveva chiesto Confindustria l’anno scorso.
Quali riforme per la crescita?
Quelle già indicate dal governo nella premessa politica del Pnr sono sostanzialmente in linea con le richieste dell’Europa e anche con quelle delle imprese. È giusto chiedere al governo di fare davvero le cose che ha annunciato. E cioè la riforma fiscale; l’utilizzo efficace dei fondi Ue per il Sud; una riforma del mercato del lavoro; far ripartire le opere pubbliche almeno quelle già finanziate; la burocrazia; i tempi della giustizia civile; incentivi per ricerca e innovazione. A questo elenco bisogna aggiungere le liberalizzazioni.
Nella classifica dell’outlook il giudizio negativo ci accomuna ai Pigs?
Assolutamente no. L’Italia mantiene il suo rating di A+ che è investment grade; la Grecia ha un rating di B, che è considerato speculative grade, cioè investimento speculativo; Irlanda e Portogallo sono in posizione intermedia. La Spagna, con AA, sta leggermente al di sopra dell’Italia, nel giudizio di S&P, ma non certamente nel giudizio dei mercati.

(Tratto da Il Sole 24 Ore)