Ecomafie, la Campania maglia nera nel rapporto di Legambiente nonostante la pandemia
16 Novembre 2021
Di Stella Ponte
Una cosa è certa, la pandemia non ha frenato i reati ambientali: le ecomafie continuano a prosperare e la maglia nera per questo tipo di reati secondo l’ultimo rapporto di Legambiente tocca ancora alla Campania che precede le altre regioni del Sud.
Nel 2020, nonostante i lockdown causa Covid, è stata registrata una media di
oltre 95 reati ambientali accertati al giorno, 4 ogni ora: sono stati 34.867, +0,6% rispetto al 2019.
Nel rapporto Ecomafia 2021 si evidenzia che la Campania è in testa con 5.457 reati ambientali accertati nel 2020, al ritmo di 15 al giorno. In generale, il 46,6% del totale nazionale degli illeciti (16.262) si sono
verificati in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria, quattro regioni dove la criminalità organizzata è storicamente radicata con le sue mafie (134 gli arresti, contro 86 nel 2019). A queste si aggiunge il
Lazio, con 3.082 reati (+14,5%). La Lombardia è la regione con il maggior numeri di arresti.
Scende il numero complessivo dei controlli (da 1.694.093 del 2019 a 1.415.907 del 2020, con un -17%), ma aumentano le persone denunciate (33.620, +12%), le ordinanze di custodia cautelare eseguite (329, +14,2%), i sequestri effettuati (11.427, +25,4%).
Per il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani il quadro è ha definito “preoccupante”: “C’e’ un livello di attenzione troppo basso, a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Pnrr. Alzare il livello dei controlli è fondamentale. Va aggiornato il Codice penale inserendo tra i delitti anche le agromafie, il traffico di opere d’arte e di reperti archeologici
e il racket degli animali”.
Il periodo di pandemia non ha bloccato gli incendi boschivi: 4.233, +8,1% rispetto al 2019. Poco meno di uno ogni ora i reati contro gli animali (8.193, il 23,5% del totale) con 6.792 persone denunciate, oltre 18 al giorno, 5.327 sequestri e 33 arresti.
In calo con la pandemia sono stati soltanto gli illeciti relativi al ciclo dei rifiuti: -12,7% rispetto al 2019, ma più arresti (+15,2%). Il valore complessivo del fatturato illegale sul traffico di rifiuti è stimato nel 2020 in 10,4 miliardi di euro (-09 sul 2019), mentre aumenta quello sugli investimenti a rischio in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, dagli appalti alla gestione dei rifiuti urbani (11,2 miliardi di euro).
“Il primato e’ sempre in quelle regioni in cui sono radicate le mafie: sono specchio di quanto sia importante non contrastar piu’ il singolo reato, perche’ questi sono illeciti che nascono da precisi programmi criminali”, ha affermato il Procuratorenazionale antimafia Federico Cafiero De Raho.
Fermi gli abbattimenti degli abusi edilizi: dal 2004 al 2021emesse 57.250 ordinanze di demolizione, ma ne sono state eseguite solo il 32,9%, con significative differenze tra Nord e Sud. Aumentano i controlli sulle archeomafie (+32%) e diminuiscono i furti (-18%), le persone denunciate e gli arresti. Il Lazio e’ la regione dove si registra il maggior numero di furti. Per quanto riguarda le agromafie: prime per numero di infrazioni accertate le importazioni di prodotti alimentari (8.786), seguite dai prodotti ittici in generale (6.844). Nel 2020 sono stati 293 i reati di caporalato accertati.