Cerca

Ecomafie in Lombardia: il rapporto 2008 di Legambiente e Libera – Si parla della Lombardia, ma il discorso investe tutto il Paese

Operazione “Cerberus”, “Iron”, “Star Wars”. Sembrano i nomi di film americani. In realtà sono solo alcune delle inchieste sulla criminalità ambientale che hanno coinvolto nell’ultimo anno la Lombardia e hanno portato all’arresto di centinaia di persone, in molti casi risultate affiliate alle mafie.

L’esempio più lampante è quello dell’operazione Cerberus, condotta dalla Guardia di Finanza anche nel sudovest milanese, e in particolare a Buccinasco, oltre che a Rho, sede dei nuovi padiglioni fieristici. La retata compiuta nel luglio del 2008 ha portato all’arresto di otto persone appartenenti alla cosca dei Barbaro-Papalia, attiva nell’area del sudovest milanese tra Buccinasco, Corsico, Cesano Boscone e Trezzano sul Naviglio.

I DATI
Nel 2008 risultano 886 infrazioni accertate contro l’ambiente. Nello stesso anno le forze dell’ordine hanno eseguito 307 sequestri. Sono state 866 le persone denunciate. Per la Lombardia, dunque, il 2008 è l’anno della definitiva conferma dell’interesse dell’ecomafia e della criminalità ambientale in questo settore. E’ quanto emerge dal Rapporto Ecomafia 2009, presentato ieri a Milano da Sergio Cannavò, vicepresidente di Legambiente Lombardia e Lorenzo Frigerio, referente lombardo dell’Associazione Libera. Alla conferenza stampa di presentazione erano presenti anche Davide Corbella, Comandante Polizia Giudiziaria del Parco del Ticino e Angela Fioroni, ex sindaco di Pero.

I numeri del Rapporto dipingono uno scenario lombardo a tinte fosche. Le illegalità accertate nella gestione dei rifiuti in Lombardia nel 2008 sono state ben 144, con 164 denunce e 57 sequestri. Solo nell’inchiesta “Rewind”, che ha visto coinvolto tra gli altri Mario Chiesa, personaggio reso famoso dalle vicende di Tangentopoli, i carabinieri del Noe hanno scoperto un giro illegale di rifiuti di 2.700 tonnellate. Se si analizzano invece i dati relativi solo alle violazioni dell’articolo 260 del Testo Unico dell’Ambiente, ovvero quello relativo al traffico illecito dei rifiuti, dal 2002 (anno di introduzione della legge) i casi accertati in Lombardia sono stati 12, il 9,2 per cento del totale italiano. Centouno le ordinanze di custodia cautelare, le aziende coinvolte 64 e le persone denunciate 150.

LE INCHIESTE
Ma la Lombardia si è resa protagonista in ben trentasei inchieste italiane, come “regione di partenza” o “di transito” del traffico illegale dei rifiuti. “Anche quest’anno la Lombardia si conferma al centro dei più pericolosi traffici illeciti di rifiuti – dichiara Sergio Cannavò, vicepresidente di Legambiente Lombardia – più di un terzo di questi crimini contro l’ambiente ha interessato la nostra regione. Con la preoccupante presenza di organizzazioni di stampo mafioso coinvolte nel business dell’ecomafia, che sembrano manifestare forti appetiti per gli affari legati all’Expo del 2015. A fronte di questa situazione – continua Cannavò – appare folle l’ipotesi di eliminare lo strumento delle intercettazioni telefoniche per le inchieste sulla criminalità ambientale. Non si tolgano strumenti e risorse alla magistratura e alle forze dell’ordine, ma li si metta nelle condizioni di lavorare al meglio”.

Anche per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento la Lombardia non si fa mancare nulla: abusivismo edilizio, appalti pubblici truccati, escavazioni illegali nei fiumi riempono il campionario lombardo portando a 261 le infrazioni accertate nel 2008, con 400 denunce e 26 sequestri. Clamorosa, in questo senso, l’indagine aperta nel 2004 e chiusa solo nei giorni scorsi, che ha visto coinvolte una serie di aziende che producono cemento. L’accusa era quella di aver creato un “cartello” che gestiva in maniera monopolistica la fornitura del materiale nei cantieri. Tra queste anche una attiva a Bareggio, sempre nell’area sudovest milanese.

LE MANI LUNGHE DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA
A confermare i forti interessi e il coinvolgimento della criminalità organizzata, soprattutto calabrese, negli appalti pubblici per la realizzazione delle infrastrutture e delle grandi opere in Lombardia sono le relazioni semestrali della Direzione investigativa antimafia e quella annuale della Direzione nazionale antimafia. A marzo 2008 l’operazione “Isola” della Dda di Milano, svolta in collaborazione con i carabinieri di Monza, ha fatto scattare 22 ordinanze di custodia cautelare con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Le indagini hanno accertato che una cosca della ‘ndrangheta, quella dei Paparo, collegata ai Barbaro, agli Arena e ai Nicoscia, era riuscita a inserirsi anche nella gestione degli appalti legati alla Tav. In possesso dei malviventi fu trovato anche un lanciarazzi delle forze Nato.

L’EXPO 2015
Quando si parla di appalti pubblici a rischio infiltrazione criminale, quelli previsti nell’ambito dell’Expo di Milano 2015 sono sicuramente i più vulnerabili. Sono tanti, infatti, i soldi pubblici che pioveranno a finanziare appalti d’ogni genere. Ed è fin troppo facile pensare che su di questi si sono scatenati e si scateneranno gli appetiti criminali delle ecomafie, ‘ndrangheta in testa. “Nella pubblica amministrazione lombarda, come nella Magistratura e nelle Forze dell’Ordine, esistono figure competenti e qualificate per intercettare le infiltrazioni malavitose – dichiara ancora Sergio Cannavò di Legambiente – ma occorre una struttura di cooperazione dotata di strumenti e risorse per metterle nelle migliori condizioni per operare: per questo proponiamo di costituire una vera e propria task force di controllo degli appalti e di tutti i flussi di risorse connessi alla realizzazione dell’Expo e delle grandi opere programmate nei prossimi anni in Lombardia”.

“Quando si parla di ecomafie – dichiara Lorenzo Frigerio, referente lombardo dell’associazione Libera – può venire la tentazione di considerare il problema confinato in alcune regioni del nostro Paese, sulla scorta anche di quanto è successo a Napoli e Palermo. Ancora una volta dobbiamo ricordare che le relazioni, gli interessi, i capitali in gioco interpellano diversi livelli di responsabilità, dai quali non possono essere escluse aprioristicamente alcuni territori. È per questo che anche, ma non solo, in vista di Expo 2015 appoggiamo la richiesta di Legambiente di monitorare quanto avverrà in regione sul piano del rispetto delle regole e dell’ambiente”. Infine la Lombardia per il 2008 ottiene un triste primato anche per quanto riguarda l’Archeomafia, ovvero l’aggressione al patrimonio artistico e archeologico. Con ben 132 furti si posiziona seconda subito dopo il Lazio.