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Ecomafie a Latina

E’ sconcertante, stavolta gli ecomafiosi cercavano terreni per piazzare rifiuti pericolosi addirittura con una apposita società immobiliare, e individuavano anche terreni di proprietà pubblica.

Grazie alla Guardia di Finanza, l’imbroglio è bloccato ma sono troppi i casi che si moltiplicano specie nella provincia di Latina, dilaniata da episodi sempre più frequenti di ecomafie -hanno commentato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, e Marco Omizzolo, responsabile provinciale di Legambiente a Latina-. Questi atti sono ancor più gravi vista la forte vocazione agricola e le tante attività di allevamento della provincia, una minaccia per l’economia del territorio, oltre che soprattutto per la salute delle persone che ci abitano. Servono norme più incisive, i criminali devono pagare, anche sopportando le spese di bonifica delle zone inquinate, ma soprattutto deve finalmente entrare in funzione il sistema di tracciabilità Sistri, risolti i suoi problemi, per identificare i troppi rifiuti pericolosi che spariscono ancora nel nulla”. Così Legambiente commenta il sequestro di sette discariche disposte su 15mila mq di terreno per un totale di 4mila quintali di rifiuti, per la maggior parte tossici e pericolosi. Un ricco bottino per la Guardia di Finanza di Latina, che ha scoperto un traffico illecito di rifiuti e loro sversamento illegale in terreni di proprietà di una S.r.l. nella zona tra Pontinia e Priverno, nei pressi del fiume Ufente. Le indagini, ancora in corso, stanno valutando, tra l’altro, l’ipotesi di infiltrazione mafiosa legata al clan dei Casalesi. 

”Non è il primo caso di ecomafia legata al ciclo dei rifiuti che si verifica nell’agro pontino – afferma Legambiente -: pochi anni fa, grazie alle rivelazioni del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone recentemente ripetute, si è scoperto che anche a Borgo Montello -la discarica di Latina- sarebbero arrivati numerosi contenenti rifiuti di ogni sorta, comprese pericolose scorie radioattive. D’altronde i dati del Rapporto Ecomafie 2011 di Legambiente confermano questo trend negativo legato ai rifiuti: Latina è seconda nella classifica regionale, con 64 infrazioni accertate, 73 denunce e 40 sequestri. Il Lazio è quinta regione in Italia (era sesta l’anno precedente) per ecomafie nei rifiuti, dopo le quattro regioni storicamente caratterizzate da infiltrazioni mafiose, con un incremento del 30% dei reati accertati, che arrivano ad essere 376, pari al 6,3% del totale nazionale.