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Eco4, requisitoria del pm: «Cosentino dominus dei rifiuti in cambio di sostegno elettorale»

Il Mattino, Venerdì 16 Settembre 2016

Eco4, requisitoria del pm: «Cosentino dominus dei rifiuti in cambio di sostegno elettorale»

CASERTA – «Cosentino era il dominus sia dell’Eco4 che del Ce4. Il suo è stato un patto stretto con il clan dei Casalesi in cambio di sostegno elettorale». Dopo 130 udienze e più di 100 testi portati in aula, si è chiusa ieri al tribunale di Santa Maria Capua Vetere l’istruttoria dibattimentale del processo Eco4, ovvero quel processo in cui pende l’accusa più grave nei confronti dell’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino: il concorso esterno in associazione mafiosa. Con la chiusura dell’istruttoria, è iniziata la requisitoria del pm della Dda, Alessandro Milita, che proseguirà nella prossima udienza del 22 settembre. L’ex parlamentare di Forza Italia, attualmente ai domiciliari a Venafro, era presente in aula assistito dai suoi legali, Stefano Montone e Agostino De Caro.

«È stato un processo molto complesso e laborioso vista l’imputazione, il fatto storico e la persona coinvolta», ha esordito il pm parlando anche delle difficoltà avute per le intercettazioni «perché Cosentino beneficiava dell’immunità parlamentare». Il pubblico ministero ha spiegato in aula quella che ha definito «la struttura dell’impresa mafiosa», ovvero la sua evoluzione che inizia dal «potere coercitivo», quello autonomo fatto di minacce e violenza, che si arricchisce del «potere economico» per poi legarsi a quello «relazionale» che gli permette, a sua volta, di accedere a quello «funzionale». «In quest’ultimo – dice Milita – si inserisce la politica corrotta, funzionale all’interesse economico ambito dalla camorra in cambio di sostegno elettorale».

In Campania, il clan dei Casalesi si avvicina ai rifiuti perché sono considerati una miniera. Il primo a svelare gli interessi celati fu l’ex boss Enzo Perrella nel lontano 1992: «La monnezza è oro e la politica una monnezza», disse. Per la Dda, Cosentino, maggiore esponente politico casertano di Forza Italia negli anni 2000 con la possibilità di far parte del sistema verticistico nella gestione dei rifiuti, avrebbe stretto «un patto con il clan camorristico condizionando le scelte politiche, dalle comunali alle parlamentari». In ballo ci sarebbe stato solo il sostegno elettorale? No per l’accusa: «Anche le assunzioni, che a loro volta servivano per aumentare il consenso politico e gli interessi economici come la Enterprice», la società che rivela le quote dell’Eco4 il cui socio occulto sarebbe stato Cosentino. E L’Eco4, il Ce4, l’Impregeco con Giuseppe Valente, i fratelli Sergio e Michele Orsi, il sub commissario Giulio Facchi, sarebbero stati alla guida di carrozzoni infiltrati dalla camorra dove l’ultima parola, per ogni decisione, sarebbe spettata all’ex politico.

«Quando ci fu il bando pilotato dell’Eco4 scatenando uno scontro tra gli imprenditori di due fazioni diverse della camorra, i fratelli Orsi e Nicola Ferraro – ha detto il pm, rivolgendosi al collegio giudicante – Cosentino non poteva non sapere che gli Orsi erano persone colluse. Ha mentito». E di quei due consorzi dei rifiuti, l’Eco4 e il Ce4, per l’accusa l’ex sottosegretario ne era diventato «il dominus ed erano la stessa cosa. Lo dice lui stesso al telefono. In quelle intercettazioni, tra l’altro, in cui ammette gran parte degli elementi probatori raccontati dai collaboratori di giustizia». Dominus, dunque, ma anche «promotore della chiusura di un pubblico servizio per interessi nascosti: fa chiudere la discarica di Parco Saurino per favorire l’Impregeco e mettere in difficoltà la Fibe», così come aveva raccontato il teste principale della Dda, l’ex presidente del Ce4, Giuseppe Valente. La richiesta di condanna per l’ex parlamentare potrebbe arrivare già nella prossima udienza.