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Eccoli! Rilevati i primi interramenti a Pastena. Il Basso Lazio ridotto ad una discarica da parte della camorra

INDAGINI SUI SITI DELLA TAV

C’è stato il primo intervento da parte dei vigili del fuoco che, coordinati dalla guardia forestale e dall’Arpa, hanno praticato degli scavi su alcuni punti precisi del terreno dove il magnetometro aveva rilevato la presenza di corpi metallici. Un’operazione che ha portato al rilevamento di elementi di ferro lineari e di altro materiale all’esame dei laboratori dell’arpa che cercheranno di stabilirne la provenienza e l’eventuale tollerabilità ambientale.

E’ stato un intervento relativamente semplice in quanto il materiale trasportato dai cantieri della TAV non superava i due metri di altezza e pertanto ottimale all’indagine magnetometrica che registra la presenza di metalli fino ad una profondità di circa quattro – cinque metri.

L’indagine messa a punto su una piccola superficie con esiti sicuramente negativi per quanto concerne la presenza di bidoni potenzialmente pericolosi, ha dato comunque i risultati attesi in quanto non c’era stata nel passato alcuna segnalazione o testimonianza tale da renderla oggetto di particolari attenzioni investigative. Un atto dovuto, necessario, obbligato in quanto la documentazione elaborata dall’Istituto di geofisica e vulcanologia dell’Università di Roma aveva segnalato la presenza di metalli nel sottosuolo.

Ma le ricerche debbono proseguire e essere altrettanto approfondite e minuziose anche su un altro sito che invece da anni è stato al centro di molte discussioni e polemiche che oltre ad aver infastidito le forze politiche ha delineato un loro completo disinteresse sulle possibili implicazioni dell’inquinamento ambientale riguardo alla salute dei cittadini.

Non è più tempo di invocare il reato di allarmismo sociale, oppure di giustificare l’inerzia e la passività con l’alibi che non si vuol buttare fango sul paese, abbiamo il compito morale, il dovere civile, l’obbligo etico, di accertare i fatti, di confutare se le voci, le testimonianze e i sospetti denunciati in questi anni fino a giungere alla recente interrogazione parlamentare corrispondano al vero e se vi siano reali compromissioni inerenti la salvaguardia ambientale.

Per questo motivo andremo avanti, adesso non possiamo fermarci e una volta per tutte dobbiamo giungere a conclusione di questa vicenda.

Non possiamo continuare ad alimentare i dubbi, non possiamo lasciare ad altri il gravoso e difficile compito di accertare la verità, dobbiamo proseguire anche se continueranno ad ostacolarci e a delegittimare il nostro lavoro.

Sarebbe utile per la cittadinanza una piena collaborazione da parte di tutte le forze politiche nonché dei proprietari del terreno, sarebbe utile astenersi al momento da giudizi frettolosi, polemiche inconcludenti, sentenze sommarie e speculazioni meschine. Forse tutto questo, con l’esperienza degli anni passati, non sarà possibile ma sia chiaro che noi, in silenzio e in solitudine, faremo fino in fondo il nostro dovere. Nessuno potrà fermarci e noi non ci arrenderemo.

Abbiamo già preso le dovute iniziative per portare a termine gli accertamenti e far concludere le indagini convinti che questo sia un atto dovuto nei confronti dei cittadini di Pastena e che rappresenti un passaggio indispensabile per avere rassicurazioni e certezze sul nostro futuro e infine per chiudere un capitolo che da quattordici anni ormai aspetta la parola fine.

Pastena 23 settembre 2011

Dott. Gnesi Arturo