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Ecco l’Ordinanza Phunchards-Broker-Di Girolamo

(Tratto da Casa della Legalità e della Cultura Onlus)

Quella scoperchiata dalla DDA di Roma non è solo una associazione a delinquere che ha truffato lo Stato e messo in atto un riciclaggio di oltre 2 miliardi di euro, ma è l’emblema dell’asse criminale che si è creato tra politica, affari e mafia.
Il Senato della Repubblica deve esprimersi sull’arresto del senatore DI GIROLAMO (nella foto, pubblicata da l’Espresso, con il boss Franco PUGLIESE) e, tra un giro di valzer delle dichiarazioni di maggioranza e opposizione, ha intanto preso un po di tempo… Dovrebbero votare martedì. Questa volta sarà difficile che possano salvarlo.
Noi per nostra parte pubblichiamo l’Ordinanza integrale del Gip di Roma e un estratto dal libro “Tra la via Emilia e il Clan” dove si parla anche di questo, visto che la cosca della ‘ndrangheta coinvolta è quella ARENA-NICOSCIA, che da Isola Capo Rizzuto ha trovato casa ed affari, da lungo tempo, in quella pianura della “bassa”.

scarica e leggi l’Ordinanza integrale (formato .pdf)
I° parte
II° parte
III° parte


Breve estratto dal quarto capitolo “dedicato” alle infiltrazioni degli ARENA-NICOSCIA in Emilia, nel primo i-book dei “Quaderni dell’Attenzione”:

Il voto di scambio, e l’operazione PUNHARD-BROKE

Mentre chiudiamo questo libro giunge la notizia dell’Operazione PUNCHARD-BROKE della DDA di Roma che ha scoperchiato “una colossale rete di ripulitura di denaro sporco con ramificazioni internazionali per un ammontare complessivo di 2,2 miliardi di euro e 400 milioni di Iva evasa”. Un Operazione scattata il 23 febbraio 2010, al termine del lavoro dei Ros e della Guardia di Finanza, in mezza Italia e mezzo mondo. Lazio, Umbria, Lombardia, Calabria, Puglia ed ancora Stati Uniti, Francia, Svizzera, Lussemburgo, Regno Unito, Romania, Dubai, Singapore e Hong Kong.
Ci sono 56 ordinanze di custodia cautelare, sequestri di beni tra cui circa 247 immobili, 133 auto 5 imbarcazioni – da quasi 4 milioni di valore -, 743 rapporti finanziari, 58 quote societarie, quadri ed opere d’arte di valore, 2 gioiellerie ed altre attività commerciali. Ma non basta: i giudici hanno chiesto la nomina della gestione commissariale per il colosso FASTWEB. E nelle intercettazioni dell’inchiesta spunta anche il colosso FINMECCANICA.
Sembra quasi di essere alla Festa Nazionale Democratica (quella del PD che una volta era dell’Unità) del 2009, a Genova, dove tra i grandi “sponsor” vi erano, come gli altri anni, oltre alla Coop, Carige e gli amici di Burlando della ItalBrokers, proprio FASTWEB e FINAMECCANICA.

Quella al centro dell’operazione PUNCHARD-BROKE è una truffa di dimensioni immani gestita da un patto tra finanza, politica e mafia. Tra i protagonisti di questa vicenda, oltre al padre-fondatore della FASTWEB, Silvio SCAGLIA, vi sono i vertici di FASTWEB a partire da Stefano PARISI (amministratore delegato dal 2004) e della TELECOM SPARKLE controllata da TELECOM con Riccardo RUGGIERO (ex presidente), Stefano MAZZITELLI (ex amministratore delegato si TELECOM ITALIA SPARKLE e FASTWEB). Troviamo il senatore della Repubblica del Pdl, Nicola DI GIROLAMO, considerato il galoppino del gruppo criminale guidato da Gennaro MOKBEL, “l’uomo cerniera” con la ‘ndrangheta, la criminalità romana e gli ambienti eversivi della destra. In questa Operazione ci sono anche gli uomini della cosca della ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto che abbiamo visto in questo capitolo per la loro presenza ed attività consolidata in Emilia Romagna, Fabrizio ARENA e Franco PUGLIESE.

La base operativa era in Francia, in una villa tra Cannes e Nizza, ad Antibes. E’ da qui che operava prevalentemente il Gennaro MOKBLE nel collegamento tra le società di Tlc e la ‘ndrangheta.
Da un lato riciclaggio e dall’altro il controllo del voto degli italiani all’estero.
La DDA ed il Gip di Roma non hanno dubbi su Gennaro MOKBLE che se pur “non ricopra cariche in alcuna delle società individuate” nella realizzazione delle operazioni illecite è da considerasi il “capo indiscusso dell’organizzazione le cui direttive criminali vengono perentoriamente eseguite da tutti gli associati”.

L’Ordinanza del Gip di Roma è di 1703 pagine. Ecco alcuni brevi estratti che ci fanno conoscere quanto sia potente la cosca NICOSCIA – ARENA… tanto da eleggere un senatore della Repubblica, il Nicola Paolo DI GIROLAMO, ma anche chi era questo MOKBLE che intratteneva rapporti consolidati con quei due condannati per la strage della Stazione di Bologna, la MANBRO e FIORAVANTI.
“La pericolosità dell’associazione emerge da una serie di ulteriori elementi acquisiti nel corso delle indagini ed anche presso altre autorità giudiziarie. Oltre a risultare confermato il ruolo di leadership assunto da Gennaro MOKBEL all’interno dell’organizzazione, le indagini hanno evidenziato la straordinaria capacità dell’organizzazione di proporsi anche nei circuiti legali ed istituzionali, ottenendo ascolto e considerazione, a dispetto del coacervo di rapporti con ambienti criminali di primissimo piano a Roma e altrove.
In particolare sono stati accertati:
– i contatti del MOKBEL con Carmine FASCIANI, noto esponente della criminalità romana, dal quale ha ricevuto l’assicurazione di poter svolgere in modo indisturbato la campagna politica nella zona di Ostia, ove il predetto esercita la propria influenza criminale;
– con il FASCINI, il MOKBEL ha inoltre esplorato possibili cointeressenze nella gestione illegale di alcuni appalti pubblici in via di aggiudicazione inerenti un progetto di realizzazione di aree verdi nell’ambito del Comune di Roma;
– l’ampliamento dei propri interessi nel settore del traffico illegale di diamanti…
– il tentativo, funzionale agli interessi del sodalizio, di inserirsi nella vita politica del Paese tramite l’assunzione da parte di MOKBEL della carica di Segretario Regionale del Lazio per il neo costituito movimento politico ALLEANZA FEDERALISTA cui, a seguito di contrasti insorti con i vertici nazionali del movimento, succede la promozione di una nuova piattaforma politica denominata PARTITO FEDERALISTA, con sedi in diversi municipi del Comune di Roma;
– l’attribuzione ad alcuni sodali di incarichi di responsabilità politica;
– l’adesione al PARTITO DELLE LIBERTA’, con il quale MOKBEL è riuscito ad ottenere una candidatura al Senato della Repubblica nella Circoscrizione Estero – Europa, per le elezioni politiche dell’aprile 2008, in favore dell’avv. Nicola DI GIROLAMO che, insieme al citato Marco TOSERONI, rappresenta uno dei più stretti collaboratori del MOKBEL stesso e della cui professionalità quest’ultimo si è avvalso per costituire le società internazionali di comodo funzionali al riciclaggio;
– a tale scopo emergono e preoccupano i contatti intrattenuti, nel corso della campagna elettorale, con organizzazioni ‘ndranghetistiche calabresi ed in particolare con Franco PUGLIESE, legato alla cosca NICOSCIA ed ARENA di Isola Capo Rizzuto (KR), soggetto già sottoposto alla sorveglianza speciale di P.S., con il quale il MOKBEL si è incontrato, unitamente all’avv. COLOSIMO, in passato difensore di alcuni affiliati ed in particolare di Fabrizio ARENA, genero del PUGLIESE, in atto latitante per gravissimi reati contro la persona;
– tramite tra l’organizzazione romana e quella calabrese, ad Isola Capo Rizzuto, per organizzare la raccolta di voti e di schede elettorali in Germania in favore del DI GIROLAMO è appunto l’avvocato COLOSIMO, già coinvolto nelle indagini relative ad un grosso crack finanziario e associato di rilievo del gruppo criminale del MOKBEL;
– l’incarico che il PUGLIESE, per compiacere l’avv. COLOSIMO e ottenere in cambio che l’organizzazione romana curi la fittizia intestazione di un natante di rilevante valore di sua proprietà, ha dato ad uno dei propri referenti, tale Giovanni GABRIELE, di mettersi a disposizione di uno dei sodali dell’organizzazione romana, identificato in Roberto MACORI; poi inviato dal MOKBLE a Stoccarda (Germania) per sovrintendere alle fasi finali della propaganda ed all’effettiva (materiale) acquisizione e compilazione delle schede elettorali reperite grazie ai “buoni uffici” delle famiglie di ‘ndrangheta calabrese ed in particolare di LEVORATO Mario.
Dalle intercettazioni è infatti emerso al di là di ogni ragionevole dubbio, che il gruppo criminale del MOKBEL è riuscito ad appropriarsi di schede elettorali in bianco del Distretto di Stoccarda, tramite le quali votare il DI GIROLAMO, inviandole successivamente al competente Consolato italiano secondo una procedura peraltro all’epoca denunciata dalla stampa nazionale.
MOKBEL e l’organizzazione hanno inoltre sostenuto finanziariamente e logisticamente la candidatura del DI GIROLAMO, destinato ad essere un mero portavoce del MOKBEL in ambito politico, proponendone la candidatura anche nell’ambito delle iniziative legali poste in essere dal movimento politico PARTITO FEDERALISTA, la cui sede romana coincideva con il luogo utilizzato per le riunioni tra i sodali.
A seguito dell’elezione dell’avv. DI GIROLAMO a Senatore della Repubblica, veniva immediatamente interrotta ogni attività intercettiva nei suoi confronti.
La verifica della regolarità delle votazioni nel relativo collegio ha accertato come l’esistenza della residenza all’estero del neo Senatore, requisito indispensabile per la candidatura in quella circoscrizione, non sussisteva..”

Nel capitolo “La genericità del programma criminoso e l’intervento in politica del gruppo criminale facente capo al MOKBEL” dell’Ordinanza, si legge: “Il livello di organizzazione raggiunto dall’associazione criminale capeggiata dal MOKBEL Gennaro, la sua grande capacità di infiltrazione nelle Istituzioni Pubbliche, la pericolosità della sua azione sono dimostrate, senza dubbio, dal disegno politico, coltivato da lungo tempo dal gruppo criminale ed in particolare dal MOKBEL, che ha portato all’elezione con il decisivo appoggio di esponenti della ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto, dell’avvocato Nicola Paolo DI GIROLAMO al Senato della Repubblica, nella circoscrizione estero.
Tale intento politico, come si ricorderà è stato, unitamente alla questione del calcolo delle “stecche” a ciascuno spettanti, una delle cause del litigio tra il MURRI ed il MOKBEL nella riunione tenutasi nella villa di Antibes, a seguito della quale il MURRI ha lasciato la Francia iniziando a comportarsi in modo non gradito al gruppo fino ad attuare un momentaneo blocco dei conti correnti austriaci.
Occorre subito premettere che il “desiderio” di politica di Gennaro MOKBEL trova origine nel suo passato nella eversione di destra.
Per lungo tempo lo stesso è stato coinvolto in gravissimi fatti di reato ascrivibili ad esponenti della destra extraparlamentare ed è stato destinatario di provvedimenti cautelari per fatti omicidiari collegati ad azioni terroristiche di estrema destra unitamente a soggetti (quali ad esempio CARMINATI Massimo) ancora oggetto di ricerche da parte delle Forze di Polizia.
Constano all’indagine anche contatti diretti, non penalmente rilevanti con esponenti quali Francesca MAMBRO e Giusta FIORAVANTI che lo stesso MOKBEL si vanta di aver aiutato nell’ottenimento dei benefici penitenziari.
Questo ulteriore aspetto dell’attività delinquenziale dell’organizzazione criminale per cui si procede assume un significato estremamente importante in quanto costituisce ulteriore conferma della reale struttura associativa assunta del gruppo delinquenziale per cui si procede, il cui programma criminoso, evidentemente, risulta del tutto generico ed indeterminato prescindendo dalle, pure, molteplici attività delittuose poste in essere in occasione delle singole “operazioni” criminose di volta in volta realizzate, fino a risultare finalizzato genericamente a garantire la permanenza dell’organizzazione, assicurandosi nuovi campi di intervento nelle più disparate attività, legali ed illegali, anche in ragione delle infiltrazioni nelle più importanti Istituzioni del Paese.
La nota investigativa finale dei Carabinieri del ROS di Roma ricostruisce in maniera analitica e puntuale quanto emerso nel corso dell’indagine…
I costanti controlli posti in essere sull’attività delinquenziale del gruppo di MOKBEL, hanno, sin dall’inizio evidenziato il suo tentativo di fare ingresso in politica attraverso la segreteria del Partito ALLEANZA FEDERALISTA ed addirittura la fondazione di un proprio partito, il PARTITO FEDERALISTA ITALIANO, che avrebbe dovuto, nelle sue intenzioni, essere collegato alla “LEGA NORD”.
Trovano spiegazione in questo disegno “politico” le numerose conversazioni di MOKBEL che hanno ad oggetto la costituzione di una segreteria politica a livello regionale, poi effettivamente avvenuta, di cui egli stesso ha ricoperto la carica di segretario regionale, con tentativo di espansione in altre realtà regionali, in particolare Sardegna e Calabria.
Ma l’occasione di fare ingresso in politica dalla porta principale viene offerta al gruppo delinquenziale di Gennaro MOKBEL dalle elezioni politiche anticipate del 2008.
L’attività di indagine in corso in quel periodo ha consentito di seguire in maniera dettagliata a quella che risulta essere la vera e propria “costruzione” della candidatura politica del sodale DI GIROLAMO Nicola Paolo.
Sino a quel momento, e cioè sino alla caduta del Governo in quel quel momento in carica, alcuna reale “velleità” elettorale era infatti ascrivibile al pur attivissimo avvocato DI GIROLAMO, al di là del suo generico coinvolgimento nelle sue iniziative politiche da parte del MOKBEL.
Nel gennaio 2008, di fronte alla previsione di nuove imminenti elezioni politiche, Gennaro MOKBEL mette in moto una vera e propria macchina organizzativa che riesce in brevissimo tempo a costruire, prima, e rendere vincente, poi, la candidatura al Senato della Repubblica del nostro Paese dell’avvocato DI GIROLAMO, da sempre organico all’associazione criminale per cui si procede.
Che si sia trattato della candidatura e della possibilità di ingresso nel mondo delle Istituzioni pubbliche dall’interno del gruppo criminale facente capo a MOKBEL, con ciò che ne sarebbe conseguito per gli interessi (di “affari” parlano i sodali) dell’intera associazione delinquenziale, e non della candidatura della singola persona del DI GIROLAMO, emerge incontestabilmente dallo stesso tenore letterale di numerosissime conversazioni che in quel primo periodo, della “costruzione” della candidatura, e nel successivo periodo, della “campagna elettorale”, intervengono tra il il “candidato” e MOKBEL Gennaro o tra questi ed altri soggetti…
Che DI GIROLAMO non conti nulla, o meglio che debba essere mero “nuntius”, delle “scelte” operate dal “gruppo”, e in primo luogo da MOKBEL, emerge chiaramente sin dal primo momento della sua candidatura, che gli viene presentata in maniera imprevista nel gennaio 2008.
Di contenuto quasi esilarante – per il tono adottato – sono alcune delle conversazioni in cui il MOKBEL rimprovera aspramente il DI GEROLAMO per le condotte “sbagliate” da lui tenute in qualche occasione, ricordandogli che non conta nulla, che si sarebbe montato la testa e che sarebbe malato di “senatorite”, ed altrettanto esilaranti sono le risposte del DI GIROLAMO in alcune conversazioni in cui ammette espressamente che lui è espressamente del “gruppo” ed è proprio a tirarsi fuori se lo chiedono:
Si veda ad esempio… dalle ore 21:14 del 01/04/2008…:
M: MOKBEL – D: DI GIROLAMO
M: che c’hai da fà?
D: m’hai cercato?
M: si, ma c’hai da fà…?

D: so rientrato adesso a casa, dimmi…
M: allora io ho chiamato Roberto (MARCONI, ndr) e gli ho detto.. adesso caro Roberto tu me fai na cortesia tutti quelli che trovi solo ROMAGNOLI senza il tuo, lì lasci solo Romagnoli…
D: Ok…
M: ha fatto, perché? Perché lì lasci solo Romagnoli… e pure te Nicò datti na regolata, perché tu sei un po’ strano, pare le cose che fai te so fatte giuste… le cose che fanno l’altri… che stamo a fà… i camerieri tua… come cazzo te ne esci da uscittene con Roberto… ma famme cazzo capì… cioè si quello… (si accavallano le voci)… scusa Nicola na cosa no… se quello te sta dicendo guarda che qui ce stanno certi che so così e so… e poi.. ce sta a mette il tuo… no ma lì non te preoccupà già stanno a fà tutte… ma tu dai per scontato che a gente te fà tutto…
D: No, no, no, no… però a …. (si accavallano le voci)…
M: me fa piacere Nicò dai…
D: Guarda che io non gliel’ho detta così… eh… attenzione che detta così c’hai ragione te… no…
M: me l’hai detta a me pure così… Nicò…
D: eh.. ma non è… io ho dato un messaggio perché… inc….
M: dai un messaggio con una voce di merda… un modo con un tono che sembra che quello che stai a fà te è tutto per scontato…
D: no guarda questo…
M: stanno a fà l’altri… ma guarda che l’altri stanno sul territorio Nicò… perché io gli ho pure detto portame un po giù da quelle che so fatte solo a nome di quello senza il nome di Nicola… m’ha fatto… no ma non posso.. hai capito Nicò… siccome so 3-4 volte che a me negli ultimi 10 giorni me stai a lascià un po’ perplesso ti dico la verità… e mo dopo questa m’hai scassato il cazzo, te lo dico papale papale Nicò, io non è che so cambiato in 20 giorni Nicò… io non è che che te le mando a dì e cose.. poi se voi, vengo e te le dico in facci ste cose…
D: ma no…
M: so 3-4 volte me lasci perplesso Nicò… sai che novità ci sta… ma fà come cazzo te pare.. Nicò…
D: però io su questa cosa qua, me dispiace proprio, anche per quello.. poveraccio che sta, a corre lì su.
M: No, no.. non è su questa cosa cosa Nicò… se t’è venuta a candidite Nicò e se t’è venuta già a Senatorite è un problema tuo, però sta attento che ultimamente te ne sei uscito 3-4 volte che io so stato zitto… mo oggi m’hai riempito proprio le palle Nicò… capito?.. se poi dopo te e metto tutte in fila e cose… capito Nicò…
D: comunque guarda mi dispiace…
M: quando voi a disposizione Nicò… che te spiego tutti i comportamenti e tante cose che hai detto ultimamente che a me non mi sono proprio piaciute e che ho dovuto mandà giù rospi.. che a n’altro gli davo na capocciata Nicò.. siccome te voglio bene… siccome ti voglio bene Nicò..abbozzo na volta… abbozzo di volte 3 volte, abbozzo 4 volte… mo basta Nicò… se tu te senti de fà le cose come le stai a fa come e stai a fà tu, bene fattele Nicò…
D: a me me dispiace se tu vuoi io vengo anche subito e mi lo dici cioè non è…
M: no, non c’è bisogno de spiegamme e cose Nicò… sei proprio un po’ strambo ultimamente e oserei dire a volte sull’onda dell’ambiguità… capito… siccome io ste cose so 20 anni che li dico… Nicò… non vorrei che ti fosse presa qualche cosa di strano… se t’è presa è un problema tuo… non è un problema mio Nicò… tu vai per.. va di cazzo te pare… io me ne vado ‘ndo me pare che sto tanto bene… non è che devo sta appresso a te Nicò… e se voglio, quello che tu stai a fà adesso lo faccio quando me pare come me pare e sicuramente con risultati migliori per cazzi miei… capito?……

(…)
Dopo qualche giorno, vi è un’altra conversazione in cui è altrettanto chiaro chi sia il vero “senatore”:
delle 17:13.. del 17/04/2008…
M: MOKBEL – D: DI GIROLAMO
….
M: però che cosa, Nicò?… che cosa, Nicò?… che cosa?… devo aprì a bocca mia?…io quando apro a bocca faccio male, a secondo del male che si fà, io faccio male, Nicò, capito? Vuoi che parlo io, ne parla te, fammi ‘a cortesia.., perché non hai capito bene,… già sai te che non hai capito bene Nicò,
D: io ieri ho, ho sbagliato…
M: non me ne frega un cazzo, a me di quello che dici tu, per me Nicò, puoi diventare pure Presidente della Repubblica, per me sei sempre il portiere mio, cioè nel mio cranio sei sempre il portiere, no nel senso che tu sei uno schiavo mio, per me conti… scusa conti come il portiere, capito Nicò?… però, io ricodate… pei soldi… non me ne frega un cazzo del potere, me ne frega un cazzo, però ricordate Nicola, che per le sfumature me faccio ammazzà… e faccio male…

(…)
Non vi sono dubbi dunque su chi in realtà diriga le operazioni inerenti non soltanto la candidatura del DI GIROLAMO, ma anche su chi diriga il DI GIROLAMO nella sua attività politica. Ed è tutto il gruppo del MOKBEL che è impegnato a rendere possibile quella candidatura, come emerge chiaramente dal tenore della conversazione…

(…)
Ma ciò che risulta determinata per la riuscita della elezione del DI GIROLAMO sono gli accordi che vengono presi come soggetti collegati direttamente (da vicoli parentali) con gruppi delinquenziali della “‘ndrangheta” calabrese operante nella zona di Crotone, la famiglia “ARENA”, e che determinano in maniera evidente la illecita “raccolta” di un gran numero di voti in favore del candidato DI GIROLAMO Nicola Paolo tra gli emigrati calabresi.
Attraverso il controllo delle conversazioni degli indagati e dei servizi di OCP che ne sono conseguiti è stato possibile verificare il diretto coinvolgimento di tali esponenti calabresi nella elezione del DI GIROLAMO.
Infatti attraverso l’opera di COLOSIMO Paolo, difensore di alcuni esponenti della famiglia ARENA, tra cui Giuseppe ARENA, vengono avviati dal MOKBEL una serie di contatti con la Calabria in particolare, appunto con PUGLIESE Franco la cui figlia Mery è la compagna di Fabrizio ARENA il cui padre, Carmine, uno degli esponenti storici dell’omonima cosca di Isola Capo Rizzuto, risulta ucciso in un eclatante agguato mafioso nel 2004, mediante l’esplosione di un colpo di “bazooka”.
Inoltre, PUGLIESE Vittoria, sorella di PUGLIESE Franco, è sposata con NICOSCIA Pasquale cl. 60, già inserito nell’omonima cosca, anch’egli assassinato in data 11.12.2004.
Le investigazioni a riscontro delle conversazioni telefoniche prima accennate hanno consentito di verificare che effettivamente il MOKBEL, il COLOSIMO ed altri sodali si sono recati in Calabra per chiedere l’aiuto necessario.
Hanno, altresì, consentito di accertare che, a seguito degli accordi intrapresi il PUGLIESE Franco addirittura invia in Germania un proprio uomo, tale Giovanni GABRIELE, che si premura di procedere ad una serie di incontro con alcuni “calabresi” di riferimento, residenti in Germania.
Ma ciò in cui si distingue il Giovanni GABRIELE è l’attività, posta in essere unitamente a Roberto MACORI, come emerge, inequivocabilmente, da numerose conversazioni telefoniche, di raccolta di centinaia di schede elettorali che vengono compilate a mano da lui stesso.
Infatti, il 03.04.2008, nel pieno svolgimento delle elezioni politiche, veniva intercettata una conversazione telefonica tra MACORI Roberto, che in quel momento si trovava in Germania insieme a GABRIELE Giovanni, e DI GIROLAMO Nicola Paolo, nel corso della quale il primo aggiornava il secondo in merito al procacciamento di voti in quel paese:
… delle 12:16 del 03/04/2008…:
MACORI contattava DI GIROLAMO al quale parlava del procacciamento di voti in seno alla comunità italiana in Germania in un quartiere a prevalenza turca.
In particolare, riferiva:
– che insieme a Giovanni GABRIELE, “… siamo entrati nel quartiere turco, l’abbiamo attraversato… non sai che cosa vuol dire… siamo entrati in una casa di disperati italiani… col cane che abbaiava, la ragazzina che cacava… e ci hanno dato una ventina di voti… … in questa casa io non ho voluto mettere piede dentro, ho aspettato fuori, il sor Giovanni è entrato… perché mi faceva talmente schifo … è entrato il sor Giovanni, con la sua… diciamo verve calabrese… si è preso i voti e se ne semo andati…”;
– il determinante aiuto di Giovanni GABRIELE: “… ti confermo, er Giovanni qui, è il capo della direzione germanica…”
La conversazione continua con MACORI che illustra il suo impegno per il procacciamento dei voti.
Alla richiesta di DI GIROLAMO se “… ma fisicamente stai sempre in quel di Stoccarda?…”, MACORI risponde: “… no, io non dormo a Stuttgart (Stoccarda, ndr), io dormo a Esslingen, 15 Km da Stoccarda… però ogni giorno, noi facciamo 500, 400 km con la macchina… perché qui la realtà è suddivisa, frazionata in tutti paesini, gli italiani stanno…(…)”
(…)
… ore 10:06 del 08/04/2008…:
MACORI chiama DI GIROLAMO per dargli un nuovo aggiornamento: “… senti Nicò… me so scordato de dirti che nel computo metrico c’è però 87 con scritto… che hanno votato, scusa… REBUZZI/DI GIROLAMO… però, votando nello stesso partito… è valido il voto… capito? Puoi mettere due preferenze dello stesso partito quindi te ne ho recuperato altre 87… di elettori che erano indecisi… già volevano votà la REBUZZI… v’hanno votato tutti e due…”
MACORI chiede quindi a DI GIROLAMO di ringraziare personalmente Giovanni GABRIELE per quanto stava facendo. Passava quindi il telefono al GABRIELE e DI GIROLAMO gli diceva: “… io la ringrazio perché … stanno arrivando indicazioni sul capolavoro che state facendo quindi…”.
GABRIELE rispondeva che era anche merito di MACORI: “… è l’accoppiata che è forte… è un’accoppiata molto forte… e vincente… è stata vincente…”
(…)”
Nei giorni seguenti continuano le telefonate con i costanti aggiornamenti sui pacchetti di voti che, via via, venivano recuperati dagli uomini della cosca ARENA per il DI GIROLAMO. Ed il Gip continua con il capitolo: “Le modalità di acquisizione del voto. I contatti calabresi e le considerazioni giuridiche conseguenti”:
“Come sia stato possibile realizzare la candidatura del DI GIROLAMO è emerso chiaramente da quanto sopra riportato ed è sicuramente attribuibile alle relazioni da anni intrattenute dal MOKBEL con esponenti politici di primo piano del centrodestra. Come sia stato viceversa ottenuto l’appoggio elettorale necessario per l’elezione va invece analizzato giuridicamente in quanto ne derivano ad avviso di questo Ufficio pregnanti considerazioni circa la pericolosità dei soggetti intervenuti nella vicenda e precise considerazione la configurabilità dei reati commessi e delle relative aggravanti. Grazie alla intermediazione di Paolo COLOSIMO, avvocato in diversi processi contro esponenti della famiglia di ‘ndrangheta ARENA … viene infatti stretto un accordo tra MOKBEL Gabriele e Franco PUGLIESE, che ha permesso all’organizzazione romana di MOKBEL di avvalersi della capacità di controllo del voto all’estero delle organizzazioni ‘ndranghetistiche della zona, attraverso l’opera di persone specificatamente contattate ed inviate in Germania da Franco PUGLIESE.
Tale “cortesia” elettorale è stata di fatto ricambiata attraverso il “favore” che il PUGLIESE Franco ha chiesto al COLOSIMO ed al MOKBEL in occasione della sua “promessa” di aiuto per l’operazione elettorale e cioè l’intestazione fittizia di una imbarcazione che stava per acquistare presso il cantiere “A.STABILE” di Trapani. Infatti il PUGLIESE Franco, anche in relazione ai suoi stretti collegamenti parentali con il gruppo delinquenziale degli “ARENA”, gruppo storico della ‘ndrangheta calabrese, è stato già in passato oggetto dell’attenzione degli investigatori in materia di misure di prevenzione (risulta applicata allo stesso una misura di prevenzione patrimoniale successivamente revocata), per cui per il timore di poter nuovamente risultare destinatario di misure di prevenzione e, comunque, per renderne difficoltosa l’attribuzione allo stesso, ha chiesto ai “romani” che la sua barca, già ordinata ed in fase di allestimenti a Trapani, venga intestata fittiziamente a qualcuno. La attività di fittizia intestazione di questa imbarcazione ha costituito oggetto di numerose esplicite conversazioni intercorse tra il COLOSIMO ed il MOKBEL sino alla individuazione in Roberto CABONI del soggetto che avrebbe potuto “prestarsi” alla fittizia intestazione.
Le investigazioni svolte alla luce delle conversazioni che su tale argomento sono intervenute nel corso delle indagini hanno consentito di accertare, indubitalmente, che effettivamente il gruppo facente capo al MOKBEL, ed in particolare il COLOSIMO Paolo, il MOKBEL Gennaro, il Marco IANNILLI ed il Nicola Paolo DI GIROLAMO si sono adoperati nell’interesse del PUGLIESE Franco riuscendo a fare intestare la barca “STAMA 37”, denominata “FRANCK ONE” alla società ADV & PARTNERS srl di Roma il cui responsabile legale… era Roberto CABONI, cugino di Marco IANNILLI, a sua volta incaricato da COLOSIMO e MOKBEL di trovare una società di comodo per l’intestazione della barca.
Inconfutabili in tal senso, anche la piena consapevolezza della qualità del PUGLIESE e del suo ruolo tanto nell’appoggio alla candidatura che delle ragioni per cui necessita di una falsa intestazione della barca sono… [molteplici] conversazioni…
(…)
Per completare il quadro della vicenda e comprendere di quali reati si siano macchiati nella vicenda il DI GIROLAMO, il MOKBEL, MACORI e chi siano Giovanni GABRIELE e Franco PUGLIESE, bisogna prendere le mosse da alcune acquisizioni documentali effettuate presso la DDA di Catanzaro che non lasciamo adito a dubbi circa l’appartenenza del PUGLIESE alla “ndrina” di Isola Capo Rizzuto e sul significato della “VERVE CALABRESE” cui accenna il MACORI, inviata dal MOKBEL per la raccolta dei voti al seguito del GABRIELE Giovanni in Germania, in occasione delle elezioni.
Ebbene come emerge chiaramente dalle conversazioni intercettate a carico del MOKBEL chi siano i calabresi risulta chiaramente dalle sue parole. PUGLIESE Franco, nato a Isola Capo Rizzuto il 04.07.1957, con numerosi pregiudizi di polizia, già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale per anni 3, imprenditore con rilevanti possibilità finanziarie ed interessi economici nell’area a cavallo tra la provincia cremasca e quella parmense è legato da vincolo di parentela con la famiglia della cosca ‘ndranghetista degli ARENA.
In particolare, la figlia Mery risulta convivente di Fabrizio ARENA il cui padre, Carmine, uno degli esponenti storici dell’omonima cosca, fu ucciso in un eclatante agguato mafioso nel 2004, mediante l’esplosione di un colpo di “bazooka”. Inoltre, PUGLIESE Vittoria, sorella di PUGLIESE Franco, è sposata con NICOSCIA Pasquale cl. 60, già inserito nell’omonima cosca, assassinato in data 11.12.2004 ad opera della cosca ARENA in risposta all’omicidio del.. Carmine.
Fabrizio ARENA cl. 80 è stato raggiunto il 16.4.2009 da una ordinanza di custodia cautelare per i reati di associazione mafiosa, omicidio premeditato in concorso e reati in materia di armi.
In una delle numerose conversazioni tra presenti intercettate presso il suo ufficio sito in Roma, in viale Parioli 63 (… 8.10.2007 ore 16:15…), il MOKBEL faceva presente al suo interlocutore n.m.i. di nome “Stefano” che il suo ristorante Filadelfia, sito in questa via Giano della Bella, era luogo di calabresi (“… Conosci tutti in Calabria? – Stefano risponde di si – … io pure conosco… io conosco pure i pesanti proprio in Calabria… vengono al ristorante mio che una specie di ambasciata… gli ARENA… MACRI’…”).
Del PUGLIESE Franco, indicato come elemento sa sempre legato alla famiglia ARENA… e come riciclatore del denaro di tale cosca mafiosa, implicata in gravissimi fatti di sangue, parlano alla DDA di Catanzaro i collaboratori di giustizia BONAVENTURA Luigi, MARINO Vincenzo, CORTESE Angelo Salvatore, BUMBACA Domenico.
Il quadro emergente da tali dichiarazioni… per quanto riguarda il presente procedimento conferma il pieno inserimento del PUGLIESE nella cosca ARENA di Isola Capo Rizzuto con il ruolo di affiliato non “battezzato”, e con compiti specifici di riciclaggio ed investimento dei soldi del genero Fabrizio ARENA.
Al di là della specifica analisi delle dichiarazioni, provenienti da esponenti della cosca VRENNA-BONAVENTURA-CORIGLIANO, operante nella limitrofa città di Crotone, emerge in modo palese dalla documentazione acquisita si il ruolo del PUGLIESE sia la ragione per la quale con ogni evidenza nella necessità di trovare appoggi all’estero per la raccolta dei voti e la campagna del DI GIROLAMO, il gruppo MOKBEL si sia rivolto grazie ai buoni uffici del COLOSIMO agli ARENA ed al PUGLIESE.
Del resto che il rapporto sia stato determinato dalla necessità di avvalersi del deciso appoggio della famiglia mafiosa in questione emerge anche dai rapporti personali che il COLOSIMO ha intrattenuto con lo stesso Fabrizio ARENA nel medesimo lasso temporale in cui unitamente a Gennaro MOKBEL si è recato in Calabria per concordare con il PUGLIESE le modalità della raccolta dei voti e l’invio in Germania di un esponente della famiglia con tale compito, individuato in Giovanni GABRIELE….”

L’ordinanza del GIP di Roma su questa questione è chiarissima:
“Appare a questo punto essenziale, al fine di inquadrare giuridicamente nei fatti contestati agli indagati ai capi [di imputazione] 34, 35 e 36… riportare quanto chiarito in materia di rapporti tra politica e organizzazioni mafiose in occasione di competizioni elettorali dalla Suprema Corte di Cassazione.
Va premesso che la “finalità elettorale” è inserita nell’art. 416 bis c.p. Tra quelle oggetto degli scopi dell’associazione per delinquere in questione…
Impedire o ostacolare il libero esercizio del voto o procurare voti a sé o ad altri sono condotte indicative e specializzanti del programma criminoso tipico delle associazioni di tipo mafioso. Il “controllo” del voto e la finalità elettorale è preceduta dal termine “ovvero” ad indicare la sua natura ulteriore rispetto alle normali finalità a contenuto criminal-economico dell’associazione, ma analogamente a queste ultime ne va colto l’elemento tipizzante che distingue in modo inequivocabile le associazioni di tipo mafioso da quelle per delinquere.
(…)
Non a caso, il reato di “scambio elettorale politico-mafioso” è sistemato topograficamente nell’area dei delitti contro l’ordine pubblico, subito dopo il reato di associazione di tipo mafioso; così da salvaguardare solo strumentalmente l’interesse elettorale … per far assumere valenza esponenziale all’offesa all’ordine pubblico determinato dall’inquietante connubio tra mafia e politica. Ciò premesso non consta agli atti del procedimento che vi sia stato versamento diretto di denaro da parte del gruppo MOKBEL al PUGLIESE in cambio dell’appoggio elettorale della famiglia ARENA nelle elezioni svoltesi in Europa. La contropartita dell’accordo è stata infatti individuata nella fittizia intestazione del m/yacht del PUGLIESE; curata dall’associazione criminale del MOKBEL.
E’ indubbio tuttavia… che l’organizzazione si è attivata in pieno e con modalità tali da rendere ipotizzabile anche il reato di cui all’art. 97 DPR 361/1957, che punisce: “chiunque usi violenza o minaccia ad un elettore o ad un suo congiunto, per costringere l’elettore a firmare una dichiarazione di presentazione di candidatura od a votare in favore di una determinata lista o di un determinato candidato, o ad astenersi dal firmare una dichiarazione di presentazione di candidatura, o dall’esercitare il diritto elettorale o, con notizie da lui conosciute false, con raggiri o artifici, ovvero con qualunque mezzo illecito atto a diminuire la libertà degli elettori, esercita pressione per costringerli a firmare una dichiarazione di presentazione di candidatura od a votare in favore di determinate liste o di determinati candidati….”
(…)
… avendo accertato l’accordo intervenuto tra il gruppo MOKBEL e il Franco PUGLIESE a nome degli ARENA – e l’effettivo intervento di questa famiglia nella campagna elettorale all’estero con la conseguente pressione su determinate categorie di elettori (gli emigrati calabresi in Germania) – e difettando allo stato la prova di una dazione di denaro devono ritenersi correttamente contestati i reati di cui ai capi [di imputazione] 34, 35 e 36…
(…)
Ciò premesso in diritto appare indubbio che l’invio del GABRIELE unitamente al MACORI in Germania e le attività degli stessi svolte e riferite telefonicamente tanto al DI GIROLAMO che al MOKBEL configurano i reati come contestati… e quindi con l’aggravante… in ordine alla quale si osserva che l’avvalersi delle circostanze previste dall’art. 416 bis c.p. e quindi della forza di intimidazione di tale tipo di associazione non è esclusiva degli appartenenti alle medesimi.
(…)
… si ritiene da parte di questo Ufficio che le stesse modalità con le quali il voto all’estero degli emigrati calabresi a Stoccarda e dintorni si è in un concreto esplicato, e cioè con la consegna di schede elettorali riempite abusivamente dal MACORI, dal GABRIELE e da ignoti, sia prova più che sufficiente per ritenere esplicita la capacità di “convincimento” dell’associazione mafiosa degli ARENA e del PUGLIESE, alla quale esplicitamente MOKBEL, DI GIROLAMO e sodali si erano rivolti recandosi in Calabria il 25.3.2008″.

Il Nicola DI GIROLAMO, su cui il Parlamento deve esprimersi per la richiesta di arresto, cerca di negare i rapporti con gli ‘ndranghetisti. Questa per il cosiddetto “senatore” appare però una missione davvero impossibile. Poche ore dopo lo scattare dell’Operazione è stato smentito da alcune prove fotografiche – pubblicate in esclusiva dal sito de L’Espresso – che lo ritraggono accanto al boss PUGLIESE, ma è già proprio negli atti dell’inchiesta che vi sono le prove inconfutabili del patto politico-mafioso. Già abbiamo visto ampi stralci dell’Ordinanza del GIP di Roma, ed aggiungiamo ancora, su questa vicenda, questo ultimo passaggio, tanto per fornire qualche elemento di certezza sui fatti:
“Il 29.03.08 Franco PUGLIESE chiamava Nicola DI GIROLAMO. Dopo i convenevoli ed il ringraziamento del candidato per quanto stava facendo per lui, Franco gli dice che era in compagnia di Arturo STABILE, titolare del cantiere navale da cui lui stava acquistando la barca. DI GIROLAMO si complimenta con STABILE per la qualità delle imbarcazioni che il suo cantiere procure. Poi il telefono torna a Franco PUGLIESE. Si riporta, integralmente, nelle parti d’interesse:
D: DI GIROLAMO
P: PUGLIESE
D: senti Franco, t’ho telefonato perché il nostro comune amico m’ha detto che per l’intestazione di questa non ti preoccupare… risolviamo tutto noi eh!
P: grazie, grazie
D: se c’hai problemi, già risolto, nulla da… non te preoccupà
P: grazie, grazie davvero… senti non gliel’ho detto (si rivolge verosimilmente ad Artuto STABILE), i documenti poi glieli mandate tutti voi… fà tutto lui… volevo dirti che anche loro, da oggi si stanno impegnando pure con i MELE e tutto con il tuo nome, va bene?
D: grazie, grazie, Franco
P: è un piacere che ti ho sentito.

La conversazione si concludeva con saluti fra gli interlocutori.”

Ecco quindi come nasce l’elezione del Senatore del PDL. Con le schede elettorali reperite dalla ‘ndranghera viene falsificato l’esito del voto ed il DI GIROLAMO entra a Palazzo Madama, in rappresentanza di quella organizzazione che secondo il Gip è “tra le più pericolose mai individuate”. E sono tante le pagine dell’Ordinanza dedicate alla elezione DI GIROLAMO dove si evidenzia l’operativa concreta dell’asse con MORKEL e la ‘ndrangheta. In uno dei passaggi si parla dei rapporti del MOKBEL con alcuni altri parlamentari, tra cui Sergio DE GREGORIO (l’eletto all’estero nell’Italia dei Valori, nella passata legislatura, e passato al Pdl) emerge più nitidamente il “ruolo” delle associazioni politiche usare dal MOKBEL e DI GIROLAMO, a partire dall’associazione “ALLEANZA FEDERALISTA” ed alle successive evoluzioni. Nell’Ordinanza si legge: “Un movimento politico nato nell’ottobre del 2003 gravitante nell’area apolitica della LEGA NORD, la cui sede è ubicata in Roma. L’attuale segretario, Giacomo CHIAPPORI, è stato eletto nelle liste della Lega Nord, alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Liguria. In tale movimento Gennaro MOKBEL assumerà la carica di segretario regionale, con altre cariche distribuite anche ad altre persone”. Ed ancora, sempre sull’ALLEANZA FEFERALISTA si legge che “sarà la vera e propria base logistica per tutte le iniziative lecite/illecite sia economiche sia imprenditoriali, sia politiche. Poi a seguito di contrasti con i vertici di ALLEANZA FEDERALISTA, accusati di immobilismo ma soprattutto di non coinvolgere Gennaro MOKBEL… maturerà la decisione di costituire un autonomo gruppo politico (a cui veniva dato il nome di PARTITO FEDERALISTA ITALIANO) che culminerà nella candidatura alle elezione politiche del 13 e 14 aprile 2008 di Nicola DI GIROLAMO quale candidato al Senato”. In questo nuovo ambito MOKBEL compie le scelte e disegna le strategie che portano anche i politici ed ‘ndranghetisti a salire in Germania per “per il procacciamento di voti, e delle schede elettorali in bianco nell’area di Stoccarda” L’operato ed i contatti del sodalizio “trovavano concretezza con l’effettiva elezione di Nicola Di Girolamo al Senato della Repubblica con 22.875 voti validi”.
Non tutto fila però liscio nel rapporto tra MOKBEL e DI GIROLAMO. MOKBEL dice al neo senatore: “dobbiamo trovare un altro partito dove infilarci perché ieri sera è venuto il senatore DE GREGORIO, l’onorevole BEZZI, tutti quanti si sono messi a tarantella, siccome DE GREGORIO è l’unico che l’ha l’accordo blindato con BERLUSCONI… cioè si presenta in una delle liste… e poi fanno la segreteria nazionale… io adesso preferisco vedere se trovo la strada sempre per Forza Italia che sarebbe ancora meglio…”. Si scopre anche che il lavoro del DI GIROLAMO non soddisfa il MOKBEL che ad un certo punto arriva ad aggredirlo:“Nicò, non stai facendo un cazzo, perdendoti nelle tue elucubrazioni, ti ho avvisato una, due, tre volte ed io con un coglione come te non me ce ammazzo… vuoi far il senatore, prendi i tuoi sette mila euro al mese, vattene affanculo a non me rompè se no ti metto le mani addosso”.
Il DI GIROLAMO è ritenuto da MOKBEL una creatura sua e dei suoi amici della ‘ndrangheta, come evidenziano le intercettazioni ed le prove raccolte nell’Ordinanza.

E dall’inchiesta PUNCHARD-BROKE, come abbiamo accennato, emerge anche quel colosso chiamato FINMECCANICA e che recentemente – il 20 febbraio 2010 – abbiamo trovato al convegno della comunità calabrese a Genova, con esponenti di primo piano del Pdl, tra cui il sottosegretario Bartolomeo GIACHINO, rappresentanti della Giunta comunale di Scopelliti di Reggio Calabria, il senatore “scalatore” Luigi GRILLO, in compagnia del rappresentante della Giunta comunale Vincenzi di Genova, Mario MARGINI, il super-assessore ai lavori pubblici. Tra i relatori anche l’amministratore delegato di FINMECCANICA, Giuseppe BONO, e ben 20 sono i posti riservati in platea a “FINMECCANICA”. Questo incontro, con festa al seguito nel costosissimo Palazzetto dello Sport di Fiumara – made in Coopsette -, è stato promosso da un’altra associazione politico-culturale chiamata “MEDITERRANEO”, che fa riferimento al consigliere comunale del Pdl (e candidato alle elezioni regionali del 2008 in Liguria), Aldo PRATICO’. All’incontro della comunità calabrese, per sponsorizzare la candidatura di PRATICO’ alle elezioni regionali, hanno partecipato, in borghese e non in servizio, anche esponenti dell’Arma dei Carabinieri, uno dei quali si è anche esibito come cantante.
Tornando invece a FINMECCANICA ed a quanto emerge dall’Operazione PUNCHARD-BROKE, è il sito del settimanale l’Espresso che dà la notizia in anteprima. Si legge nell’articolo: “L’affare FINMECCANICA. Il gruppo a un certo punto decide di investire e punta in alto. Secondo gli inquirenti la banda avrebbe investito circa 8 milioni di euro per compare le quote della DIGINT srl, una società che dovrebbe produrre software e hardware nata nel 2007 e partecipata da una società anonima lussemburghese (la FINANCIAL LINCOLN) e dal colosso pubblico FINMECCANICA, che ne detiene il 49 per cento. Già. MOKBEL e i suoi parlano spesso di GUARGUAGLINI e altri dirigenti dell’azienda.
“Io ieri sera sono stato a cena con uno dei capoccioni di FINMECCANICA” spiega MOKBEL a un amico “uno dei tre che comandano FINMECCANICA. Lui però vive negli Usa, a Washington, è quello che ha firmato l’accordo da sei miliardi… sugli aerei… FINMECCANICA, fa gli aerei degli Stati Uniti”. A un altro interlocutore, MOKBLE ripete che è stato a cena con “il numero tre della terza industria militare del mondo e con due della CIA…Aveva una scorta de quelle che non se possono…armati, un cazzo de marchingegno, m’hanno offerto, non a me, ma tramite sempre l’avvocato Nicola (secondo gli inquirenti si tratta del senatore DI GIROLAMO, ndr) di aprire una loro agenzia per tutto il centro Asia, per la vendita di prodotti di sicurezza… e prodotti militari… elicotteri Augusta e via dicendo. Ci abbiamo una riunione lunedì”. A un altro personaggio, MOKBEL suggerisce di tenere la bocca chiusa sull’affare, perché le possibilità di fare altri soldi sono molte. “Incominci a comprare gli elicotteri Augusta…quanti amici vuoi? Che cazzo vuoi? Che sicurezza vuoi? Che tecnologia vuoi? Questa è una cosa …che ci apre tutto un altro scenario che manco te lo voglio dì…”
Un gruppetto si incontra a febbraio del 2008, qualche giorno dopo, al Circolo romano “Antico tiro a volo”. Ci sono MOKBEL, DI GIROLAMO, altri indagati come Marco TOSERONI, Vincenzo SANGUIGNI, Marco IANNILLI e Lorenzo COLA. TOSERONI spiega che la società è stata comprata, una scatola vuota, “è una partecipazione dove apparentemente c’è una ‘delega’ da parte di FINMECCANICA per la cessione del 51 per cento”. Chissà se GUARGUAGLINI e i suoi uomini di questa storia ne sanno qualcosa”.