NAPOLI – L’omicidio di Davide Montefusco che qualche ora fa ha insanguinato le strade di Ponticelli, è solo l’ultimo episodio di violenza legato alla vita dell’ex collaboratore di giustizia.
Un pentimento eccellente. Montefusco era un uomo di spicco del clan Sarno, la famiglia che domina nella zona dove è avvenuto l’omicidio e il suo pentimento è stato visto da molti uomini del clan come uno “sgarro” che non poteva passare inosservato.
Già nel 2009 la sua famiglia aveva pagato cara la scelta di collaborare con lo Stato. Diversi familiari di Montefusco e anche alcune sue proprietà, vennero prese di mira. In particolare Donato Buonaiuto – cognato della vittima – era stato pesantemente minacciato da alcuni esponenti minori del clan che poi finirono in manette proprio a causa delle reiterate intimidazioni nei suoi confronti.
Le minacce al cognato. In alcuni stralci delle dichiarazioni che portarono all’arresto delle 17 persone accuse di “reitera e feroce violenze”, viene descritto l’episodio più grave. Alcuni uomini costrinsero Buonaiuto a rifugiarsie a barricarsi in casa per poi a scappare, lasciando l’abitazione in balia della furia dei suoi assalitori. Da quel momento in poi il clan si approprierà di tutti i beni della famiglia Montefusco.
Un chiaro segnale per tutti gli affiliati. Questa è la fine che fa chi si pente.
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