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E’ QUELLO CHE CHIEDE DA SEMPRE L’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO:QUANDO UN ENTE VIENE SCIOLTO PER MAFIA O ALTRO REATO CONNESSO OLTRE AI POLITICI BISOGNA CACCIARE ANCHE I FUNZIONARI O DIRIGENTI RESPONSABILI ED IMPEDIRE LORO DI RITORNARE A VITA NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE.

Falvo: «Scioglimenti dei consigli, servono decisioni capaci di colpire gli uffici amministrativi»

Il procuratore di Vibo Valentia ospite in una puntata speciale del nostro talk. Le sue opinioni sull’uso dei trojan per le intercettazioni e sulla scelta del luogo in cui celebrare il maxi processo Rinascita. «È giusto dare qui un segnale chiaro della presenza dello Stato»

 

9 marzo 2020, 19:36

LAMEZIA TERME Puntata speciale di “20.20”, il settimanale di approfondimento prodotto da Il Corriere della Calabria, e in onda ogni lunedi alle 21 sul canale 211 de L’Altro Corriere tv. Ospite di Danilo Monteleone e Ugo Floro, il capo della Procura di Vibo Valentia, Camillo Falvo. L’incipit dell’intervista non poteva che essere riservato alla difficile condizione determinatasi a causa dell’emergenza Coronavirus, anche nei tribunali e per l’amministrazione della giustizia.

 

Il procuratore, nel ribadire che l’azione giudiziaria non subirà rallentamenti, ha garantito che le udienze rinviate saranno recuperate nel più breve tempo possibile: «Ora l’esigenza primaria è assicurare a tutti il pieno rispetto di tute quelle condizioni che preservino la salute dei cittadini». Lunga e articolata la riflessione di Camillo Falvo sul tema intercettazioni, con particolare riferimento all’operatività degli ormai celeberrimi “trojan”: «Sulle intercettazioni, negli anni passati si erano affermate prassi anche interpretative diverse, non c’è dubbio che il tema sia complesso così come lo è la disciplina appena varata. Temo che occorrerà del tempo per raggiungere l’equilibrio necessario».

 

Per quanto riguarda la pubblicazione di intercettazioni non penalmente rilevanti, il procuratore ha sottolineato che «avendo preso atto che il problema non poteva essere risolto a valle, si è scelta una soluzione a monte. Mi spiego, nella nuova disciplina il ruolo di valutazione del pubblico ministero, la professionalità della polizia giudiziaria e l’archivio riservato, di certo ci chiamano a nuove e gravose responsabilità, ma nel tempo potranno garantire una gestione più rigorosa».

 

Altri temi, tra quelli passati in rassegna e tra loro collegati, quelli delle interdittive antimafia e degli scioglimenti dei consigli comunali. «Sono convinto che gli scioglimenti debbano essere sicuramente più chirurgici, c’è necessità di ancoraggi più forti e decisioni che non riguardino solo gli organi politici, ma che siano capaci di colpire anche gli uffici amministrativi».

 

Per quanto concerne le interdittive comminate alle imprese in odor di mafia, Falvo ha sottolineato di essere pienamente consapevole del fatto che «le valutazioni sono lasciate all’apprezzamento dell’autorità amministrativa, anche se in molti casi i processi penali ne hanno poi dimostrato la fondatezza».

 

Nelle parole del procuratore di Vibo Valentia poi, la soddisfazione per la monumentale inchiesta Rinascita Scott: «È giusto e doveroso che il processo si svolga a Vibo Valentia per dare un segnale chiaro della presenza dello Stato». Sull’azione di contrasto alla criminalità vibonese, Falvo, nell’evidenziare il prezioso lavoro di coordinamento e di indagine del procuratore Gratteri, ha posto l’attenzione sul ruolo determinante svolto dai pentiti Moscato e Mantella.

 

Fonte:https://internapoli.it/