E’ morto Amato Lamberti.
La notizia ci è stata data in tempo reale e con la voce rotta dai singhiozzi da Andrea Cinquegrani e Rita Pennarola, i carissimi amici della “Voce delle Voci”.
Era un loro carissimo amico ed anche amico nostro.
Lo abbiamo avuto ospite come relatore al Convegno di Pastena del giugno dell’anno scorso, insieme ai PM Giovanni Conzo della DDA di Napoli e Maria Antonietta Troncone Procuratore Aggiunto di Nola.
Un intervento, quello di Amato Lamberti, sentito, duro nei contenuti, simile a quanto noi andiamo sostenendo da anni.
Della mafia è stata finora colpita solo la manovalanza –questa è la sua e la nostra tesi -, non la parte alta, quella politica ed istituzionale.
Anche in occasione del famoso processo “Spartacus”, egli diceva, si riuscì a colpire solo l’ala militare, la manovalanza appunto.
E’ nella politica soprattutto che va cercata la mafia.
Ed è illusorio pensare di poter riformare questa perché ormai essa è definitivamente compromessa.
Anche con i migliori intendimenti, questa è irriformabile.
Una tesi che nessuno ha il coraggio di esporre e che Amato Lamberti, invece, condivideva con chi scrive e la esponeva pubblicamente, senza reticenze, come appunto facciamo noi.
Costi quel che costi.
Egli se n’è andato in un breve volgere di tempo, come se ne sono andati altri due carissimi amici, insieme a Lamberti grandi combattenti contro le mafie e la camorra:
Enzo Albano e Tom Behan.
I migliori, magistrato il primo e scrittore e professore universitario il secondo.
In un anno tutti e tre-Albano, Behan e Lamberti – se ne sono andati lasciando il nostro cuore a pezzi.
Ed un grande, grandissimo vuoto soprattutto in considerazione del valore del loro impegno vivo contro il malaffare e la camorra.
Lasciateci piangere, orgogliosi però, per la nostra sempre maggiore solitudine.
Ciao, Amato.