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È il terzo attentato al costruttore edile.Reggio Emilia.Una scia di fuoco mafioso

È il terzo attentato al costruttore edile

A fuoco l’auto Bmw X5 parcheggiata nel box della villa di via Andreini. Il rogo è doloso, già allertata l’Antimafia

di Tiziano Soresina

15 ottobre 2017

REGGIO EMILIA. La scia di fuoco non s’arresta nella nostra città.

E si tratta ancora una volta di un incendio d’auto, questa volta in via Andreini, laterale di via Samoggia, nella zona di San Prospero Strinati.

FIAMME NELLA VILLA. Il rogo è avvenuto all’una e mezza di ieri. È ancora buio e il fuoco è impressionante, perché sta aggredendo la macchina all’interno di una bella villa. Le fiamme avvolgono il suv Bmw X5 di un imprenditore edile cutrese. Il fuoristrada si trova sotto una tettoia, di fianco all’abitazione. Un box che rimarrà danneggiato da quanto accaduto. L’intervento dei vigili del fuoco è rapido ed altrettanto in fretta i pompieri hanno spento il rogo. Un incendio però devastante, il suv è ormai inutilizzabile, ne rimane solo il telaio.

SI SOSPETTA IL DOLO. Sul posto è giunta velocemente anche la squadra mobile. Il caso si propone subito delicato. Più tardi arriverà anche la Scientifica, perché quanto avvenuto è di estrema gravità se – come probabile – si tratta di un incendio doloso che ha fatto rischiare grosso anche chi in quel momento della notte era in casa e si è ritrovato il crepitio delle fiamme a pochi metri.

Scatta, quindi, un’indagine che al momento è radicata sull’ipotesi di reato di danneggiamento a seguito di incendio. Per avere il quadro definitivo – le informative arriveranno presto sul tavolo del sostituto procuratore Valentina Salvi – occorrerà incrociare i rilievi effettuati dalla Scientifica, le immagini delle telecamere di videosorveglianza (presenti non solo nella villa presa di mira ma anche in altre abitazioni del quartiere), le testimonianze e non per ultimo la relazione dei vigili del fuoco (anche se da quanto filtra l’origine dolosa del rogo viene accreditata come la più probabile) .

Se la natura accidentale dell’incendio sarà esclusa, diventa di conseguenza inquietante che qualcuno sia riuscito ad entrare indisturbato in questa villa in muratura a faccia vista, ben protetta – sul davanti – da una cancellata imponente, anche se non si può escludere che il piromane (o i piromani) si siano introdotti da qualche altra parte della proprietà.

«NON È LA PRIMA VOLTA». Il suv andato in cenere è dell’imprenditore edile 45enne d’origine cutrese Francesco Ranieri che, al momento, dell’incendio, per impegni di lavoro non è presente all’interno della villa di via Andreini.

Tornerà precipitosamente a casa e per lui è il riaprirsi di vecchie ferite, perché in passato ha già avuto problemi simili – sia a Cutro (Crotone) che a Reggio – in cui sarebbero state usate anche delle molotov. Se quest’ultimo episodio verrà confermato come doloso, sarebbe il terzo attentato nei suoi confronti. Il che aprirebbe scenari sempre più odiosi, con la sua persona come bersaglio. Comunque sia, quanto avvenuto è una botta tremenda per la famiglia Ranieri. Ci troviamo di fronte marito, moglie e figlio sotto shock, con alle spalle una notte insonne e la paura per un rogo che poteva avere conseguenze devastanti per chi si trovava in casa.

«C’è poco o nulla da dire, come vede abbiamo già i nostri problemi».

L’imprenditore 45enne appare molto provato e al di là del cancello la tensione si taglia con il coltello. Gli accenniamo il fatto che non è la prima volta che si trova in una situazione di questo tipo: «Infatti – risponde sconsolato – ora ci deve pensare la legge». Poche parole che ben esprimono quanto sia duro ritrovarsi in un simile contesto.

DDA INFORMATA. Che la vicenda sia considerata alquanto delicata lo dimostra anche il fatto che sia già stata segnalata all’Antimafia di Bologna. È la prassi in casi di incendi sospetti, visto poi il coinvolgimento – come vittima – di un imprenditore calabrese.

fonte:http://m.gazzettadireggio.gelocal.it