E’ giunta l’ora della chiarezza.
Al fine di evitare confusione ed infingimenti.
E tentativi di strumentalizzazione da parte di chicchessia.
Noi abbiamo sempre detto che quando parliamo di mafie e di lotta alle mafie non stiamo parlando di bruscolini.
Stiamo,al contrario,parlando di un tumore che sta letteralmente divorando il Paese e ci sta,grado a grado,sottraendo ogni pur piccolo spazio di vivibilità civile e democratica.
Ogni prospettiva di sviluppo e di sopravvivenza.
A noi personalmente e,soprattutto,ai nostri figli ed ai nostri nipoti.
Le mafie,oggi,bisogna conoscerle per quelle che sono e non per quelle che ci vengono presentate da molti media e da soggetti interessati ed omologati al “sistema” politico-mafioso.
Si tratta di organizzazioni criminali ben radicate,innestate ormai in tutti gli ambienti che contano,quelli politici , istituzionali ed economici in primis, organizzazioni che dispongono di montagne di capitali ed in grado,pertanto,di corrompere tutto e tutti.
Oggi il mafioso non è più la persona rozza,analfabeta,cafona,violenta,arrogante,ma,al contrario,è il dirigente politico,il parlamentare,il ministro,il sottosegretario,il sindaco,l’assessore,il consigliere,il direttore generale,il direttore o il funzionario di banca,il commercialista,il notaio,l’avvocato,talvolta il poliziotto ed anche qualche magistrato,la persona insospettabile,il nostro vicino di casa,il “colletto bianco” insomma.
La persona che talvolta si nasconde in mezzo a noi e che riesce talvolta anche ad infiltrarsi nelle associazioni antimafia.
Ce ne sono stati di casi del genere in Italia!
Qualche tentativo di infiltrazione lo abbiamo subito anche noi.
Per fare,quindi,un’antimafia seria,efficace,vera e non parolaia,bisogna essere in grado di conoscere il nemico,sapere delle sue immense capacità intellettuali e disponibilità economiche ed essere in grado di contrastarlo.
Avendone ovviamente la volontà.
Il primo requisito necessario è l’assoluta libertà da schemi ideologici che portano a falsare la realtà: tutto il bene da una parte ed il male dall’altra.
Schemi che ti costringono a lottare fino a quando non arrivi eventualmente alla soglia di casa tua.
Non è così.
Oggi le mafie stanno a destra come a sinistra.
Esse non hanno colore politico e stanno sempre nel potere,con il potere,di qualsiasi colore esso sia:destra,sinistra,centro,verde,rosso,turchino.
Per contaminarlo,per condizionarlo,per piegarlo ai propri interessi ed ai propri affari criminali.
Per creare ed irrobustire sempre di più quel “sistema” fatto di travisamenti,di infingimenti,di condizionamenti,di interrelazioni anche personali,con il quale ci troviamo a fare i conti tutti i giorni.
Queste sono oggi le mafie!
Bisogna saperlo ed esserne coscienti,ad evitare che si macini aria fritta.
La “zona grigia”,quella più insidiosa.
Noi non siamo e non vogliamo essere dei qualunquisti,persone che non hanno alcuna idea ed alcun orizzonte politici.
Ma non bisogna mai,per fare lotta seria alle mafie,lasciarsi condizionare dai propri convincimenti politici,ad evitare,peraltro,il rischio di trovarsi eventualmente di fronte,come amico e sodale dei mafiosi,anche il dirigente o il parlamentare del proprio partito.
Detto questo,bisogna anche evitare di criminalizzare tutto e tutti perché ,
se è vero che il molto è corrotto e mafioso,c’è ancora grazie a Dio qualcosa di pulito e non mafioso.
Bisogna,quindi,essere guardinghi,estremamente vigili,ma senza pregiudizi.
Questo deve valere per tutti.
Alla prova dei fatti,poi,uno fa le selezioni.
Noi abbiamo sempre avuto un’apertura di credito nei confronti di quei soggetti, associativi e partitici ,che dicono di voler combattere le mafie.
Siamo andati,quando siamo stati invitati,alle manifestazioni organizzate dai partiti,ai convegni,alle varie iniziative promosse da essi.
Non ci siamo mai sottratti.
Siamo andati,sempre se invitati, alle Feste ed ai congressi della Federazione della Sinistra,dell’IDV,del PD.
Se dobbiamo dirla tutta,abbiamo notato più volte,fra questi,una sensibilità,un’apertura ed una disponibilità più accentuata da parte della prima formazione,la Federazione della Sinistra.
Il PD.
Almeno nel Lazio,questo ci è apparso più complesso,più on divago,più scivoloso.
Disponibile e sensibile in alcuni suoi spicchi,retorico ed inconcludente in altri,Giano bifronte in altri ancora.
Con noi si è quasi sempre presentato in questa ultima veste.
A parole aperto,nei fatti ostile.
Sarà per la nostra pervicace resistenza a timbrature di sorta,sarà per la nostra autonomia da tutto e da tutti,l’ostilità del PD nei confronti della nostra Associazione si è rivelata in più occasioni,malgrado la nostra disponibilità ad ogni confronto,ad ogni contributo.
Ciò ci dispiace perché non consente,almeno nel Lazio,la formazione di un fronte di soggetti disponibili a combattere insieme contro le mafie.
La cecità politica dei dirigenti di questo Partito li porta evidentemente,almeno nel Lazio,a privilegiare,senza valutarne la consistenza e le qualità,coloro che sono disposti ad essere sudditi e non coloro,come noi,disponibili,pur mantenendo un’assoluta autonomia intellettuale e morale,alle più leali collaborazione ed alleanza nella guerra al malaffare ed alle mafie.
Bene così,anzi male.
Ci dispiace dirlo,ma per un partito siffatto non vediamo francamente un futuro!
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