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E’ allarme mafia in tutta Italia

E’ allarme mafia  in tutta Italia

ANSA-FOCUS/ Anno giudiziario:da Milano a Roma c’è allarme mafie

Tentacoli in Fiera e Mondo di Mezzo. Minniti, prevenzione idee
18:02 – 28/01/2017 

(di Igor Greganti e Francesca Brunati) (ANSA) – MILANO, 28 GEN – Nessuna regione italiana può dirsi ormai ‘incontaminata’ perché le mafie, che hanno avuto origine al Sud, con sempre più pervasività e nuovi metodi, non solo violenti ma anche “corruttivi”, si stanno insinuando nei tessuti economici, politici e sociali del centro-nord. Da Ancona a Genova, passando per Perugia e fino a Torino, per non parlare delle zone di presenza storica come la Calabria che conta “4389” affiliati alla ‘ndrangheta e di Roma con il “Mondo di Mezzo” emerso dall’inchiesta ‘Mafia Capitale’, ma anche con le sue “mafie storiche” e i nuovi gruppi. Fino ad arrivare a Milano dove, per dirla con il procuratore generale Roberto Alfonso, le documentate infiltrazioni nei lavori di Fiera Milano spa sono “un fatto assai grave per la città”.

E’ l’allarme giunto, quasi all’unisono stamani, da molti Tribunali nelle cerimonie di inaugurazione dell’Anno giudiziario. Nella relazione del Pg Alfonso, ad esempio, un passaggio è stato dedicato all’indagine della Dda, guidata da Ilda Boccassini, che lo scorso luglio ha portato all’arresto di Giuseppe Nastasi, ritenuto vicino al superlatitante di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro e che con il suo consorzio Dominus si è accaparrato 18 milioni di euro di subappalti in Fiera (proprio ieri il Tribunale ha ampliato i poteri dell’amministratore giudiziario), anche per alcuni padiglioni di Expo. E sempre in Lombardia, ha sottolineato il Pg, i clan della ‘ndrangheta hanno fatto “ricorso all’attività corruttiva per condizionare atti dell’amministrazione comunale” a Lecco. Metodo corruttivo che “non è una rinuncia al tradizionale metodo mafioso, ma è una modalità di esso più raffinata”.

A Roma, intanto, il Procuratore generale Giovanni Salvi ha puntato l’indice contro le “organizzazioni mafiose storiche” che si muovono “accanto a nuove forme di criminalità organizzata che costituiscono l’aspetto di novità delle recenti investigazioni”. Mentre l’infiltrazione del cosiddetto “Mondo di Mezzo” nella Giunta guidata all’epoca da Gianni Alemanno è stata “pervasiva e strutturale, attingendo anche i vertici politici”. Intervenendo a Reggio Calabria, poi, il ministro dell’Interno Marco Minniti ha fatto presente che “una realtà corrotta sarà certamente sempre più esposta agli attacchi della criminalità organizzata. Ma – ha aggiunto – come diceva Giovanni Falcone, la ‘ndrangheta, “minaccia per la vita democratica”, come “tutte le cose umane ha un inizio, una vita di mezzo e una fine”. Dunque bisogna “ricreare, oltre la repressione, un clima di prevenzione ideale e culturale”.

Per il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, la mafia calabrese sta cercando di trasformarsi nella “principale agenzia criminale del pianeta”, mentre il capo della Procura di Palermo, Francesco Lo Voi, ha messo in rilievo come la lotta alla corruzione in Sicilia è ancora più complicata perché “si intreccia con la presenza della mafia”. E se a Napoli, come detto dal pg Luigi Riello, “nell’ultimo anno si è registrata una forte quanto preoccupante crescita del crimine e della violenza tra i giovanissimi”, i ‘tentacoli’ delle mafie hanno raggiunto, nel frattempo, anche realtà più lontane.

Ad Ancona le cosche si infiltrano per “la gestione e il controllo di attività economiche a fini di riciclaggio” del denaro, mentre in Umbria ci sono “proiezioni delle organizzazioni mafiose tradizionali, soprattutto di matrice ‘ndranghetista e camorrista”. Infine, ha ammonito il presidente della Corte d’Appello di Torino Arturo Soprano, il Piemonte di recente è stato eletto come “terra di conquista” delle mafie. (ANSA).