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Due brillanti operazioni della DDA di Roma prima contro il clan Senese ed ora contro i Casamonica, due imperi. Nella Capitale e nel Lazio siamo ormai invasi

MAFIE A ROMA E NEL LAZIO

Sono una sessantina le “famiglie” della malavita organizzata censite finora nella Capitale e nel Lazio, ma il numero è destinato a crescere sicuramente.

Eppure c’è ancora qualcuno che tenta di… minimizzare, qualche “negazionista” come suol dirsi oggi. Come, d’altra parte… nel caso, che ha fatto clamore in questi giorni, dei forni crematori nazisti! Irresponsabili e collusi con i mafiosi!

“ Damasco”, ”Orchidea”, ”Formia Connection”, un caleidoscopio di operazioni, fatti, ognuno diverso dagli altri, ognuno con la sua specificità, ma tutti riconducibili ad un nome: ”mafia”.

Ma come è stato possibile tutto ciò se consideriamo che proprio nella Capitale abbiamo il fior fiore di tutti i nostri servizi d’intelligence?

Qualcosa evidentemente non ha funzionato. Qualcuno a livello politico ed istituzionale non ha dedicato la massima attenzione al fenomeno di insediamento delle mafie sul nostro territorio.

Per dirla tutta: il problema “mafie” non è stato e non è ai primi posti dell’agenda politica.

Se lo fosse stato, non saremmo arrivati a questo punto.

Se lo fosse stato, peraltro, non avremmo assistito a quello spettacolo indecente che vede personaggi della politica e delle istituzioni negare l’evidenza.

Nell’ultima seduta del Consiglio Regionale del Lazio, svoltasi il 22 gennaio u. s. proprio per discutere il problema “mafie”, ci siamo visti costretti ad ascoltare qualcuno che ha parlato di… montature mediatiche sul “caso Fondi”, uno dei comuni laziali più infiltrati da clan e ‘ndrine. Un “caso”, quello, appunto, di Fondi, veramente scandaloso per il quale il Ministro dell’Interno ed il Governo, a 6 mesi dalla richiesta di scioglimento dell’Amministrazione avanzata dal Prefetto di Latina, ancora non si pronunciano. E tutti zitti!… In altri tempi ed in altri luoghi già si sarebbe scesi in piazza…

Oggi si tenta di correre ai ripari, dopo che i buoi sono scappati dalle stalle.

La magistratura antimafia fa il suo dovere, pur nelle ristrettezze e con tutte le difficoltà imposte da questo governo che ha tagliato pesantemente risorse alla sicurezza ed alla giustizia. E strumenti vitali d’indagine, come le intercettazioni.

La settimana scorsa c’è stata a Roma una brillante operazione dei ROS, con 41 arresti che hanno falcidiato il clan Senese e sequestrato un impero fatto di conti correnti, gioielli, ville, macchine di lusso e via dicendo. Con gli occhi puntati sul Monte dei Pegni e delle aste!

Ieri nuova operazione, sempre a Roma, contro i Casamonica; altro impero con ville, Ferrari, Suv, discoteca al Testaccio e tanto, tanto traffico di droga; traffico nel quale sono risultati coinvolti anche due insospettabili dipendenti della Regione Lazio.

Li troviamo dappertutto i Casamonica, a Roma, ad Ardea, nel viterbese, nel frusinate. Famiglia di origine nomade, come i Di Silvio ed i Ciarelli, i primi dei quali hanno anche essi il dono della… ubiquità, essendo nell’area pontina ma anche in quella ciociara.

Avvertiamo l’obbligo di complimentarci con i magistrati della DDA e con le forze dell’ordine.

Ma quanto amaro in bocca sentiamo nel vedere e sentire esponenti politici e di governo che parlano e straparlano di mafia e di volontà di debellarla, ma, poi, nulla fanno per creare le condizioni per rendere efficace l’azione di contrasto condotta da magistrati e forze dell’ordine, ai quali, invece, vengono sottratti mezzi ed energie, per renderli impotenti.