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Droga, il porto di Venezia da record: è il primo per i sequestri in Italia

Droga, il porto di Venezia da record: è il primo per i sequestri in Italia

25 AGOSTO 2020

Il Nordest crocevia dei traffici: nel 2019 a Venezia, in gran parte nell’area portuale, è stato trovato lo 0,10% di tutta la cocaina sequestrata in Italia

DI ENRICO FERRO

Il Nordest crocevia dei traffici di droga, con il porto di Venezia snodo fondamentale per la ‘ndrangheta. E l’asse Padova-Milano come canale principale. I dati del Ministero delineano una situazione da non sottovalutare. Nella città metropolitana di Venezia è stato sequestrato lo 0,10% di tutta la cocaina sequestrata in Italia, il 3,84% dell’eroina, lo 0,09% dell’hashish, lo 0,16% della marijuana, lo 0,03% delle piante di cannabis, lo 0,32% delle droghe sintetiche. Più sequestri di eroina a Mestre che a Napoli e Bologna nel 2019 (quasi 24 chili ma il picco massimo è stato nel 2018 con 47 chili). Nel 2019, è stato registrato l’1,02% delle operazioni antidroga svolte sul territorio nazionale, lo 0,18% delle sostanze sequestrate e l’1,27% delle persone segnalate all’autorità giudiziaria. A spacciare sono italiani e stranieri: 444 le persone al centro delle indagini; gli stranieri sono 299, dei quali 237 in arresto, più 23,55% rispetto al 2018.

Organizzazioni mafiose attratte da aziende, infrastrutture, merci e relativi scali. Tutto ciò che ha reso grande il Veneto nello scacchiere economico internazionale, lo rende anche fragile come un servizio di cristallo quando è la criminalità organizzata a posare le sue mani sporche. Il tutto aggravato da un atteggiamento di “sottovalutazione” e di scarsa “sensibilità” verso il fenomeno. La relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia disegna il Nordest dell’Italia come una preda tuttora in balìa di mafia, camorra e ’ndrangheta. Del resto, i numeri dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati sono eloquenti. A fronte di 82 procedure attive (44 per procedimento penale e 38 per misure di prevenzione), risultano sequestrati ben 278 immobili e 21 aziende, 7 delle quali nel settore delle costruzioni e 9 nel settore del commercio. «Elementi questi che dimostrano una presenza delle mafie sul territorio, favorita da un’area grigia di imprenditori e professionisti che accettano il confronto o addirittura si rivolgono loro stessi alla criminalità organizzata, convinti di poter meglio sviluppare i propri affari e aumentare i profitti», scrive l’Antimafia, riprendendo il ragionamento fatto più volte dal capo della Dda di Venezia Bruno Cherchi.

L’analisi del periodo che va da luglio a dicembre 2019 conferma il trend degli ultimi anni. «E’ ormai evidente come i sodalizi mafiosi stiano gradualmente tentando di inserirsi nell’economia legale attraverso investimenti (…). Con tali modalità le organizzazioni puntano a riciclare e reinvestire i capitali illecitamente acquisiti (…). E ciò nel lungo periodo creerebbe un’implosione del sistema economico-imprenditoriale». A livello economico il Veneto si conferma come terza regione per produzione di ricchezza. Uno scrigno a cui molti mirano. In provincia di Padova l’antimafia accende un faro su quello che è uno degli snodi chiave di merci in tutto il Nordest. «L’interporto di Padova» scrivono gli analisti «costituisce uno snodo di movimentazione delle merci di importanza strategica. L’area, grazie all’imponente infrastruttura e all’indotto che ne deriva, è economicamente florida e potenzialmente attrattiva per le organizzazioni criminali di tipo mafioso».

Per Venezia e la sua provincia bisogna andare a ritroso di 50 anni, per individuare le radici. «Il territorio è stato, tra gli anni ‘70 e ‘90, zona di residenza di soggetti appartenenti ad associazioni mafiose, a seguito di provvedimenti di divieto di dimora nella città natale, che in alcuni casi hanno determinato lo spostamento dei relativi interessi criminali». Alcune investigazioni hanno evidenziato, già più di 10 anni fa, l’operatività di elementi riconducibili a Cosa Nostra, con attività di riciclaggio attraverso investimenti nel settore immobiliare a Venezia e provincia.

fonte:https://rep.repubblica.it/