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Droga, diamanti, petrolio: metti uno ‘ndranghetista col figlio di un ex presidente africano (in Germania)

L’INCHIESTA GENTLEMAN 2 – La Dda di Catanzaro e la guardia di finanza hanno arrestato 25 persone per traffico internazionale di sostante stupefacenti. Al centro dell’operazione, Claudio Franco Cardamone, ritenuto il referente a Francoforte del clan Abbruzzese-Forestefano: era lui a parlare col guineano Malam Bacai Sanhá Junior

DI LUCIO MUSOLINO – Il Fatto Quotidiano

7 GIUGNO 2023

Cocaina, petrolio, diamanti, un passaporto diplomatico e un diplomatico vero. Se poi è figlio di un ex presidente di uno Stato africano e discute di affari sporchi con un broker della ‘ndrangheta, l’intrigo intercontinentale è servito nelle pieghe dell’inchiesta “Gentleman 2”.

Lunedì mattina la Dda di Catanzaro e la guardia di finanza hanno arrestato 25 persone per traffico internazionale di sostante stupefacenti. Droga che partiva dalla Colombia e che, secondo i pm guidati dal procuratore Nicola Gratteri, la cosca Abbruzzese-Forestefano della Sibaritide, in provincia di Cosenza, riusciva a trafficare in mezza Europa grazie a uomini come “il bello”, “marine” e “taccagno”. Tre soprannomi ma è sempre lo stesso personaggio: Claudio Franco Cardamone. È lui il soggetto che i pm ritengono essere il referente del clan in Germania, che si reca spesso in Sudamerica, che vanta amicizie con i narcos colombiani e addirittura un passato militare. Per gli inquirenti, però, “ha rappresentato la figura principe delle indagini”. Fino al giorno del suo arresto, infatti, Claudio “il bello” Cardamone viveva a Francoforte sul Meno dove gli investigatori tedeschi, che hanno collaborato con la Dda di Catanzaro, il 27 novembre 2021 registrano una serie di conversazioni tra il calabrese e un uomo di 51 anni, originario della Guinea Bissau, appena arrivato da Parigi in treno.

Discorsi e confidenze inseriti nella richiesta di custodia cautelare dove i pm scrivono che “le discussioni avvenute tra i due riguardavano inequivocabilmente il progetto di importazione di stupefacente per il tramite del canale diplomatico rappresentato da Sanhà Bacai”.

Identificato dalla polizia tedesca, il suo nome per esteso è Malam Bacai Sanhá Junior ed è il figlio dell’omonimo ex presidente della Guinea, morto nel 2012.

La premessa è d’obbligo: l’ospite di Cardamone non è indagato dalla Procura di Gratteri. Piuttosto dalle carte dell’inchiesta traspare che i contatti tra il calabrese e il guineano sono stati monitorati e sviluppati dagli investigatori tedeschi e fanno parte di un procedimento penale instaurato in Germania dove Bacai Sanhà, durante un controllo, ha esibito un passaporto diplomatico. Dalle fonti aperte, inoltre, è emerso che nel suo Paese il cinquantunenne in passato è stato direttore generale dell’Ufficio per la promozione degli investimenti per lo sviluppo, ma anche consigliere economico di un primo ministro e segretario di Stato nel governo del premier Aristides Gomes.

Io sono molto calabrese… uno parla di lavoro pulito e pensano che si tratta di cose non buone”. In realtà non è proprio così e il resto della chiacchierata lo dimostra: “Qui ci sono poliziotti del mio Paese, – aggiunge l’italiano – perché noi qui siamo una comunità molto grande… la polizia di là (Italia, ndr) viene qua perché spiegano il dialetto alla polizia di qua, come parliamo, come ci comportiamo e per questo non mi piace parlare in macchina”. Le precauzioni adottate da Cardamone con l’africano lasciano intendere che dietro il soggiorno di quest’ultimo in Germania c’è l’intenzione di organizzare qualcosa di illecito. Per gli inquirenti si tratta di un traffico di droga in cui rientrerebbero i colombiani che si trovano a Lisbona. Uno di questi viene chiamato “Doc” o “Signore” e “si occupa della logistica”. “Le persone che adesso incontreremo e parleremo, – spiega il broker calabrese al diplomatico della Guinea Bissau – io le conosco da circa 4 anni… io sono andato lì (in Colombia, ndr)… abbiamo fatto un lavoro nella Repubblica Dominicana… poi ci siamo fermati per via del virus e sono rientrato a giugno, stavamo al punto di fare qualcosa, poi è successo qualcosa di molto forte… però ho molte persone che vogliono fare qualcosa”.

Anche noi vorremmo farlo da qui, dall’Africa”. Stando alle intercettazioni, Bacai Sanhà vuole essere della partita ed è impaziente di iniziare a “lavorare” con i calabresi. “Bisognerebbe organizzarsi in 20 giorni… – gli spiega Cardamone – non sarebbe complicato parchè lì già c’è il gruppo, bisognerebbe solo riorganizzarlo”. “Se fosse per Portogallo – replica il diplomatico della Guinea – direi stesso domani di mandare, perché io ho il controllo diretto lì”.

Al “bello” Cardamone piace però pianificare tutto nei dettagli: “Vi tenete un punto (soldi, ndr) per voi ed un punto (soldi, ndr) per me…, non facciamo i morti di fame alla prima mi capisci?… Perché a me sei piaciuto tu per quello che hai fatto e detto ieri: ‘Questo va a seguire…a continuare’, così mi piacciono le persone, eleganti come te e non i morti di fame che per un punto…per 500 dollari fanno morire un affare milionario… tu sei più grande di me e ne sai più di me…, che il Signore (il colombiano, ndr) resti contento e che dica ‘mi hai portato persone serie’…al signore non gli chiedi niente eh?… ovvio che se lui paga quello che deve pagare là …voi lo stesso andrete a pagare là… io mi occupo dei soldi, Giogio viene con me non preoccuparti…in modo che veda con i suoi occhi se gli piace ‘la comida’ (il cibo, la droga, ndr)… perché le cose si devono fare per bene Bac, io non voglio che dopo l’amicizia si trasformi in inimicizia… perché in questo tipo di affari c’è da mangiare per tutti”.

C’è tempo anche per parlare di altri business: “Vorrei comprare diamanti. Tu mi puoi aiutare in questo… nel tuo Paese?”. “Nel mio paese no”. “Non lo so, dove tu mi puoi garantire che… tu sai che sono migliori dei soldi”. “Però devi stare molto attento con i diamanti perché ci sono molti falsi… per delle pietre buone bisogna vedere in Ghana o Sierra Leone, Botswana… in Tanzania sono i migliori… si può conseguire il diamante Violetta”.

Cardamone “il bello” è entusiasta: “Wow – dice – molti amici miei mi hanno consigliato questo”. “Si… per lavare il denaro il diamante è buono… diamante ed oro sono i migliori”. Il diplomatico, però, ha interessi anche in altri settori: “Sto trattando un affare riguardo il petrolio”. “Si fanno soldi?”. “Si.. se… buoni clienti”. “E chi te lo compra questo petrolio?”. “In questo caso la Corea”. “Corea del Nord?”. “Corea del Sud”.

Che buono averti conosciuto, Bac”. Il primo incontro tra Cardamone e Sanhà si conclude con un arrivederci. Anzi con un “a risentirci” in attesa di chiudere con il traffico di droga con i colombiani. Non prima di raccomandare al diplomatico come avverranno le prossime comunicazioni: “Sempre tramite l’applicazione mi spiegherai tutto”. “Lo facciamo sempre tramite Napoleon (Napoleon chat, ndr)”. “Quando vai in Portogallo compra un telefono di 50… 100 euro, economico, installa Napoleon e lo usi solo con me”.

A un mese esatto, il figlio dell’ex presidente della Guinea ritorna in Germania ed esibisce di nuovo il passaporto diplomatico. Va a Francoforte “per incontrare Cardamone – si legge nell’ordinanza – e definire i dettagli afferenti all’importazione del narcotico tramite introduzione, in territorio europeo, dal vicino continente africano o, in alternativa, via Spagna con scalo in territorio portoghese”. Non indagando la Procura di Gratteri, le carte dell’inchiesta “Gentlmen 2” non spiegano se l’affare è andato in porto. Di certo anche il secondo viaggio del guineano in Germania è stato oggetto di un’informativa della polizia tedesca.

Fonte:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/06/08/droga-diamanti-petrolio-metti-uno-ndranghetista-col-figlio-di-un-ex-presidente-africano-in-germania/7186442/