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Dopo le inchieste della magistratura, ora la politica ritrovi le responsabilità di quegli anni. SI STANNO CREANDO LE CONDIZIONI PERCHE’ LA POLITICA  ASSUMA FINALMENTE UN SUO RUOLO MA PRIMA CHE CIO’ AVVENGA OCCORRE MOLTO TEMPO PERCHE’ C’E’ TUTTO UN SUBSTRATO MELMOSO DIFFICILE DA RIMUOVERE. LE ISTITUZIONI E I PARTITI SONO PIENI DI MAFIOSI E LADRI.

L’Espresso, 22 maggio 2018

Dopo le inchieste della magistratura, ora la politica ritrovi le responsabilità di quegli anni

La nuova Commissione antimafia deve continuare il lavoro interrotto. E svolgere nuovi approfondimenti per fare luce sui lati oscuri di quel periodo

DI LIRIO ABBATE

Le indagini su gravi episodi di omissione e depistaggio hanno portato negli ultimi anni a nuovi processi per le stragi del 1992, aperti a Caltanissetta. Processi rifatti e nuovi imputati alla sbarra. E nuove sentenze di condanna sono arrivate. Per l’attentato di Capaci si sta ancora processando il latitante Matteo Messina Denaro, considerato uno dei mandanti.

Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, alla partenza della nave della Legalità che porta gli studenti di tutta Italia a Palermo ha detto: «Il 23 maggio è una data che non si può dimenticare, viene ricordata ogni anno la data del vile attentato di Capaci. Da allora si è sviluppato un movimento di reazione civile prezioso e importante, contro la mafia che ha ottenuto risultati importanti ma che richiede ulteriori impegni».

Del periodo stragista di ventisei anni fa e si è occupata la Commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi che ha affrontato il carattere politico-mafioso di quelle stragi. Sono stati sentiti i magistrati di Palermo e Caltanissetta, i componenti della famiglia Borsellino, dalla sorella Rita, al fratello Salvatore, alle figlie Fiammetta e Lucia.È stato audito anche il magistrato Gianfranco Donadio, per il suo ruolo di procuratore aggiunto della direzione nazionale antimafia, e per i peculiari compiti che gli erano stati affidati, per il quale è stato un protagonista delle indagini sulle stragi «con un inevitabile strascico di polemiche e di ulteriori vicende anche giudiziarie».

I commissari hanno svolto un grande lavoro che però non si è potuto allargare, per mancanza di tempo, e di fine legislatura. È adesso compito della prossima Commissione antimafia a svolgere ulteriori approfondimenti, tentando – sempre che ci sarà la volontà politica – di far luce su alcuni aspetti di queste oscure vicende.

Le inchieste giudiziarie faranno il loro corso, ma è opportuno dare maggiore spazio all’inchiesta politica e all’analisi storica sulle responsabilità – politiche? – di quegli anni.