Cerca

Dopo la decisione del GIP, nessuno può dire più che a Sabaudia e dintorni non c’è riciclaggio di denaro della camorra. Ancora una volta avevamo ragione noi! Ora, però, avanti con i politici collusi!!!

ORA NESSUNO PUO’ DIRE PIU’ CHE A SABAUDIA… NON C’E’ RICICLAGGIO DI DENARO DELLA CAMORRA!!!

Ora nessuno può dire più che a Sabaudia non c’è riciclaggio di denaro della camorra. La decisione del giudice di rinviare a giudizio soggetti residenti a Sabaudia individuati come referenti del clan Cava spazza ogni tesi negazionista.

Ma l’aspetto più inquietante di tutta questa vicenda è la constatazione del fatto che qualcuno di questi soggetti risulta fra i protagonisti della vita politica ed amministrativa della città.

Una constatazione, da parte nostra, non inquadrabile in un esame retrospettivo, fatto, cioè, a posteriori.

C’è un prius e c’è un post.

Possiamo essere orgogliosi di essere stati gli unici autori delle denunce che, poi, hanno portato all’individuazione di un progetto di investimento di una montagna di capitali da parte di alcuni di quelli i cui nomi oggi figurano fra i rinviati a giudizio dal GIP.

Possiamo essere orgogliosi di essere stati, pertanto, oggetto di una serie di insulti fattici su organi di stampa da esponenti della vita politica locale, esponenti locali che, peraltro, ci hanno accusato di essere una sorta di sabotatori dello sviluppo economico del territorio in quanto ci opponevamo alla realizzazione di un’opera che avrebbe portato occupazione.

Qualcuno ci minacciò anche di querele per diffamazione.

Sarebbe interessante, ai fini investigativi e giudiziari, che qualcuno andasse a mettere il naso nell’iter di quel progetto, che, malgrado le nostre segnalazioni e le assicurazioni ricevute, trovò, purtroppo, anche qualche sponsor politico non solo a livello comunale ma anche- e soprattutto-a quello regionale.

Ma noi siamo certi della bravura degli investigatori della DIA che, insieme a quelli dei ROS, rappresentano, secondo noi, la parte migliore del nostro apparato di intelligence.

Alla fine, però, anche la Regione ci ha ripensato riparando all’errore con un provvedimento di revoca in autotutela, riconoscendo, di fatto, che avevamo ragione noi a nutrire preoccupazioni.

Fummo vittime anche di un tentativo di… condizionamento di cui informammo, con una relazione dettagliata, l’allora capo della Squadra Mobile della Questura di Latina, il dr. Ciccimarra. Sul caso indagò anche il colonnello dei carabinieri Rotondi.

Da questo episodio sono partite le indagini pontine confluite, poi, nel filone di quelle principali della Magistratura campana.

Non sappiamo –né c’interessa sapere- qual’è il livello del… nostro merito in tutta questa inquietante inchiesta.

Noi portiamo avanti la nostra missione con spirito di abnegazione, di volontariato, senza aspettarci ringraziamenti da parte di chicchessia. Anzi!!!

Nessun prezzolato e colluso con la mafia osi più, pertanto, tacciarci di essere “ i professionisti dell’antimafia”… Non prendiamo soldi da chicchessia, istituzioni o privati, come fanno taluni nostri accusatori, ci rimettiamo di tasca nostra, facendo, con umiltà, nel silenzio, quello che dobbiamo fare. Ricevendo anche qualche soddisfazione (e questo ci basta ed avanza!) quando… qualche volta… ci viene detto che ci sono riscontri positivi sulla bontà di talune nostre… inchieste (no, pardon, perché qualcuno si irrita quando usiamo questa parola. Ma anche a livello giornalistico non si parla di “inchieste”???), azioni di monitoraggio. Né ci costruiamo carriere politiche, in una situazione, peraltro, melmosa di contiguità e di collusioni fra mafia e pezzi della politica e delle istituzioni, in cui parlare di mafia e di antimafia dà fastidio a quasi tutti e significa, quindi, crearsi nemici non solo fra i mafiosi –questo è normale- ma soprattutto fra gli amici politici dei mafiosi.

Che sono tantissimi, che molti conoscono e che nessuno ha… gli… attributi per denunciarli…!