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Dopo il Convegno a Napoli avanti con un secondo a Fondi

Ed ora, dopo il convegno di Napoli, avanti su

Fondi e sul sud pontino…

 

Un segnale forte, autorevole al massimo, che

non deve esaurirsi sul piano dell’immagine.

Ad esso deve seguire un’azione coordinata

che tenda a stanare dovunque, non solo i

mafiosi conclamati, quelli del livello basso, ma

anche e soprattutto, quelli dei piani alti.

Non a caso nel titolo del Convegno si

parlava di “mafie politiche ed istituzionali”.

Abbiamo voluto aprire i lavori a Napoli con

la citazione delle parole di Nicola Gratteri, il

quale ha detto testualmente:

“Sono 25 anni che urlo che il problema non è

la Calabria, la Puglia, la Campania, la Sicilia; le

mafie stanno dominando l’Italia e

l’Europa. Anzi, stanno colonizzando

l’Europa. Non c’è niente di nuovo.

Sono 40 anni che la ndrangheta è presente in

Piemonte, da 30 in Lombardia. Eppure, 4 anni

fa, il Prefetto di Milano ha detto:

“dov’è la ndrangheta, fatemela vedere”.

Il Sindaco di Milano ha detto sempre 4 anni

fa: “qui non c’è la ndrangheta”; dopo 20 giorni

abbiamo arrestato 300 persone.

Per anni gli uomini delle istituzioni hanno

negato l’esistenza del problema; almeno

adesso hanno il pudore di stare zitti.

Il problema dunque è questo: gli uomini delle

istituzioni non ammettono l’evidenza, non

dicono: il Re è nudo”.

E’ il punto, quello indicato da Nicola

Gratteri, centrale, quello che noi non possiamo

trascurare:

c’è la responsabilità diretta delle istituzioni, a

cominciare da molti prefetti, che si rifiutano

di prendere atto del fenomeno e, così

facendo, favoriscono, almeno oggettivamente

, le mafie.

Quando noi diciamo: teniamoci lontani dagli

ambienti politici ed istituzionali perché è

proprio lì che si annidano i mafiosi ed i loro

sodali!!!

E troviamo talvolta qualcuno che dice

: “facciamo le convenzioni!!!”

No, noi non facciamo business; non vogliamo

dire che combattiamo le mafie per poi fare

affari…

A noi non interessano gli affari!!!

La lotta alle mafie è una cosa seria e la

facciamo senza “se” e senza

“ma”, rimettendoci, se necessario, anche di

tasca nostra in quanto siamo consapevoli

della gravità della situazione e non vogliamo

vergognarci davanti ai nostri figli ed ai

giovani tutti.

Ma, per fare seriamente la lotta alle

mafie, bisogna metterci d’accordo sul “come”

e sul “cosa ” fare, perché se c’è ancora

qualcuno che intende farla declamando

poesie, facendo commemorazioni, parate e

quant’altro del genere, non fa per noi.

Da noi si INDAGA, si DENUNCIA e si

PROPONE.

Senza strumentalizzazioni di sorta e finalità

improprie.

Questa è l’Associazione Caponnetto.

C’è un altro aspetto che non deve sfuggire

all’attenzione di ognuno di noi.

La presenza al nostro Convegno di Napoli di

Magistrati di altissimo livello, a cominciare

dal Procuratore Nazionale Antimafia Roberti,

e del Capo della DIA Linares, ci fa sentire

orgogliosi in quanto è rivelatrice del livello di

stima e di apprezzamento del lavoro che noi

dell’Associazione Caponnetto facciamo, ma, al

contempo, ci carica ancor più di responsabilità

e ci obbliga a migliorare le nostre prestazioni.

Noi abbiamo l’umiltà di ammettere che non

tutte le cose funzionano anche nella nostra

Associazione come dovrebbero funzionare in

un’associazione che vuole essere sempre più

operativa e concreta.

Occorre che tutti, ma proprio tutti i

dirigenti, nessuno escluso, tirino come il ritmo

delle nostre attività impone.

Essere dirigenti significa essere responsabili

al massimo e non sono concepibili in

quest’ottica latitanze, assenze, deviazioni da

quelle che sono le finalità dell’Associazione.

Essere dirigenti significa non relegare la lotta

alle mafie ad un impegno secondario e

residuale.

Chi non se la sente di reggere il peso delle

responsabilità che si assumono all’atto della

sua elezione nel Consiglio Direttivo

nazionale dell’Associazione abbia l’onestà

intellettuale e morale di fare un passo indietro

e di cedere il posto a chi vuole lavorare

alacremente in una guerra contro un nemico

potentissimo e pericolosissimo quale è la

mafia.

Non possiamo deludere chi mostra di riporre

in noi fiducia e speranze.

Essere dirigente dell’Associazione

Caponnetto non è come essere dirigente di

una società sportiva, di un circolo culturale, di

una sezione di partito, di una sala di

divertimento e di svago dove si gioca a

briscola.

La gravosità del compito che ci siamo assunti

e la pericolosità e la potenza del nostro

nemico impongono a tutti il massimo

impegno nella piena consapevolezza del fatto

che stiamo servendo il Paese e non i nostri

interessi.

I cittadini onesti hanno bisogno di noi e noi

non possiamo e dobbiamo deluderli.

Qualcuno ci dice: “noi non siamo

poliziotti, carabinieri, finanzieri, magistrati

e, quindi, non dobbiamo fare indagini e

denunce”,

E cosa dovremmo fare allora?

Chiacchierare?

Speculare facendo accordi e convenzioni che

ci consentano di racimolare finanziamenti,

quattrini?

Non è da noi.

Non è dell’Associazione Caponnetto!!!

Noi ci stiamo battendo, per quanto ce lo

consentono le nostre forze, per assicurare ai

nostri figli, ai nostri nipoti, ai giovani tutti, un

avvenire il meno losco, il meno buio, il meno

criminale ed il più sereno possibili e, per fare

tutto ciò, bisogna essere

determinati, motivati, convinti, disinteressati al

massimo.

Abbiamo tanto da lavorare per tenere fede ai

nostri impegni.

Dopo il convegno di Napoli, ne stiamo

organizzando un altro a Fondi, sempre con

magistrati, forze dell’ordine, giornalisti

d’inchiesta e, possibilmente questa

volta, rappresentanti istituzionali di organismi

nazionali antimafia.

Abbiamo rivoltato finora come un calzino

tutto il sud pontino, crocevia di tutti i grandi

affari mafiosi, indagando, scoprendo intrecci e

collusioni attraverso il nostro

datebase, facendo centinaia di visure

camerali.

Dobbiamo completare con il territorio di

Fondi.

Fondi, dove è prevalsa una logica aberrante e

gattopardesca e dove molto resta da scoprire.

Il Convegno a Fondi deve servire a questo.

Ogni nostro incontro DEVE essere

accompagnato da un lavoro certosino che

tende a scoprire le realtà criminali.

Solo così, ci si può rendere utili e

significativi, al servizio del Paese e dei

cittadini onesti, come l’Associazione

Caponnetto ha voluto sempre essere, sin dalla

sua nascita, 15 anni fa.

Ogni Convegno DEVE essere, quindi,

finalizzato al raggiungimento di un obiettivo

e non deve restare, come comunemente taluni

fanno, fine a se stesso, infruttifero.

Dopo Fondi ci saranno altre mete:

il Molise, l’alto Lazio, la Capitale, altre regioni.

Al lavoro, quindi, sempre con maggiore lena e

spirito di sacrificio e dedizione.