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Dopo Bianchi del TAR e Ciani della procura, anche il PM Miliano va via da Latina, si aggrava il “problema giustizia”.

MILIANO SE NE VA DA LATINA

SI AGGRAVA IL “PROBLEMA GIUSTIZIA”

CHE FA IL MINISTRPO ALFANO?

 

 Il PM Ciani già se n’è andato. Se ne sta andando via da Latina anche Miliano. 

 

Due magistrati bravi hanno lasciato la Procura della Repubblica di Latina. 

 

La richiesta di trasferimento fatta dal Dr. Miliano era scontata, dopo gli sconcertanti fatti collegati alla vicenda dell’Holiday Village di Fondi, il complesso turistico dichiarato abusivo, sequestrato dalla Procura della Repubblica e, poi, dissequestrato… dopo le visite di un parlamentare locale di Forza Italia negli uffici sia del Tribunale che della Procura della Repubblica di Latina. 

 

Il CSM, come è noto, si è interessato di tali fatti per ben due volte: la prima, per la… visita al GIP Cario. 

 

Miliano, dopo un diverbio con il Procuratore Capo, si è sentito male ed è stato costretto a ricoverarsi nell’Ospedale di Terracina. 

 

Il dr. Miliano è stato premiato da Legambiente come il magistrato che più di tutti si è battuto per la difesa della natura e contro il dilagare del cemento selvaggio e dell’illegalità. 

 

Se ne vanno i migliori!

 

Ciani e Miliano dalla Procura della Repubblica; Bianchi dal TAR. 

 

Ma che succede a Latina?

 

17 Senatori della Casa della Libertà hanno presentato un’interrogazione chiedendo al Ministro della Giustizia di intervenire sulla situazione esistente nella Procura della Repubblica di Latina, una situazione che ci sta preoccupando da anni e per la quale anche la nostra Associazione sta chiedendo da tempo invano interventi radicali. 

 

Rifondazione comunista, durante il suo ultimo congresso provinciale a Latina, ha dedicato molta attenzione alla situazione della legalità e della sicurezza in questa provincia invasa dalle mafie. 

 

Speriamo che questo partito, che almeno a parole è apparso finora quello più sensibile in provincia di Latina a queste tematiche, finite le tensioni del congresso nazionale, porti ai livelli nazionali il “caso Giustizia a Latina”. 

 

Deludente – e non ne riusciamo a comprendere i motivi-è, invece, il comportamento del Partito Democratico pontino, che, pur essendo il maggior partito di opposizione, non si è mai posto in maniera determinata il problema delle attività mafiose sul territorio e dell’insufficiente azione di contrasto sia da parte della Magistratura che delle forze dell’ordine locali. 

 

Non si rendono conto i dirigenti pontini di questo partito che, quando si parla della provincia di Latina (ed anche della provincia di Frosinone), si parla di “due” realtà diverse: una “virtuale”, l’altra “reale”. 

 

Due economie: la prima, quella “virtuale”, è quella di cui si parla sempre; la seconda, quella “reale”, di cui non si vuol parlare, è quella controllata in larga parte dalla criminalità organizzata, dalla camorra, dalla ‘ndrangheta, da cosa nostra, dai cinesi, dai russi, dagli albanesi e così via, che hanno investito e continuano ad investire montagne di capitali sulla cui origine illecita nessuno ha indagato e nessuno indaga. 

 

Questa è la triste realtà di questo disgraziato territorio la cui classe politica ed istituzionale ha scelto, in parte, il motto “ non saccio, non vedo, non sento”. 

 

Qualcuno che non accetta tale stato di cose, fa domanda di trasferimento e se ne va. 

Perché?

 

Quando noi abbiamo espresso il nostro apprezzamento per l’iniziativa parlamentare assunta dai 17 senatori della destra, qualcuno se n’è lamentato. 

 

Non ci siamo capiti. 

 

Noi siamo per la soluzione dei problemi e non per le chiacchiere. 

 

A noi non interessano le tessere di partito, interessano i fatti: questi sono per noi la lotta contro le illegalità, le mafie, la corruzione, la prepotenza. 

 

Margherita e DS prima, ora Partito Democratico, ben sanno da anni qual’è la situazione della Procura della Repubblica e dei vertici delle forze dell’ordine a Latina. A Latina non si sono fatte e non si fanno indagini sui patrimoni illeciti. I risultati parlano chiaramente: se qualcuno avesse operato bene, non ci troveremmo nella situazione in cui ci troviamo, una situazione che vede i mafiosi ed i loro sodali infiltrati dappertutto, nell’economia, nella politica, nelle istituzioni. Qualcuno, nelle conferenze di fine d’anno, ne parla, di tanto in tanto… Ma quando noi lo sfidiamo a rendere pubblico l’ammontare dei capitali mafiosi individuati e recuperati al patrimonio pubblico, non parla più. 

 

Noi abbiamo sostenuto e sosteniamo con forza che se qualcosa è stato fatto contro le mafie in provincia di Latina (ed anche di Frosinone), il merito è della Magistratura e delle forze dell’ordine di altre province. Purtroppo!

Allora?

Ministro Alfano, dobbiamo ancora andare avanti così?

 

Associazione “A. Caponnetto”