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Don Coluccia, il prete antimafia sfuggito ad un agguato: ”L’aggressione non mi fermerà”

Giuseppe Cirillo 31 Agosto 2023

Il sacerdote è stato ricevuto da Giorgia Meloni: “Ho spiegato alla premier che lo Stato deve riappropriarsi dei territori

Nel pomeriggio del 29 agosto, don Antonio Coluccia, un coraggioso prete antimafia impegnato da 25 anni nella lotta contro la criminalità organizzata, è stato vittima di un agguato nel quartiere romano di Tor Bella Monaca durante una marcia per la legalità. L’agguato è stato valutato dai magistrati come un tentato omicidio e conferma, seppur in modo drammatico e preoccupante, la determinazione del sacerdote votato all’ordine di don Giustino. L’aggressore che ha cercato di investire il sacerdote con il suo scooter è stato arrestato. Si tratterebbe di un 28enne con un passato penale legato al traffico di droga. Fortunatamente – ha fatto sapere “Il Fatto Quotidiano” – un membro della scorta del sacerdote è intervenuto prontamente per proteggerlo e, nonostante sia stato colpito nell’azione, ha reagito sparando e ferendo l’attentatore all’avambraccio. “L’aggressione non mi fermerà”, ha ribadito il sacerdote che da anni mette in pratica iniziative pensate per allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità organizzata. Durante una telefonata con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il capo della polizia, Vittorio Pisani, che lo hanno chiamato poco dopo aver subito l’aggressione, don Coluccia ha ribadito con fermezza: “Continuerò la mia battaglia che sto portando avanti contro la criminalità che controlla le piazze di spaccio a San Basilio, Quarticciolo e Tor Bella Monaca”. Intanto, l’intrepido sacerdote – ha fatto sapere AGI – è stato ricevuto nella giornata di ieri a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Ho raccontato al presidente del Consiglio le criticità del crimine in città, almeno quello che a livello pastorale i miei occhi hanno visto e le mie mani hanno toccato. Quindi – ha precisato don Coluccia – le ho raccontato queste cose che ho vissuto a Tor Bella Monaca, Quarticciolo e anche San Basilio e Laurentino 38.” – prosegue – Alla presidente Meloni ho spiegato che ci sono dei veri e propri turni di lavoro, organizzati. Si guadagna dalle 100 alle 150 euro al giorno. C’è una proposta criminale in questi territori, di cui bisogna riappropriarsi in nome anche della Costituzione. La presidente del Consiglio ha dimostrato sensibilità e, essendo di Roma, conosceva già le situazioni. Ha preso a cuore tutto ciò che sta accadendo in questi territori e cercherà insieme al suo governo di portare delle soluzioni”. Riguardo all’agguato del 29 agosto, don Coluccia ha spiegato che non credeva “si potesse arrivare a un gesto simile”. “Ringrazio il mio angelo custode della scorta che mi ha salvato. Sono in pericolo da tempo perché sto toccando i soldi alle organizzazioni criminali. Ogni volta che io presidio una piazza di spaccio – ha precisato – sono 10 mila, 15 mila, 20 mila euro che si perdono. Ecco perché chi è assoggettato a questo mondo non accetta la mia azione pastorale, non accetta la polizia, i carabinieri, la Guardia di Finanza. Ma i cittadini onesti di quei quartieri, che sono tanti, hanno invece il diritto di vedere persone positive che li possono aiutare ad avere speranza”. Per questo motivo, don Coluccia, che da anni lotta contro la criminalità organizzata e il degrado della periferia romana, dà fastidio.

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fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/261-cronaca/97061-don-coluccia-il-prete-antimafia-sfuggito-ad-un-agguato-l-aggressione-non-mi-fermera.html