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Documento approvato dall’Assemblea dell’Associazione Regionale “A. Caponnetto” il 27 luglio 2009

DOCUMENTO APPROVATO DALL’ASSEMBLEA REGIONALE DELL’ASSOCIAZIONE REGIONALE LAZIO PER LA LOTTA CONTRO LE ILLEGALITA’ E LE MAFIE “A. CAPONNETTO” SVOLTASI IL 27 LUGLIO 2009 “

Una situazione estremamente inquietante è quella rilevata nel corso del dibattito svoltosi durante i lavori dell’Assemblea Regionale per il Lazio contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto “, relativamente al problema della presenza e delle attività mafiose nella Regione e, in particolare, nella Capitale, nelle province di Latina e Frosinone, su tutto il litorale romano – a sud come a nord della Capitale – da Anzio-Nettuno-Ardea, Ostia, fino a Civitavecchia e nel viterbese – con propaggini anche nel territorio dei Castelli. Una situazione che è stata, peraltro, confermata, fra gli altri, appena una settimana fa, dal Col. Paolo La Forgia, Capo della DIA di Roma, nell’intervista rilasciata al quotidiano economico “ Il Sole 24 Ore” e ripresa da molti altri giornali.

L’elemento più preoccupante che i partecipanti all’Assemblea dell’Ass. ” A. Caponnetto “ hanno tenuto a sottolineare riguarda la tempistica e le modalità di approccio al problema mafioso da parte di taluni vertici delle forze dell’ordine e delle magistrature locali, tempistica e modalità che appaiono spesso, specialmente in alcune aree geografiche tipo il pontino, la Ciociaria, il territorio di Civitavecchia ecc, , per lo più inadeguate sul piano dell’efficacia del contrasto della criminalità.

Infatti, di fronte alle mutazioni delle mafie – che oggi vanno viste come la più grande “impresa” nazionale che dispone di montagne di capitali di provenienza illecita e che hanno assunto, peraltro, un’ immagine e un modus operandi completamenti nuovi rispetto al passato – le forze dell’ordine e anche alcune Procure locali -fatta eccezione per talune Procure, come quelle di Cassino, Tivoli, Velletri e Civitavecchia e taluni Comandi Provinciali, come quello della Guardia di Finanza di Frosinone e della Questura di Latina – continuano ad adottare tecniche di intervento e di lettura del fenomeno con un’ottica vecchia e da solo “ordine pubblico”.

Il problema, a questo punto, impone un giudizio sul livello della “ qualità “ di taluni magistrati e dirigenti delle forze dell’ordine, un livello, purtroppo, che appare assolutamente inadeguato, stante la gravità della situazione in cui ci troviamo nel Lazio

Da tale constatazione deriva l’esigenza di un urgente cambiamento di uomini, tecniche e strategie di contrasto in modo da poter creare le condizioni per allestire una trincea che consenta una resistenza effettiva all’avanzata continua delle mafie, in prima battuta, e, poi, un’offensiva che punti alla loro sconfitta definitiva.

In quest’ottica è assolutamente indispensabile ed urgente che il Consiglio Superiore della Magistratura provveda, senza ulteriori indugi, alle nomine di nuovi Procuratori Capo presso le Procure di Frosinone e Latina, Procuratori che questa volta dovranno disporre di competenze specifiche nel campo dell’azione antimafia. Provvedimento analogo va, ad avviso dell’Associazione “A. Caponnetto”, adottato urgentemente per l’istituzione nel Basso Lazio di Sezioni staccate della DIA, dei ROS, dello SCO e dei GICO, corpi, questi, altamente specializzati nell’azione di contrasto delle mafie, ormai annidate, come hanno dimostrato già i casi di Nettuno e di Fondi, oltreché nelle professioni, anche nei mondi della politica e delle stesse istituzioni.

L’Assemblea degli aderenti all’Associazione Regionale Lazio per la lotta contro le illegalità e le mafie “A. Caponnetto” si è soffermata a lungo ad esaminare la situazione determinatasi con il, perché, oltre ad una parte significativa della classe dirigente di quel comune, investe anche e soprattutto quella provinciale.

Al riguardo l’Assemblea ritiene di esprimere la più ferma condanna dell’operato di questo Governo, che – a distanza di quasi un anno dalla richiesta di scioglimento per condizionamenti mafiosi dell’Amministrazione Comunale e pur dopo l’adozione delle numerose misure di carcerazione adottate dalla Magistratura a carico di soggetti anche politici – per motivi palesemente partitici e correntizi, rimandando di continuo una decisione invocata da tutti i cittadini onesti della provincia di Latina e dell’intero Lazio, ancora tenta di rinviare l’adozione del provvedimento.

Questo irresponsabile comportamento del Governo sta producendo due effetti devastanti nell’opinione pubblica nazionale ed internazionale.

Il primo riguarda la possibile interpretazione di esso, da parte delle mafie, come un messaggio tranquillizzante nei loro confronti;

il secondo, riguarda la lesione profonda dell’onorabilità dell’Italia nel mondo, Paese già considerato, quanto meno, indulgente nei confronti delle mafie stesse.

L’Assemblea regionale dell’Associazione “Antonino Caponnetto “, dopo aver deciso di partecipare alla manifestazione indetta davanti a Palazzo Chigi a Roma per venerdì 31 luglio p. v. in occasione della riunione del Consiglio dei Ministri, sente l’esigenza di esprimere i sentimenti della più profonda gratitudine e di vicinanza al Prefetto di Latina Dr. Bruno Frattasi – reo per taluni di essersi adoperato con rigore per la tutela della legalità e contro le mafie – vittima di volgari e minacciosi attacchi da parte di un’inqualificabile classe politica.

LA SEGRETERIA