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Ditte di ristorazione, pulizia e disinfestazione per penetrare la “Caronte&Tourist”: il colosso dello Stretto in amministrazione giudiziaria per depurarsi dalla ‘ndrangheta

Ditte di ristorazione, pulizia e disinfestazione per penetrare la “Caronte&Tourist”: il colosso dello Stretto in amministrazione giudiziaria per depurarsi dalla ‘ndrangheta

di Claudio Cordova – “Un provvedimento messo in atto per bonificare la società dall’inquinamento della ‘ndrangheta”. Così il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e gli aggiunti Gaetano Paci e Giuseppe Lombardo, commentano il provvedimento emesso dal Tribunale Misure di Prevenzione che ha portato in amministrazione giudiziaria per 6 mesi la “Caront&Tourist Spa”, nota azienda che opera, in regime di monopolio, per il servizio di traghettamento sullo Stretto.

Un provvedimento emesso ai sensi dell’articolo 34 del Codice Antimafia su proposta dei pm della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino e Walter Ignazitto, che hanno accertato le infiltrazioni delle famiglie Buda e Imerti in alcune aziende operanti poi sulle navi traghetto attraverso il servizio di ristorazione, pulizia e disinfestazione. Con il medesimo provvedimento, infatti, è stato disposto il sequestro dei beni nella disponibilità di Massimo Massimo, figlio di Santo Buda, appartenente alla famiglia Buda di Villa San Giovanni, federata alla potente consorteria Imerti–Condello attiva nel comprensorio di Villa San Giovanni (RC) e territori limitrofi.

Un provvedimento storico che va a colpire l’azienda più grande che opera sul territorio reggino, con circa 1200 dipendenti. La nota compagnia di navigazione destinataria del provvedimento, il cui valore viene stimato in circa 500 milioni di euro, ha un capitale sociale di euro 2.374.310,00 e vanta numerose partecipazioni in altre società, insieme alle quali svolge, in massima parte, servizi di navigazione non solo sullo stretto di Messina, ma anche in ulteriori tratte tra la Sicilia e altre destinazioni.

La compagine societaria è costituita dall’azienda Caronte, del ramo Matacena, da quello Tourist, facente capo alla famiglia Franza, già proprietaria del Messina Calcio, nonché un fondo inglese in cui vi sarebbero diverse società di navigazione. E si parte proprio dalle indagini su conto dell’ex parlamentare di Forza Italia, Amedeo Matacena, per chiudere il cerchio sulla società. Da anni, infatti, l’armatore-politico (oggi latitante a Dubai) è considerato vicino alle cosche di ‘ndrangheta. Interessanti le dichiarazioni fornite dai collaboratori di giustizia Stefano Tito Liuzzo (uomo dei Rosmini, cosca a cui Matacena sarebbe stato vicino) e da Vincenzo Cristiano, per anni esponente di spicco della ‘ndrangheta di Villa San Giovanni.

Un’ingerenza che si sarebbe concretizzata grazie allo stesso Buda, che rappresenterebb la longa manus del padre Santo, di recente (ottobre 2020) condannato in appello alla pena di 14 anni e 8 mesi di reclusione, nel procedimento penale “Sansone”, perché ritenuto il reggente della cosca Buda-Imerti di Villa San Giovanni.

Il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione ha, pertanto, contestualmente disposto nei confronti di Massimo Buda il sequestro dei seguenti beni:

· 2 ditte individuali comprensive dell’intero patrimonio aziendale con sede a Villa San Giovanni;

· 5 appezzamenti di terreno di cui uno edificabile di complessivi metri quadri 700;

· 2 appartamenti ed un garage a Villa San Giovanni;

· 1 appartamento con box e piccolo vano cantinato nel Comune di Lissone (MI);

· disponibilità finanziarie.

Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro nei confronti di Buda è stimato in circa 800 mila euro.

Ruolo importante sarebbe stato rivestito, però, anche da Domenico Passalacqua, già pregiudicato per reati di ‘ndrangheta e da, ultimo, coinvolto alcuni anni fa nel maxiprocesso “Meta”: entrambi dipendenti del vettore marittimo e portatori degli interessi della ‘ndrangheta, agevolati da Caronte & Tourist Spa.

Gli interessi economici dei due sono stati garantiti attribuendo ad imprese ad essi riferibili vari servizi all’interno delle navi che fanno la spola tra le coste siciliane e calabresi. In particolare, le imprese – di fatto nella disponibilità dei citati Buda e Passalacqua (e di altri soggetti agli stessi legati) – hanno potuto gestire, ricavandone ingenti profitti, i servizi di bar-ristorazione e quelli di pulizia e disinfestazione a bordo delle imbarcazioni, nonché i servizi di prenotazione per gli autotrasportatori che si imbarcano sui traghetti del Gruppo Caronte & Tourist.

Gli esponenti delle locali cosche sono stati altresì agevolati tramite l’assunzione di personale segnalato dai predetti e, nel caso di Passalacqua garantendo la retribuzione anche durante la latitanza e la sottoposizione a misura cautelare. A Buda, invece, è stata garantita una rapida e brillante progressione in carriera, con la capacità di promuovere e gestire le nuove assunzioni e con la delega conferitagli per la risoluzione delle controversie tra dipendenti o con i fornitori.

“L’auspicio è quello di eliminare i condizionamenti” dicono Bombardieri, Paci e Lombardo. Condizionamenti, che, tuttavia, sarebbero assai datati nel tempo: nelle aziende di ristorazione, pulizia e disinfestazione, che avrebbero rappresentato il grimaldello per entrare in “Caronte&Tourist”, infatti, si ritrovano soggetti già assai noti alle cronache: oltre a Buda e Passalacqua, quel Giuseppe Aquila, con un passato politico e già coinvolto in indagini di ‘ndrangheta. Nel CdA, anche qualche rappresentante istituzionale (un ex funzionario del Ministero degli Interni), che avrebbe avuto però solo un ruolo formale.

Perché a comandare era la ‘ndrangheta: “Così contrastiamo l’indotto mafioso, che non è mafia, ma vive di logiche mafiose” conclude il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo.

3 Febbraio 2020

fonte:https://ildispaccio.it/reggio-calabria/264575-ditte-di-ristorazione-pulizia-e-disinfestazione-per-penetrare-la-caronte-tourist-il-colosso-dello-stretto-in-amministrazione-giudiziaria-per-depurarsi-dalla-ndrangheta